Politica / Quirinale

Emanuela Rossini: “Se Draghi va al Colle servirà una figura forte come la sua alla guida del governo”

La deputata del Gruppo Misto non ha dubbi: «Dopo dodici presidenti della Repubblica uomini non vedo alcun motivo per cui non possa arrivare al Quirinale una persona di genere femminile»

di Nicola Marchesoni

L’Italia è pronta per avere un Capo dello Stato donna. L’ onorevole Emanuela Rossini sente che i tempi per la svolta sono maturi. «Dopo dodici presidenti della Repubblica uomini – dice la deputata trentina del Gruppo Misto - non vedo alcun motivo per cui non possa arrivare al Quirinale una persona di genere femminile. Le stesse donne ci chiedono di valutare profili e meriti considerando il femminile come elemento importante oggi nella nostra società».
La parlamentare non ne fa una questione di correttezza politica: «Nulla di tutto questo. Sono solo convinta, come tanti altri, colleghi maschi inclusi, che sarebbe un ottimo segnale, anche simbolico, per dare uno scatto culturale nel Paese tale da permettere di costruire e diffondere modelli di leadership femminili di alta rappresentanza».
Onorevole Rossini, il 24 gennaio voterà per il successore di Mattarella. La scrittrice Dacia Maraini insieme ad altri hanno lanciato un appello per eleggere una presidentessa. Sarà la volta buona?
«Perché no? Sono già contenta che se ne stia parlando. Il fatto che nel dibattito pubblico si immagini per il Quirinale una guida femminile è già un passo in avanti. Le donne sono una forza motrice di pensiero e di trasformazione sociale. Vecchi stereotipi di esclusione non valgono più. Negli anni della crisi economica e del Covid, la presenza femminile nei posti chiave è stata voluta sempre di più».
La pensano così i suoi colleghi uomini del Gruppo misto?
«Sì. C’è in ogni partito, Gruppo misto incluso, la consapevolezza di dover fare a breve una scelta che ci porti ad avere un garante dello Stato imparziale e in campo con una visione politica alta per i prossimi sette anni, cruciali per l’Italia e l’Europa».
A lei quale donna piacerebbe come Presidente della Repubblica? Tra le più gettonate ci sono Cartabia e Casellati.
«Sono entrambe di alto spessore ma in questo momento la domanda che ci si pone è sul profilo, più che sui nomi: ogni presidente eletto ha risposto a una domanda di presente e futuro del Paese. Così dovrà essere pure stavolta. Dalla prossima settimana inizieranno incontri all’interno e tra le grandi forze politiche. Come piccoli gruppi nel Misto vedremo come contribuire e faremo le nostre valutazioni. Senza contrapposizioni tra uomini e donne, ma guardando al futuro comune sapendo però che come Paese abbiamo un vulnus di rappresentanza femminile».
Capitolo Mario Draghi: lo vede meglio al Quirinale oppure a Palazzo Chigi?
«Ha le carte in regola per ogni tipo di incarico. Se andasse al Colle bisognerebbe mettere al suo posto un premier forte come lui, se no sarebbe un problema. Prendiamo il caso Pnrr. Con Bruxelles abbiamo ora un grande equilibrio, romperlo con un capo del governo debole sarebbe per noi pericoloso. Mai come questa volta la scelta del Capo dello Stato va ragionata in asse con quella del premier. Dovranno essere, seppur con ruoli diversi, uniti nel perseguire orizzonti disegnati con la politica e le istituzioni europee».
Discriminazione di genere, secondo lei è ancora forte in Italia?
«Se guardo ai numeri non posso che dare a questa domanda una risposta affermativa. Sono comunque fiduciosa: le cose stanno cambiando e di figure leader femminili ne trovo ora sempre più».

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