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Cassa di Trento, cambia il direttore: Bagozzi in pensione, al suo posto il vice Paolo Pojer

La più grande Rurale del Trentino, che fra pochi mesi incorporerà anche l’Alta Vallagarina, al cambio nel segno della continuità: il bilancio del direttore-corista uscente

di Lorenzo Ciola

TRENTO. Passa di mano il timone della Cassa rurale di Trento, Lavis, Mezzocorona e Valle di Cembra. Dopo otto anni, con il primo marzo Giorgio Bagozzi lascerà la direzione generale per andare in pensione. Al suo posto, il consiglio di amministrazione ha designato Paolo Pojer, l'attuale vicedirettore.

Bagozzi ha guidato l'istituto di credito trentino in anni complessi, ma che hanno consentito di rafforzare la banca attraverso le fusioni con Aldeno e Cadine, Lavis (a sua volta sposa di Mezzocorona) e ora con l'Alta Vallagarina. Soprattutto, è stata rafforzata la struttura economica, finanziaria e organizzativa.

Anche per questo il cda, probabilmente, ha trovato in Pojer la migliore soluzione per la successione nel segno della continuità. Una continuità di crescita come rivelano le prime indicazioni sul bilancio che sarà analizzato dal cda il mese prossimo.

«Un bilancio record sotto ogni punto di vista», si limita ad anticipare Bagozzi che ora guida un istituto con 400 dipendenti ma che mira ad avviare anche un ricambio generazionale utilizzando una trentina di uscite concordate con l'apposito fondo occupazionale, ma anche annunciando quindici assunzioni di giovani.

Bagozzi era arrivato al vertice della Cassa di Trento nel 2014, dopo una esperienza da vicedirettore vicario in Cassa Centrale, realtà dove era approdato nel 2002. In precedenza aveva lavorato per la Banca di Trento e Bolzano (ora Intesa Sanpaolo) e per la Bnl. In realtà, oltre ai 41 anni vissuti in banca, Bagozzi aggiunge altri tre anni di esperienza come aiuto cuoco nel periodo in cui era ancora impegnato a studiare.

«Gli ultimi dieci anni sono stati particolarmente difficili per il sistema bancario - ricorda - ma anche pieni di stimoli, responsabilità ed entusiasmo. Grazie al supporto e al lavoro tenace dei miei colleghi abbiamo però affrontato e superato ogni problema. Abbiamo affrontato tre fusioni e abbiamo cercato di servire al meglio la nostra gente, i nostri territori, le nostre imprese».

Questo facendo i conti con gli effetti della crisi dei sub prime, della bolla immobiliare, dell'esplosione dei crediti deteriorati e la pandemia. Questi sono stati inoltre gli anni della creazione e dell'adesione al gruppo Cassa centrale banca. E Bagozzi può tracciare un bilancio molto positivo. «Ma considerate che la banca è come un turacciolo e raccoglie le onde e le spinte che arrivano dalla situazione economica».

Tre i fattori che hanno orientato il percorso di Bagozzi. Il primo è quello delle fusioni. Trento sarà presto il polo che ha aggregato in poco più di vent'anni una ventina di istituti. «Ma su questo - aggiunge Pojer - disporre di una realtà finanziaria unica permette di rafforzare servizi che possono mettere in campo competenze e professionalità di alto livello».

C'è chi però lamenta una maggiore distanza dal territorio. Secondo Bagozzi si tratta di una valutazione errata. «I servizi - dice - si concentrano e, ad esempio, solo nel private ora possiamo offrire sette professionalità specializzate. Proprio nei giorni scorsi ad un cliente che faceva questo ragionamento ho potuto far presente che mi stava parlando solo a poche ore dalla richiesta di incontro. Poi consideriamo anche realtà strategiche, come nel caso di Gardolo, dove stiamo pensando di tornare».

Il secondo punto che ha caratterizzato la guida di Bagozzi è stato quello che il direttore definisce «la guerra sui Npl», i crediti deteriorati che ora risultano azzerati ma che qualche anno fa condizionavano la solidità non solo della Rurale di Trento, ma di tutto il sistema bancario. «Ora - spiega - siamo a un livello fisiologico e le sofferenze sono coperte al 100%. Questo ci ha consentito di liberare energie per rafforzare la nostra azione commerciale».

Il terzo cardine che ha caratterizzato il mandato è stato proprio il rafforzamento commerciale e dell'attività bancaria. «Siamo in grado di coprire l'esigenza di qualsiasi realtà - precisa il direttore - e registriamo una crescita di tutti i parametri». In particolare, spicca lo sviluppo della raccolta e della capacità di risparmio dei correntisti soci che incide positivamente sul gestito ma anche su previdenza e assicurazione.«Il lavoro comunque non finisce mai - conclude delineando il percorso da affidare al successore - Ci sarà da gestire dal mese prossimo l'integrazione con la Cassa dell'Alta Vallagarina. Soprattutto ci sarà da dare un indirizzo culturale in grado di rendere la nostra realtà sempre più coesa e coerente nella sua azione. In questo senso la scelta di Pojer è in assoluto la soluzione migliore.

Proprio a Pojer va un pensiero particolare, sia per ringraziarlo per il lavoro svolto insieme, sia per augurargli di raccogliere a sua volta tante soddisfazioni».

Ma il direttore uscente, di ringraziamenti ne ha pronti tanti,a cominciare dalla «sua» banca, intesa come colleghi, amministratori, soci e clienti, cercando di non dimenticare qualcuno, compresi la consulta dei soci, la Fondazione, il Clm e i referenti di Cassa Centrale.Resta da capire il futuro di Bagozzi. «Non ricordo un mese senza impegni, nemmeno quando studiavo - dice - Sicuramente un interesse è quello della messa (il direttore ha composto una messa cantata e sta cercando coristi, ndr), ma ho anche la fortuna di abitare in un contesto dove ci sono orto e bosco. Poi posso spendermi in qualche realtà, ma solo come volontariato».

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