Lavoro / La storia

Da Brescia a Campiglio, manovali indiani a 30 euro al giorno (in nero) e un panino per pranzo

Nella lussuosa piazza Righi, i carabinieri scoprono gli «schiavi» di una ditta in subappalto: due ore di macchina, un letto in una parrocchia, in cantiere senza casco né scarpe adatte: il titolare è un loro connazionale, denunciato

di Marica Viganò

MADONNA DI CAMPIGLIO. Arrivavano da Brescia ogni mattina, in auto: in cantiere fino al tardo pomeriggio, un panino imbottito a pranzo, un forfait in contanti come retribuzione. Tutto "in nero", senza alcuna tutela, nonostante i pericoli del mestiere, tra ponteggi e il rischio di cadute.

Manovalanza a basso costo reclutata da una ditta incaricata di posizionare le armature in ferro: tre giovani di origine indiana, irregolari, sono stati scoperti dai carabinieri di Madonna di Campiglio all'interno del cantiere dell'ex hotel Excelsior nella prestigiosa piazza Righi.

I titolari della ditta che ha sede in provincia di Brescia, che pure sono indiani, sono stati denunciati per l'impiego di manovalanza clandestina e i lavori sono stati sospesi in attesa della regolarizzazione degli operai. Da precisare che proseguono all'interno dello stesso cantiere gli interventi delle altre aziende che operano in regime di appalto o subappalto, mentre sulla ditta bresciana si allunga l'ombra del caporalato. Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro: potrebbe essere questo il contesto in cui operava l'azienda gestita da indiani, incorrendo nel reato previsto dall'articolo 603 bis del codice penale che prevede la reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato.

Erano cinque gli operai "ferraioli" di origine indiana impegnati nel cantiere di piazza Righi per conto della ditta bresciana: due, residenti in Lombardia, erano assunti regolarmente, mentre tre - uno di 19 anni e due di poco più di venti - nel corso del controllo hanno mostrato badge di riconoscimento che riportavano le generalità di altri loro connazionali.

I carabinieri se ne sono accorti in quanto gli anni di nascita scritti sui tesserini non corrispondevano con l'età dimostrata dai lavoratori. Da controlli incrociati con le banche dati è emerso che erano irregolari e che verso i tre non era stato inoltrato alcun tipo di comunicazione di assunzione.

I giovani indiani non parlano italiano, ma solo un po' di inglese. Hanno come punto di riferimento una parrocchia di Brescia, che ha messo a disposizione posti letto per ospitarli. Da lì, ogni mattina - secondo una prima ricostruzione, ma sono in corso accertamenti - salivano sull'auto condotta da uno dei due connazionali dipendenti dell'azienda e raggiungevano Madonna di Campiglio; a fine giornata, sulla stessa auto rientravano a Brescia.

Due ore circa di viaggio per l'andata e due ore per il ritorno a cui si sommano le ore trascorse in cantiere. Per quanto? Le paghe giornaliere "in nero" nell'edilizia ammontano a circa trenta euro: se tutto filava liscio, è possibile che ai tre giovani indiani, che tra l'altro lavoravano in cantiere con scarpe normali e non con quelle specifiche antinfortunistica, venissero consegnati a fine giornata tre biglietti da dieci ciascuno.

Le verifiche dei carabinieri a Madonna di Campiglio - disposte dal comando provinciale a fronte dell'incremento degli infortuni su scala nazionale - sono avvenute nei giorni scorsi in contemporanea con i controlli in un cantiere di Predazzo, in collaborazione con l'Uopsal, l'Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell'Azienda sanitaria provinciale, e con il Servizio lavoro della Provincia. A Campiglio, come già evidenziato, sono stati scoperti tre operai irregolari su 5, mentre in val di Fiemme erano senza contratto e dunque senza tutele tre operai su 4.

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