Economia / Energia

I sindacati: «Non tornano i conti della giunta provinciale sugli aiuti alle famiglie contro il caro bollette»

Cgil, Cisl e Uil contestano l'entità dello stanziamento annunciato: se l'intervento interessa 50 mila famiglie e non a tutti verrà garantita la quota massima di 400 euro una tantum, basteranno 15 milioni di euro, non i 20 indicati e molti meno dei 40 da noi richiesti

GLI AUMENTI Prezzi della benzina alle stelle: il record nazionale è in Trentino
IL MINISTRO Cingolani: immotivati gli aumenti dei carburanti, un truffa
GLI AUMENTI Venti centesimi in più alla pompa dalla sera alla mattina

TRENTO. «I conti non tornano. Se l'intervento provinciale contro il caro bollette interessa 50mila famiglie e non a tutti verrà garantita la quota massima di 400 euro una tantum, il beneficio a favore delle famiglie rischia di costare anche meno di 15 milioni di euro, lontanissimi dai 40 milioni minimo che avevamo chiesto come organizzazioni sindacali ma distanti anche dai 20 milioni annunciati dalla giunta. Insomma si deve fare di più per tutelare il potere d'acquisto di lavoratori e pensionati».

Lo dichiarano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, all'indomani dell'annuncio da parte dell'assessore Achille Spinelli dell'intervento di aiuto che la giunta provinciale sta preparando a fronte del "caro bollette".I sindacati chiedono alla giunta Fugatti di fare di più sul fronte della riduzione dell'impatto dell'impennata dei prezzi dell'energia, come richiesto ormai in un incontro a fine gennaio. «La prossima settimana è in programma un incontro con la Giunta - spiegano Grosselli, Bezzi e Alotti -.

Chiariremo con la Provincia i contorni dell'intervento cui stanno lavorando per capirne meglio la portata e la platea che deve coinvolgere anche nuclei senza figlie e pensionati. Crediamo che si possa fare di più per aiutare le famiglie in questo delicato frangente, visto anche l'impatto che sta avendo l'invasione russa dell'Ucraina sui prezzi e sull'economia locali. Alla Giunta porremo anche altre questioni riferite all'energia e al sistema di welfare».

Per Cgil Cisl Uil del Trentino infatti la questione energia ha bisogno di misure strutturali rivolte alla produzione di energia sostenibile, anche attraverso incentivi economici e normative urbanistiche capaci di rendere accessibili anche alle famiglie la diffusione nelle abitazioni private del fotovoltaico per esempio. I sindacati chiedono poi altre misure per i redditi più bassi.

«Crediamo - ribadiscono i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino - che vada ripristinata la deduzione dell'addizionale Irpef fino a 20mila euro di reddito, che debbano essere garantite tutte le risorse attuali per l'assegno unico e che sia infine necessario indicizzare al costo della vita i benefici del welfare provinciale il cui valore è eroso dall'aumento del costo della vita. Ricordiamo che a gennaio il costo della vita è salito del 5,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Servono quindi anche misure strutturali a favore delle famiglie».

Il consigliere provinciale Alessandro Olivi (Pd), che con il suo gruppo aveva presentato in consiglio provinciale una mozione per impegnare la giunta proprio ad aumentare l'assegno unico provinciale per aiutare le famiglie, esprime soddisfazione per il fatto che la giunta provinciale si stia muovendo in questa direzione, ma anche lui dichiara: «Buon inizio. La cifra prevista mi sembra bassa. Servono più risorse e io avevo indicato la possibilità di recuperare almeno 40 milioni da interventi sociali come il reddito di cittadinanza e altri bonus ora coperti direttamente dallo Stato».

comments powered by Disqus