Sanità / Lo scandalo

L'ingegner Paolo Marini: «Ora avanti col progetto Pizzarotti». La replica della Guerrato: «Nostro obiettivo proseguire»

Parla uno dei tecnici trentini che avevano operato per la Impregilo, impresa vincitrice del primo appalto poi annullato. Da lui un invito alla Provincia a non farsi intimidire da eventuali azioni legali da parte dell'azienda che dopo aver vinto l'appalto rischia di vederlo congelato in seguito al parere negativo della conferenza dei servizi

TRENTO. «Mi auguro che, a questo punto, la Provincia non si faccia intimidire e che, oltre a difendersi dalle pesanti, e non troppo "indirette" critiche contenute nel comunicato stampa di Guerrato, si assuma le proprie responsabilità e, senza dare ascolto ai mille "esperti" che ora si prodigano a dare "fantasiosi" consigli, prosegua sulla strada che le è chiaramente indicata dalla normativa».

Cioè che escluda l'impresa rodigina dall'appalto per il Not assegnandolo all'associazione di imprese seconda classificata e unica rimasta in gara, quella capeggiata dalla Pizzarotti.

A dirlo è Paolo Marini, ingegnere in pensione che ai progetti per il Not ha lavorato fin dal 2011, allora al fianco di altri tecnici trentini che avevano operato per la Impregilo, impresa vincitrice del primo appalto poi annullato. Marini è da mesi in pressing nei confronti della Provincia e del responsabile del procedimento per l'assegnazione dell'appalto del Not, Raffaele De Col.

Assieme ad altri tecnici trentini, legati a Pizzarotti, Marini aveva lavorato al famoso e corposo dossier che metteva in luce le asserite gravi mancanze del progetto Guerrato rispetto alle richieste del capitolato.

Nei mesi scorsi ha subissato la Pec del dirigente provinciale di richieste e lettere, continuando a sottolineare le carenze del progetto che la commissione nominata da De Col aveva premiato come migliore. Alla fine la decisione della conferenza dei servizi sembra avergli dato ragione, ma il dibattito che è nato subito dopo e l'ipotesi che l'intera gara d'appalto possa essere annullata facendo ripartire tutto l'iter da zero lo inquieta.

Così come contesta le tesi sostenute da Guerrato, che senza citarlo tirano anche in ballo l'ingegner Marini e gli altri autori del dossier.

Come un interminabile gioco dell’Oca, il Not è tornato ancora una volta al punto di partenza: ecco tutte le tappe di un iter senza fine

Vent’anni, passati tra discussioni, gare, ricorsi, annullamenti, controricorsi: insomma, tutto l’armamentario del peggior sistema Italia ingessato da una burocrazia onnipotente. È questa la storia del Not, il Nuovo ospedale Trentino, per la realizzazione del quale, dopo anni di discussioni, si partì concretamente nel 2011. Oggi, nel 2022. Siamo ancora al punto di partenza, come un interminabile gioco dell’Oca.

«Guerrato non può aver confutato "documentalmente" le criticità denunciate da "tecnici esperti" estranei all'amministrazione - afferma l'ingegnere trentino - né, tantomeno, ha potuto dimostrare la "perfetta congruenza tra quanto richiesto dagli atti di gara e quanto proposto dal progetto vincitore". Le carte che dimostrano il contrario sono a disposizione di chiunque».

Nelle scorse settimane De Col ha chiesto e ottenuto da Guerrato sostanziosi correttivi al progetto per cercare di renderlo coerente con le indicazioni del capitolato. Tra questi l'innalzamento di un piano dell'edificio principale e lo spostamento delle centrali tecnologiche dai piani interrati, a rischio perché posti sotto il livello di falda, ai piani alti. Ma tutti i correttivi non sono evidentemente stati sufficienti e Marini considera sorprendente che Guerrato, nel suo comunicato, abbia affermato il contrario.

Un esempio lampante sarebbe la questione delle degenze organizzate secondo il principio del corpo quintuplo, cioè rispettando una sequenza su linee parallele di stanze di degenza, corridoio, ambulatori, corridoio, degenze. Guerrato nel comunicato di qualche giorno fa sosteneva che i commissari di gara avevano apprezzato proprio questa proposta, peraltro obbligatoria nel capitolato.

«Ma in realtà quello che è stato contestato - puntualizza l'ingegner Marini - è di non aver adottato questo sistema per "tutti" i corpi (inclusi quelli relativi ai futuri ampliamenti) così come prescritto "pena l'esclusione" dal Disciplinare di gara. Non si capisce quindi come, la Commissione giudicatrice, avrebbe potuto ritenere "vero e proprio punto di forza" del progetto Guerrato, la non completa osservanza di una vincolante prescrizione di gara».

A stretto giro di posta è arrivata la replica dell'avvocato Dario Capotorto, legale dell'impresa Guerrato, che si dice indignato per le esternazioni fatte sull'Adige dall'ingegner Paolo Marini.

Il rappresentante dell'azienda precisa: «L'obiettivo di Guerrato non è certo quello di fare azioni legali ma solamente quello di andare avanti con questo progetto. Teniamo a precisare che il progetto è sempre stato giudicato eccellente e che la commissione aggiudicatrice in particolare sulla questione del corpo quintuplo ha sempre considerato le soluzioni indicate perfettamente aderenti al capitolato di gara. E lo stesso ha fatto anche il Responsabile unico del progetto, l'ingegner De Col, successivamente ai rilievi avanzati dall'ingegner Marini».

Capotorto ricorda, a proposito del famoso dossier che ha messo in luce le supposte mancanze del progetto Guerrato, come quelle obiezioni provengano da tecnici legati altri "competitor" e sottolinea come alla fine il giudizio che conta sia quello della Provincia. Giudizio che, dopo il lungo e sofferto confronto in conferenza dei servizi, dovrà essere ora formalizzato a brevissimo.

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