Pandemia / Economia

Imprese trentine e pandemia: il 7 per cento dei lavoratori a casa contagiato. Nelle realtà più piccole picchi al 25%

Sondaggio tra 150 società del territorio provinciale: il settore più colpito è quello dell'alimentare. Una ditta su tre prevede di diminuire la propria produzione a causa delle assenze che costringono a lavorare a regime limitato

TRENTO. La quarta ondata di Covid-19 costringe a casa mediamente il 7% dei lavoratori delle imprese industriali associate a Confindustria Trento, con picchi importanti, «ma isolati», sottolinea l'associazione, che superano il 25% nelle realtà più piccole. È questa la tendenza registrata dal Centro Studi dell'Associazione elaborando i primi dati della survey diffusa martedì scorso per monitorare gli effetti dell'inasprimento dei contagi e dell'aumento delle misure di isolamento e quarantena sul mondo produttivo.

Sono state circa 150 le aziende che hanno risposto al questionario: si tratta di realtà dalle caratteristiche estremamente eterogenee per dimensione e settore. «Suddividendo i risultati a seconda dei settori merceologici - scrive Confindustria in una nota -, si riscontrano sostanziali differenze in termini di percentuali di assenza. Il settore più colpito, con una media che supera il 14%, è quello alimentare. Manca circa il 10% del personale, invece, nelle imprese legate a carta, grafica, editoria e degli impianti a fune, ma anche della sezione servizi alle imprese engineering e finanza».

Dai settori più colpiti dal Covid e quindi più in difficoltà nell'organizzazione quotidiana del lavoro, a quelli nei quali l'incidenza dei contagi e delle assenze è invece minore: energia e servizi per l'ambiente (0,3%), sistema moda e estrattive, lapidei, porfido e materiali da costruzione (3,8%).

Dal questionario emerge inoltre che circa il 30% delle aziende prevede di diminuire la propria produzione a causa delle assenze che costringono a lavorare a regime limitato. Numerose aziende comunicano di avere fissato come soglia limite il 10%, oltre la quale dovranno prevedere lo stop temporaneo della produzione.

«Tra le principali preoccupazioni degli imprenditori interpellati - spiega il direttore generale di Confindustria Trento Roberto Busato -, c'è il fatto che alcune figure, particolarmente qualificate o in possesso di competenze specifiche per l'utilizzo dei macchinari, non possano essere sostituite temporaneamente».

In questo contesto le forti difficoltà organizzative dell'Azienda sanitaria emergono. Il dg Busato, infatti, aggiunge che «in molti casi ci vengono segnalati ritardi nell'esito dei tamponi di controllo per l'uscita dall'isolamento».Da quando i contagi sono aumentati, infatti, la Centrale Covid non riesce più a rispondere a tutte le richieste dei cittadini.

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