Covid / Il caso

Insegnanti e sanitari no-vax se si sono infettati e guariti, possono rientrare al lavoro? Per Bolzano no, per Trento invece sì

Il tema portato all’attenzione del Governo: l’Alto Adige mantiene la sospensione, «hanno obbligo di vaccino». Per l’Azienda Sanitaria trentina «come tutta la popolazione, non possono vaccinarsi, quindi rientrano al lavoro»

di Gigi Zoppello

TRENTO. Insegnanti e sanitari no-vax – che hanno l’obbligo di vaccinazione – se si sono infettati e guariti, possono rientrare al lavoro o restano sospesi? Il tema lo ha sollevato la Provincia di Bolzano, chiedendo lumi al governo. E invece la Provincia di Trento va in direzione contraria. Anche se gli Ordini professionali hanno già detto che devono rimanere sospesi.

In Alto Adige oltre 1.200 dipendenti, tra ospedali e Rsa, sono attualmente sospesi dal servizio perché non sono vaccinati. Un numero rilevante vorrebbe ora rientrare in servizio perché nel frattempo si è infettato ed è guarito, ma in Provincia di Bolzano le porte per loro restano chiuse.

L'assessore alla sanità Thomas Widmann ha giustificato la linea dura con un parare arrivato in autunno dall'Avvocatura dello Stato. "Alla luce della nuova situazione a causa della variante Omicron abbiamo chiesto un nuovo parere", ha annunciato Widmann.

L'assessore ha evidenziato la forte pressione che pesa sul personale in servizio, che "da ormai due anni svolge un lavoro incredibile con una pandemia in corso e con un organico ridotto".

"Dobbiamo ringraziarli ogni giorno", ha aggiunto. Negli ospedali circa 700 infermieri e 200 medici e nelle Rsa circa 360 dipendenti sono attualmente sospesi perché non in regola con l'obbligo vaccinale, ma il loro numero ultimamente sta calando.

La vice presidente della Provincia di Bolzano Waltraud Deeg ha lamentato che nelle Rsa ci sono anche numerosi licenziamenti di addetti non vaccinati che poi cambiano addirittura lavoro. 

E in Trentino? Alla domanda ha risposto oggi la dirigente dell’Azienda Sanitaria, Maria Grazia Zuccalli: «Noi li consideriamo come tutta la popolazione: una volta guariti, non possono essere vaccinati, devono aspettare dai 30 ai 60 giorni, quindi noi intendiamo mantenere questa regola, li riammetteremo al lavoro, ma raccomandando loro la vaccinazione, passati i 60 giorni dalla guarigione».

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