Salute / Anziani

Un mese di corso, e poi al lavoro in Rsa? Segnana spiega, i sindacati non le credono

L’assessora sulla polemica: «è un corso formativo per ausiliari che già lavorano». La replica della Cgil: «risposte che sono di volta in volta fuorvianti rispetto alle dichiarazioni che le precedono», ma la sostanza non cambia, «il bando parla chiaro»

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TRENTO. Ma davvero nelle Rsa trentine entreranno in azione degli ausiliari Oss che hanno come curriculum un corso di un solo mese? La questione ha sollevato un vespaio, l’assessora Segnana ha provato a spiegare che non è proprio così, ma i sindacati dicono che «non è convicente».

La storia è nota: siccome non si trova personale per le case di riposo, che corrono il rischio di dover chiudere, l'Opera Armida Barelli in collaborazione con il Servizio ricerca, formazione e sviluppo di Upipa promuove un corso di formazione «breve» per «ausiliari addetti all'assistenza» da inserire nelle Rsa del Trentino. 

Scrive il bando: «Si tratta di una figura professionale di cui il mercato del lavoro risulta carente: soprattutto nel post-pandemia, a causa delle difficoltà a gestire il lavoro con recuperi e rientri e ciclicamente in alcuni periodi dell’anno; le RSA del Trentino evidenziano difficoltà di reperimento di personale formato».
L’allarme lo ha lanciato la Fenalt – sindacato maggioritario nelle case di riposo del Trentino – che richiama da anni l’attenzione sulla carenza di personale specializzato all’interno delle Case di riposo, «diventate ormai vere e proprie aree di lunga degenza per grandi anziani con patologie sanitarie complesse. Sconcerta – dice il sindacato – che ora la carenza di personale specializzato sia compensata dalla ricerca di ausiliari per l’assistenza, frettolosamente formati in un mese, ed inviati a sostituire le assenze per ferie e recuperi degli OSS».

«Rimaniamo sempre più stupiti dalla conduzione delle APSP del Trentino – commentava Roberto Moser, vice segretario generale Fenalt e responsabile area APSP del Sindacato – Viene da chiedersi come mai si sia arrivati a questo punto? Pensare di sostituire gli OSS, la cui formazione è di 1.400 ore, con assistenti formati in 68 ore ci getta nello sconforto».

Stefania Segnana ha voluto però fare chiarezza: «Con riferimento agli articoli apparsi di recente sulle testate giornalistiche locali, relative al corso di 68 ore per ausiliari organizzato da Upipa in collaborazione con Opera Armida Barelli, si tiene a precisare che si tratta di un’iniziativa di formazione continua rientrante nella programmazione di Upipa, che nulla ha a che vedere con i corsi per Oss che sono attivati in provincia di Trento secondo uno specifico programma approvato dalla Giunta provinciale e che rappresentano l’unica modalità anche per il personale ausiliario di conseguire il relativo attestato di qualifica di Oss» spiega un comunicato ufficiale.
«L’iniziativa proposta da Upipa, in quanto iniziativa di formazione continua, non ha l’obiettivo di creare una nuova figura, cosa peraltro possibile solo con norma nazionale, ma può eventualmente costituire credito formativo, nell’ambito del corso Oss, qualora il Comitato didattico del corso ne valuti la pertinenza al percorso formativo» afferma l'assessore Segnana.

La quale evidenzia inoltre che «da anni le indicazioni della Provincia agli enti che gestiscono la formazione dell’Oss, Opera Armida Barelli e Azienda provinciale per i servizi sanitari, sono di dare priorità nell’accesso ai corsi Oss agli ausiliari già in servizio, al fine di investire in primo luogo nella formazione del personale privo di qualifica già operante nelle strutture sanitarie, socio sanitarie, del terzo settore del territorio e così qualificare il servizio erogato».

La Cgil la attacca. «Continua, sempre a mezzo stampa e con risposte che sono di volta in volta fuorvianti rispetto alle dichiarazioni che le precedono, la discussione sul corso per ausiliari promosso da Upipa e Opera Barelli. Chiaramente non c'è alcuna coerenza tra il bando e le sue premesse - corso per chi cerca lavoro – e il tema della formazione continua indicato dall’assessora provinciale Segnana. La formazione continua ha infatti tutt'altra natura e si rivolge a coloro che sono già al lavoro nel settore dell’assistenza agli anziani. In ogni caso sottolineiamo ancora che, per l’ennesima volta, i rappresentanti sindacali, così come gli ordini professionali, sono costretti a seguire questo “botta e risposta” attraverso le uscite sui media. Questo non può essere il metodo: temi così importanti per i lavoratori, e anche per gli utenti che a loro si rivolgono, vanno affrontati in un contesto di confronto e di informazione generale, con un tavolo permanente che discuta gli argomenti delle assunzioni, della mancanza di personale, del sistema indennitario, dell'equiparazione contrattuale col Contratto delle Autonomie Locali». Così scriove oggi la Fp Cgil del Trentino, col segretario generale Luigi Diaspro e il responsabile del settore, Alessandro Lazzarini, all’indomani dell’«ennesima – e poco convincente – dichiarazione dell’assessora Segnana».

«Sappiamo perfettamente – conclude Lazzarini – che con questo corso non si creano nuovi oss, anche perché tecnicamente non è possibile, ma è altrettanto chiaro che il rischio è creare figure che andranno a fare, di fatto, lo stesso mestiere».

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