Criminalità / Il caso

Verona: auto con prestanome per rapine, a due donne intestate 160 vetture

La Polizia locale ha incrociato i dati con l'Ufficio Intestazioni Fittizie della Procura di Milano, dove è emersa una lista di reati collegati, come false attestazioni e resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione, porto ingiustificato di armi e di oggetti per lo scasso

VERONA. La Polizia Locale di Verona, in collaborazione con i Carabinieri di San Giovanni Lupatoto, ha scoperto, grazie all'applicazione di banche dati Giano, due donne milanesi prive di reddito, una di queste residente in alloggio comunale, intestatarie di 160 veicoli e di due false società.


Lo stratagemma, secondo gli investigatori, era usato da un'organizzazione ramificata sul territorio che utilizza vetture per qualsiasi tipo di reato, come furti agli anziani, alle abitazioni e rapine. 

L'operazione è iniziata a metà ottobre, quando i militari hanno fermato un veicolo per un controllo, scoprendo documenti e una chiavi di altre auto. Tra di essi anche un certificato di proprietà intestato a una 50enne milanese, i cui veicoli erano stati già visti circolare in zone dove, successivamente, si erano verificati furti in abitazione.

La Polizia locale ha incrociato i dati con l'Ufficio Intestazioni Fittizie della Procura di Milano, dove è emersa una lista di reati collegati, come false attestazioni e resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione, porto ingiustificato di armi e di oggetti per lo scasso. La Procura lombarda ha quindi emesso un provvedimento di blocco anagrafico per le due donne. I veicoli sono stati posti sotto sequestro, per un procedimento per truffa a danni dello Stato, e le due donne rinviate a giudizio.

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