Emolumenti / Il caso

A22, ma quanto guadagnano i vertici? Dal cda di 14 membri (per legge dovrebbero essere 5) al cumulo delle cariche (che sarebbe vietato)

Compensi, indennità, gettoni di presenza e anche «premi di risultato», e chi siede in via Berlino ha poi cariche anche nelle società controllate (da Brennero Rotaia a Sadobre). Blocata dalle opposizioni la proposta Fugatti per una proroga della «deroga»

di Domenico Sartori

TRENTO. Alla fine, il nodo è la trasparenza. Lì si va a parare. Se in capo a chi gestisce e dirige una società come Autobrennero spa, a stragrande maggioranza pubblica (oltre l'85% del capitale), ci sono responsabilità enormi, tanto più nella fase in cui si scommetta sulla finanza di progetto per il rinnovo della concessione di A22 con un piano economico-finanziario da 7 miliardi di euro, nulla dovrebbe ostare a mettere sul tavolo i compensi.

Quanto a trasparenza, però, per primi i decisori politici si sono ritratti, evitando ieri (il presidente della Regione Fugatti in testa) di spiegare la ratio dell'emendamento di maggioranza.

Nel 2016, con legge regionale furono recepiti i principi della "Madia", la legge sulle partecipate pubbliche. Su entrambi i fronti: limiti del numero dei consiglieri di amministrazione (massimo 5) e tetto ai compensi (240 mila euro) per chi amministra una società partecipata o controllata dalla Regione.

Con una leggina successiva (assestamento di bilancio 8 agosto 2018) è stata introdotta la deroga per Autostrada del Brennero spa fino all'approvazione del bilancio 2021, vale a dire fino ad aprile-maggio prossimi.

Una deroga che il governo ha accettato, perché era allora in fase di definizione il rinnovo della concessione attraverso una società inhouse a totale controllo pubblico (percorso poi resosi impraticabile): resti pure, intanto, un cda con 14 componenti, per garantire la rappresentanza piena di tutti i soci pubblici da Bolzano a Modena, anziché ridurlo a 5; e restino in compensi in essere.Nella penultima assemblea di Autobrennero, a fine 2021,

Arno Kompatascher è intervenuto per rimettere sul tavolo la questione, prefigurando la necessità di ridurre il cda a 5 e lasciando la responsabilità politica a soci del sud di "premere" sul governo per avere un'altra deroga alla "Madia". E i soci pubblici del sud hanno ribadito con lettera la necessità di essere rappresentati in cda.

È un problema tutto loro perché, con 5 membri, per i soci Regione Trentino Alto Adige, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano la rappresentanza sarebbe garantita: un consigliere a testa. I soci del sud (Verona, Mantova, Reggio Emilia e Modena) dovrebbero invece litigare per spartirsi gli altri due posti. Una soluzione avrebbe potuto essere quella di puntare ancora sulla deroga per il numero dei consiglieri, riconoscendo però che il costo complessivo di un cda con 14 membri sarebbe stato lo stesso di un cda a 5. Invece, la scelta è stata semplicemente quella di prorogare l'esistente fino al 2025, con il rischio che il governo impugni poi la norma.

Ma tant'è. Riconfermare l'esistente significa però replicare la mancata trasparenza. Che riguarda, per i compensi, sia Autobrennero che, a cascata, le società da questa controllate. La trasparenza, sul sito della spa di via Berlino, si ferma al 2019, quando fino all'11 luglio era in carica il cda presieduto da Luigi Olivieri e amministratore delegato era Walter Pardatscher. Il compenso del primo era di 54.965 euro, del secondo di 63.690.

Poi, il passaggio di consegne. Diventano presidente Hartmann Reichhalter e ad Diego Cattoni, che per il periodo 12 luglio-31 dicembre 2019 incassano rispettivamente 48.901 e 56.987 euro.

Il compenso annuo dell'ad somma l'indennità di carica (37.918 euro), le deleghe (28.438) e i gettoni di presenza (36.300). Il singolo consigliere viaggia sui 15 mila euro.

Poi ci sono i premi sugli obiettivi raggiunti dall'ad, che non sono noti. Come non sono pubblici i compensi del direttore tecnico generale, Carlo Costa.

L'"effetto cascata" è relativo al fatto che poi ci sono gli incarichi nelle controllate. Cattoni è presidente di Str Brennero Rotaia spa, controllata al 100% da Autobrennero, in cui siedono anche i consiglieri di Autobrennero Francesca Gerosa (che Fugatti ha messo anche alla presidente di Itea spa), Barbara Guadagnini, Astrid Kofler, Maria Chiara Pasquali e Manuel Scalzotto (presidente della Provincia di Verona).

Pasquali è anche nel cda di Sadobre spa.E poi c'è l'Autostrada Regionale Cispadana spa di cui Cattoni è vicepresidente, e nel cui comitato esecutivo siedono Carlo Costa e Luigi Olivieri.

Nel cda della Cispadana, inoltre, sono presenti in consiglieri di Autobrennero Mattia Palazzi (sindaco di Mantova), Francesca Gerosa, Maria Chiara Pasquali e Barbara Guadagnini.

Quali sono i compensi? Non sono noti. A bilancio 2020, per la Cispadana, la voce compensi per amministratori e sindaci vale 195.400 euro, più i rimborsi spese. Fosse applicata la "Madia", scatterebbe il divieto di cumulo. Ma al fondo, come detto, c'è il tema trasparenza. Che non dovrebbe essere uno spauracchio per chi amministrata società a controllo o partecipazione pubblica. 

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