Tecnologia / Il caso

Blackout informatico in Provincia, il sindacato all’attacco: «Mancava il gasolio nei gruppi di continuità»

Marcello Decarli (Fim Cisl e Uilm Uil): «Ieri è apparsa, come un miraggio nel deserto, un’autocisterna in via Gilli. E a Trentino Digitale ci sono state troppe epurazioni interne»

IL GUASTO Per ore offline alcuni siti provinciali come Viviscuola e Meteotrentino

TRENTO. Il guasto elettrico che ha comportato il blocco di alcuni siti della Provincia nella giornata di ieri (21 aprile) e che prosegue ancora oggi con Meteotrentino ancora irraggiungibile? Una situazione grave che porta ad emergere forti problemi nei rapporti fra Trentino Digitale e il sindacato, con un dubbio che la Cisl mette sul tavolo, nero su bianco: «Forse il problema reale si nasconde nel mancato rifornimento di gasolio necessario ai gruppi di continuità che avrebbero garantito l’alimentazione in emergenza. Ieri è apparsa, come un miraggio nel deserto, un’autocisterna in via Gilli».

A parlare, per la Fim Cisl e la Uilm Uil del Trentino è Marcello Decarli: «Non vogliamo nascondere l’amarezza per i fatti accaduti ieri, come citano alcuni articoli “ è bastato un guasto elettrico a mandare in tilt la pubblica amministrazione e “per Trentino Digitale è stata una giornata da tregenda”.

Quello che ci stupisce sono le giustificazioni date dai vertici dell’Azienda a mezzo stampa, come Uilm-Uil e Fim-Cisl del Trentino avremmo consigliato a Trentino Digitale di ricordarsi il proverbio “un bel tacer non fu mai scritto”.

Cosa mai sarà successo in realtà? Possibile che un data center non abbia altre fonti di alimentazione in caso di guasto alla rete elettrica? Forse il problema reale si nasconde nel mancato rifornimento di gasolio necessario ai gruppi di continuità che avrebbero garantito l’alimentazione in emergenza. Ieri è apparsa, come un miraggio nel deserto, un’autocisterna in via Gilli.

Non ci risulta inoltre che alcuni servizi, che hanno subito il fermo, non potessero già essere migrati nei due data center nuovi, di là della crisi mondiale di microchip.

Come Uilm-Uil e Fim-Cisl del Trentino non siamo stupiti di questo, dall’arrivo dei nuovi vertici aziendali, i rapporti sindacali sono ridotti al minimo, l’Azienda si è concentrata su temi amministrativi e poco sui temi tecnologici.

Abbiamo assistito a un’epurazione interna, personale con elevata capacità professionale è stato  ricollocato in altre aree produttive, senza motivazioni tecniche reali, privando l’Azienda di competenze necessarie ai fini produttivi. Non viene dato ascolto a nessuno/nessuna, ogni voce contraria o non adeguata al nuovo pensiero unico, va tutto benissimo, viene tacitata, con modi non propriamente gentili.

Più volte abbiamo chiesto all’Azienda di essere coinvolti nei bandi di assunzione, anche per far capire quali aree hanno necessità di personale, anche in questo caso nessuna risposta, con la conseguenza che aree vitali hanno l’organico ridotto all’osso, nella vana ricerca di esperti in linguaggi di programmazione, come se esistesse l’esperanto informatico, particolare che dovrebbe far riflettere la proprietà, Provincia Autonoma di Trento.

Stiamo provando come parti sociali a ricomporre i rapporti con i vertici Aziendali, purtroppo con scarsi risultati a oggi. Chiediamo all’Azienda di cambiare atteggiamento, di concentrarsi maggiormente sui temi tecnici ed evitare di continuare a intervenire pesantemente sui diritti acquisiti dei lavoratori/lavoratrici.

In un Azienda tecnologica è necessario avere fiducia nei sottoposti per far sì che le cose funzionino al meglio. 

La nostra preoccupazione è attenuata dalla soddisfazione per il ripristino della normale attività grazie alle professionalità dei lavoratori/lavoratrici direttamente interessati, a dimostrazione che alla fine sono i lavoratori/lavoratrici a far funzionare i servizi erogati da Trentino Digitale.

I vertici aziendali cambiano, ultimamente al ritmo delle stagioni. Quanto accaduto speriamo serva a far riflettere chi di dovere che le risorse umane, vera ricchezza di questa società, vanno mantenute, preservandole da comportamenti inadeguati, lo stillicidio di dipendenti dimissionari continua anche con l’attuale vertice.

Siamo in attesa del rinnovo del cda di Trentino Digitale, chiediamo alla Provincia Autonoma di Trento di esprimere i nomi anche sulla base delle competenze essenziali alla guida di un’azienda tecnologica, pesando chi ha ricoperto tale incarico in questi anni», conclude Decarli.

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