Economia / Il caso

Trentino Sviluppo, dalla partenza del Direttore alla ricerca di una leadership, ma intanto è buio fitto sulle scelte strategiche e operative

A Rovereto aspettano le indicazioni di piazza Dante, è passato un mese ed i progetti di due aree tematiche restano congelati: ecco le possibili ipotesi per condurre la finanziaria pubblica fuori dalla palude

di Chiara Zomer

TRENTO. È passato quasi un mese da quando in via Zeni, a Rovereto, hanno salutato Marco Baccanti, l'ormai ex direttore generale di Trentino Sviluppo. E ad oggi non è ancora chiaro cosa accadrà adesso. Un'incertezza che non paralizza certo la società - abituata a standard di efficienza e velocità più che da ente pubblico, da azienda privata - ma certo non le permette di correre come potrebbe fare.

Eppure il 2022 per la partecipata si era aperto con parecchi obiettivi nel mirino: la riorganizzazione della governance, le sfide strategiche per la realizzazione dei due poli tematici - a partire da quello sulle scienze della vita - la revisione della mission, meno centrata sull'immobiliare e sempre più sui servizi alle imprese. Tanta carne al fuoco.

Com'è andata con Baccanti è noto. Meno nota era la velocità con cui l'ex dg ha salutato tutti e se n'è andato: dall'annuncio alle valigie è stata questione di ore, non di settimane. D'altronde il direttore era in prova, non aveva obbligo di preavviso. Legittimamente ha ritenuto di non darne. Il che non ha ovviamente permesso un passaggio di consegne serio.

Si è lasciato dietro un po' di delusione - l'apertura di credito, al suo arrivo, sia per lo standing sia per le evidenti capacità, sembra sia stato totale ed entusiasta - e un po' di incertezza. Perché nella riorganizzazione immaginata, lui si era tenuto le deleghe più innovative: start up, attrazione imprese, crescita imprese, ora per forza avocate al Cda. Ovviamente la macchina è in grado di andare avanti da sola. Ma secondo quale schema?

In via Zeni nulla dicono, in verità. Nemmeno della selezione per il nuovo direttore operativo. Anche se pare sia terminata: sarebbe Paolo Pretti il nuovo direttore operativo (e quindi dirigente) per il settore corporate, che si affiancherebbe a Mauro Casotto (che si occupa di infrastrutture abilitanti). Ma questo è un tassello.

Va capito come si incastra con gli altri e a deciderlo può essere solo piazza Dante. La giunta provinciale potrebbe indicare la necessità di una nuova selezione per un direttore generale. Che però avrà bisogno di tempo: per scegliere Baccanti è stata questione di quasi un anno. Oppure potrebbe cambiare strategia. Avendo annunciato settimane fa la creazione di un Advisory board che si occuperà delle scelte strategiche, potrebbe scegliere di non cercare più una figura esterna ma di optare invece per un professionista cresciuto all'interno, più operativo che fantasista.

Come detto, è piazza Dante che deve dare indicazioni. Così come da lì si aspettano indicazioni anche su tutto il resto: in quattro mesi Baccanti - e la struttura - avevano fatto in tempo a presentare una proposta di scenari operativi. A partire dai due poli tematici, uno dei quali, quello delle scienze della vita. Ma sembra che siamo, appunto, agli scenari.

Ad oggi non c'è una sede indicata. Anche se l'abbandono da parte dell'università dei progetti di studentato sull'area Merloni, a Rovereto, rende lecita qualche ipotesi. In questo contesto, a pungere la giunta è il consigliere provinciale Pd Alessandro Olivi. Che ieri in consiglio ha presentato una question time. Duri i toni: «Giunti quasi al termine della legislatura, tra tanti annunci e molte battute d'arresto, chiedo quali soluzioni intende adottare la giunta provinciale per colmare la lacuna provocata dalle suddette dimissioni e per evitare che l'attività di Trentino Sviluppo subisca rallentamenti».

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