Covid / Turismo

Piste e pass, fuga degli stranieri verso l’Austria e la Svizzera. L'appello di Fugatti alla Conferenza delle Regioni

Valeria Ghezzi: “Da noi non potranno venire i ragazzi tra i 12 e i 18 anni che hanno fatto il vaccino oltre 4 mesi fa. È richiesto il booster. Ma in alcuni Paesi i minori nemmeno possono fare la terza dose. Quindi le famiglie, pur vaccinate, si trovano con i figli che non possono seguirli"

L'ALLARME Turisti dell'Est a rischio

TRENTO. La premessa è doverosa: «Mai faremo cambio con la stagione dell'anno scorso». Detto questo però, la presidente Anef Valeria Ghezzi non nasconde la forte preoccupazione che in queste ore sta vivendo il mondo degli impianti di risalita e - di conseguenza - anche il mondo del turismo invernale. Ad agitarli sono le regole che entreranno in vigore dal prossimo febbraio e che prevedono la validità limitata del green pass per tutti gli over 12.

«Questo significa che gli stranieri stanno cancellando le prenotazioni. Vanno in Svizzera o Austria». Ecco perché il mondo degli sport invernali si è fatto sentire con la politica locale. Che a sua volta si è mossa: il governatore Maurizio Fugatti ha scritto una lettera - a nome delle regioni alpine - alla conferenza delle Regioni, per far presente il momento difficile che rischiano di vivere a breve le località che sul turismo invernale vivono.

Il bilancio per adesso vuol essere ottimista. «A gennaio c'è stato un calo importante, mi è sembrato di tornare indietro di vent'anni - osserva Ghezzi - quando non c'erano gli stranieri. Alla fine delle vacanze di Natale gli italiani tornavano in città, le piste si svuotavano. Ecco, siamo un po' tornati a quello. Ma nonostante il calo, durante le feste abbiamo tenuto bene. Quindi, partiamo dal fatto che non ci aspettiamo la luna, ma certo non faremmo cambio con l'anno scorso. Solo che adesso qualche preoccupazione c'è».

E le elenca. C'è il tema energetico, che rischia di mangiarsi anche i pur magrissimi margini di quest'anno. C'è il problema del personale. Che come ovunque, è colpito dal Covid, tra ammalati, positivi asintomatici e in quarantena. «A me non è ancora accaduto, ma molti colleghi hanno dovuto chiudere qualche impianto». Un problema, sì. Ma non è quello che toglie il sonno agli impiantisti. Perché è un problema che passerà.

Quel che agita davvero è altro: «La preoccupazione che abbiamo riguarda le regole che scatteranno il primo febbraio» spiega Ghezzi, che evidenzia come nonostante non siano ancora entrate in vigore, quelle novità sul fronte dei divieti già stanno producendo effetti adesso: «Tantissimi stranieri stanno disdicendo le vacanze di febbraio. Perché da noi non potranno venire i ragazzi tra i 12 e i 18 anni che hanno fatto il vaccino oltre 4 mesi fa. È richiesto il booster. Ma in alcuni Paesi i minori nemmeno possono fare la terza dose. Quindi le famiglie, pur vaccinate, si trovano con i figli che non possono seguirli. Questo è un problema perché altrove, su tutti Austria e Svizzera, accolgono questi ragazzi a braccia aperte. Ormai abbiamo dati chiari: in tanti stano disdicendo e prenotando là. Non c'entra la Provincia, che sta facendo quel che può. Dipende dal governo nazionale».

Il presidente Maurizio Fugatti si è mosso in concerto con i colleghi dell'arco alpino, e a nome di tutti ha inviato una lettera alla Conferenza Stato Regioni, per quantificare il problema: si rischia di perdere il 50% del fatturato. Ma a preoccupare è soprattutto l'orizzonte di lungo periodo: «La paura è di perdere anche clientela affezionata, che potrebbe spostare le proprie preferenze non solo per quest'anno».

Se questo preoccupa gli impiantisti, ancor più agita i sonni degli albergatori. «Ad oggi non sappiamo ancora se a febbraio potremo o meno accogliere gli stranieri con un green pass che ha più di 6 mesi - sbotta il presidente Asat e di Trentino Marketing Gianni Battaiola - in alcuni paesi il green pass dura 9 mesi, in altri un anno. Ma noi, se la app non dà il semaforo verde, all'atto del controllo, non possiamo far entrare. E non sappiamo ancora se si applicherà la legge italiana o quella del Paese d'origine. Aspettiamo un'ordinanza del ministro Speranza, spendo che se rimarrà il limite dei 6 mesi di validità, perderemo il 50% della clientela».

Ma già così, a quanto pare, i clienti stranieri sono preoccupati e vogliono disdire, per andare altrove: «Per adesso li teniamo lì, in stand by, in attesa che il Governo si esprima. Ma lavorare così, alla giornata, non è il massimo, per un'impresa». Nemmeno ieri è arrivata un'indicazione precisa dal Consiglio dei ministri. Anche se Battaiola saluta con favore non tanto il miliardo e rotti messo sui sostegni - «bisogna valutare per quali categorie è, con quali criteri sarà distribuito» - quanto le scelte in merito alla cassa integrazione per i dipendenti: «Questa era una misura attesa, per i nostri collaboratori, e importante».

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