Trento / Sicurezza

Ragazzo minacciato in stazione con una chiave inglese e poi preso a pugni da alcuni coetanei che volevano soldi

La madre racconta il dramma vissuto dal diciottenne accerchiato e inseguito da un gruppetto di violenti: «Lo hanno seguito fino alla stazione delle corriere e qui è stato picchiato davanti a varie persone, ma nessuna è intervenuta, salvo una che ha alzato la voce contro l'aggressore quando ormai ne stava andando»

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TRENTO. L'allarme degrado dalla Portela si estende alla zona della stazione. E non è una novità, perché piazza Dante e vie limitrofe sono arcinote aree a rischio.

In questa vicenda però lo spaccio non c'entra: uno studente di 18 anni è stato circondato da un gruppetto di coetanei, minacciato con una chiave inglese e picchiato.

La vittima non conosce i suoi aggressori e ha dovuto farsi medicare al pronto soccorso del Santa Chiara.

«Ha cinque giorni di prognosi, ma lo farÒ visitare nuovamente dal medico di base per verificare le condizioni prima di rientrare a scuola. È stato picchiato alla testa, aveva uno zigomo e un occhio gonfi, ma per fortuna la Tac ha escluso complicazioni» spiega la mamma.

Non è stata solo un'aggressione: per la polizia, che ha raccolto la denuncia del giovane, l'episodio si configura come una tentata estorsione, reato che rischia di inguaiare ancor di più chi l'ha commesso.

Lo studente è stato infatti minacciato da un ragazzo che pretendeva soldi.

Erano le 17.30 circa di giovedì. Uscito da scuola, il diciottenne ha accompagnato alcuni amici a prendere il treno e, dopo averli salutati, si è incamminato per raggiungere la stazione delle corriere. In quel breve tratto è stato raggiunto da cinque giovani più o meno della sua età.

«Uno del gruppo gli ha chiesto un euro. Mio figlio mi ha raccontato di avergli detto di no e di essere stato strattonato. Sempre lo stesso ragazzo, seguito dagli amici, lo ha circondato e mostrandogli una chiave inglese gli ha detto: "Ti interessa di più la testa o il portafoglio? Poi gli ha intimato di seguirlo - prosegue la madre - Mio figlio ha fatto finta di nulla ed è entrato alla stazione delle corriere».

La violenza non si è fermata, neppure di fronte alle persone che stavano aspettando autobus e corriere: il diciottenne è stato colpito con sberle e pugni sulla testa.

«Mio figlio ha cercato di parare i colpi, cercando di non reagire per non complicare la situazione. Nessuno dei presenti è intervenuto se non una persona che ha alzato la voce contro l'aggressore, ma quando questo se ne stava già andando».

Il ragazzo picchiato è salito sull'autobus e ha subito chiamato i familiari, che lo hanno raggiunto ad una fermata poco fuori dalla città e accompagnato al pronto soccorso, avvisando anche le forze dell'ordine.

Venerdì il diciottenne si è presentato in questura per denunciare l'aggressione.

Con sé aveva il referto dell'ospedale. I poliziotti, ascoltando il suo racconto, hanno ipotizzato il reato di tentata estorsione e sottoposto all'attenzione della vittima alcune immagini di giovani che sono solito frequentare la stazione e che hanno qualche guaio con la giustizia, ma il ragazzo non ha riconosciuto né l'aggressore, né gli amici.

Il gruppo di violenti era formato da giovani sui 18-20 anni, di origine straniera.

Sono in corso indagini da parte delle forze dell'ordine per identificare l'autore dell'aggressione con tentata estorsione.

Il presidio alla Portela di polizia, carabinieri, agenti della polizia locale e guardia di finanza, di cui si è discusso nei giorni scorsi nell'ambito del Comitato per l'ordine e la sicurezza, servirà anche a tenere sotto controllo la zona della stazione. Ma. Vi.

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