Fugatti pensa già alla prossima edizione del Festival: “Magari lo proporremo in una data diversa”
Ianeselli: “Una cosa possiamo dirla: Trento si conferma città dell'incontro tra punti di vista. E città dell'Economia, scienza chiave per interpretare (e raddrizzare) il mondo difficile che ci è toccato in sorte”
TRENTO. Arrivederci al 2023. «Magari anche in una data diversa» butta lì misterioso il presidente della Provincia Maurizio Fugatti. «L'anno prossimo il Festival diventerà maggiorenne e chissà che non si prenda qualche libertà in più». Si è chiuso con due enigmi che andranno sciolti nel tempo il diciassettesimo Festival dell'economia.
«Il festival di Trento - ha insistito Fugatti nel saluto finale dal palco -, perché la nostra è la città dell'economia», come a togliere qualsiasi velleità alla neonata kermesse torinese di Laterza & C. «Un festival - ha concluso il presidente della giunta provinciale - che ha mostrato tutta la sua valenza scientifica, che è anche riuscito a parlare di economia a famiglie e giovani con un linguaggio nuovo, quello del Fuori Festival».
Proprio lontani i tempi in cui, un altro leghista, l'allora candidato governatore Sergio Divina, in campagna elettorale dichiarava che da presidente avrebbe cancellato il Festival dell'economia per organizzare il «Festival della ciuìga», che per chi non lo sapesse è un tipo di luganega prodotto esclusivamente nella zona del Banale.
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Del resto, in un cambio di pensiero (che è sempre legittimo) anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli, che inizialmente aveva lamentato una mancanza di coinvolgimento sul passaggio al Gruppo Sole 24 Ore, ieri sera sul palco ha sottolineato con piacere «il pluralismo del festival» lasciando poi ai social un pensiero più articolato: «Una cosa possiamo dirla: Trento si conferma città dell'incontro tra punti di vista. E città dell'Economia, scienza chiave per interpretare (e raddrizzare) il mondo difficile che ci è toccato in sorte».