Giustizia / La storia

Fratelli coltelli in Valsugana: liti, aggressioni e maltrattamenti a un gallo, si va in Tribunale

Una vicenda carica di tensione, ora uno dei due è imputato per stalking, fra musica a tutto volume, insulti alla cognata e spaventi ai bambini dell’altro

TRENTO. Fratello contro fratello e cognata. Il primo è ora imputato di stalking, i secondi sono costituiti parte civile nel processo per chiedere i danni: 30 mila euro complessivi provocati da una convivenza diventata infernale.

Accade in una palazzina, in Valsugana, a tre piani dove, tra molte tensioni, convivono tra molti attriti e litigi al primo piano un fratello con moglie e figli, al secondo piano la madre, al terzo piano il secondo fratello.

Tra i due, specie in tempi recenti, non corre buon sangue. Ora la vicenda da faida familiare è diventata un procedimento penale. L'imputato, difeso dall'avvocato Michele Busetti, deve rispondere di atti persecutori, un reato con pena che va da un anno a 6 anni e 6 mesi.

Ad avviare la battaglia legale è stata la querela in cui la coppia che vive al primo piano, difesa dall'avvocato Tommaso Fronza, descrive continue aggressioni, soprattutto verbali, da parte dell'odierno imputato «cagionando in loro - si legge sul capo di imputazione - un perdurante e grave stati di ansia e di paura, nonché un fondato timore per la propria incolumità e dei prossimi congiunti , costringendoli, ad alterare le proprie abitudini di vita riducendo i contatti sociali con amici e familiari».

Nella "guerra" di vicinato è stato coinvolto, suo malgrado, anche un gallo. L'animale, cresciuto dai figli della coppia, sarebbe stato colpito con un calcio sferrato dall'imputato (e zio) mentre i bambini piangevano disperati. Temevano che l'animale, stramazzato al suolo, fosse morto.

Secondo l'accusa l'imputato rideva e si vantava della sua azione. Per fortuna il gallo si è poi ripreso, ma per timore che potesse subire altri maltrattamenti è poi stato collocato presso altre persone.

Pesante in particolare era la situazione per la cognata che ripetutamente sarebbe stata invitata dal fratello del marito a fare le valige e ad andarsene. Occasione di scontro era anche il volume della musica che l'imputato si rifiutava di abbassare, Anzi quest'ultimo avvicinava il suo viso a quello del fratello offendendolo con parole come «c. sapiente...».

Il 19 maggio 2020 ricevuta la lettera inviata dal legale per la divisione degli spazi comuni, l'imputato aggrediva verbalmente la cognata dicendole "ti odio da vent'anni e da altrettanti mi stai sui c. Fuori da questa casa, è mia".

Ieri l'imputato è stato ammesso al processo con rito abbreviato non condizionato: l'udienza si terrà a luglio.

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