Viabilità / Regole

La battaglia contro gli autovelox a Trento, parte la petizione: già raccolte oltre 60 mila firme

Filippo Cozzini ha lanciato su change.org una campagna chiamata "Autovelox illegali". Il ragazzo ha ricostruito una vera e propria cronistoria del perché questi strumenti sarebbero fuori legge. A partire dall'installazione di nuovi rilevatori di velocità fra Gardolo e Lavis

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TRENTO. A tutti, probabilmente, è capitato di prendere una multa per eccesso di velocità. Ma ciò che in molti non sanno è che, a quanto pare, gli autovelox non sono a norma. La discussione in realtà parte da lontano, ma di recente è tornata alla ribalta. Filippo Cozzini infatti, circa tre settimane fa, ha lanciato una petizione su change.org chiamata "Autovelox illegali", che fino ad ora ha raccolto più di 60 mila firme.

E non è tutto, perché il ragazzo ha ricostruito una vera e propria cronistoria del perché questi strumenti sarebbero fuori legge. A partire da un fatto di cronaca di appena qualche giorno fa, ovvero l'installazione di nuovi rilevatori di velocità a pochi passi dal locale Gambrinus, prima di Lavis.

«Si tratta di un dibattito che ormai va avanti da dodici anni - ha spiegato Filippo - e che mi ha visto personalmente coinvolto con alcuni ricorsi in merito a multe ricevute proprio dopo una rilevazione degli autovelox. I ricorsi in realtà sono centinaia in Italia, perché c'è davvero una problematica grossa. Di fatto, oggi manca un regolamento che stabilisca come debbano essere omologati questi strumenti, sia a livello europeo che, soprattutto, italiano: l'omologazione è un passaggio fondamentale e imprescindibile perché vengano ritenuti adeguati al loro compito, e senza omologazione, di fatto, non potrebbero essere installati. Tuttavia, da anni si procede semplicemente con la loro approvazione, una cosa che però è diversa e dunque, nonostante tutte le normative indichino chiaramente come l'omologazione sia necessaria, oggi ancora si vive in una situazione paradossale».

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Salto di qualità a Trento, sul fronte del monitoraggio e della prevenzione delle infrazioni del Codice della strada, in un asse della viabilità cittadina assai delicato e spesso teatro di incidenti anche gravi.

Per fare chiarezza, Cozzini presenta quella che potremmo definire "ricostruzione normativa" della situazione complessiva. Si parte dalla recentissima ordinanza della Cassazione, la numero 8694 dello scorso 27 marzo 2022, in cui viene indicato che "Le apparecchiature di misurazione della velocità devono essere periodicamente tarate e verificate nel loro funzionamento e l'effettuazione di tali controlli deve essere dimostrata o attestata con apposite certificazioni di omologazione e conformità".

«Significa che, per l'ennesima volta, si sancisce la necessità dell'omologazione», ha aggiunto Cozzini, che nel frattempo continua a snocciolare riferimenti normativi: c'è poi infatti il Codice della Strada, precisamente l'articolo 142 comma 6, il quale prevede che "Per la determinazione dell'osservanza dei limiti di velocità sono considerate fonti di prova le risultanze di apparecchiature debitamente omologate".

Addirittura, aggiunge il ragazzo, gli autovelox non omologati andrebbero confiscati: l'articolo di riferimento questa volta, sempre dal Codice della Strada, è il 45 comma 9. «Se pensiamo al cronotachigrafo utilizzato sui camion, quello è omologato - ha spiegato ancora Filippo - È poi incredibile come anche in alcuni verbali delle multe venga riportato che l'apparecchiatura è omologata, mentre in altre si dice "approvata".

Ci sono sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale che hanno dichiarato come l'affidabilità dell'autovelox si basi su taratura e omologazione ed entrambe siano necessarie. Capisco poi che nessuno voglia fare un ricorso magari costoso e aspettare diversi mesi per il risultato, ma sulla carta una contestazione come questa sarebbe vincente».

Ma come si sono mosse le istituzioni per far fronte a questo inciampo normativo? Nel 2017 il Ministero competente ha emesso un decreto con il quale cerca di equiparare i termini "omologazione" e "approvazione", ribadendo poi il concetto con una nota dirigenziale datata 11 novembre 2020. «Facendo così però evidenziano solo il fatto che si tratti di due cose diverse - ha concluso Cozzini - Addirittura, c'è stata un'azienda che ha interpellato l'Accademia della Crusca, la quale ha evidenziato la differenza tra i termini.

Inoltre, non si tratta di una norma retroattiva, perciò tutti gli autovelox messi in funzione prima del 2017, il 95% di quelli attualmente in commercio e installati, sarebbero inutilizzabili e quest'ultimo di Trento è stato approvato nel 2016. Non voglio fare polemica, ma mi chiedo: chi sta installando i dispositivi è a conoscenza di questi aspetti tecnico-normativi?».

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