Salute / Il caso

Prenotare al Cup per telefono? Una vera odissea di ore e ore: il racconto di un imprenditore di Carisolo

Per avere un appuntamento per una visita, resta al telefono tre ore: «se questa è l’efficienza, il Covid ci batterà in un attimo»

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CARISOLO.  Mauro Povinelli, che nella vita fa l'imprenditore agricolo a Carisolo, ha perso la pazienza. E l'ha persa a forza di insistere in attesa di un servizio. Dura trattenersi, ma deve farlo, perché rischia di dire cose irriferibili. «Insomma - insiste - sarà pure che GPI (la ditta di Manzana che ha l’appalto del servizio Cup, ndr) è diventata un'azienda multinazionale, avendo acquisito ditte ed impianti in giro per l'Europa, ma noi che viviamo qui e abbiamo bisogno di servizi, che facciamo?».

La cronaca narra di un tranquillo sabato mattina di inizio gennaio, sabato scorso. Il nostro digita il numero del Cup, Centro unico di prenotazione dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari. Chiama perché ha bisogno di una visita per la figlia. L'orologio segna le nove e mezza. Prima di prendere la linea trascorrono circa cinque minuti, ma lo sfortunato non sa cosa lo attende. Perché attenzione, non è che prendere la linea significhi qualcosa dal punto di vista del risultato: ti metti semplicemente in coda.

Virtuale, quindi non stai in piedi, ma sempre coda è. Quando il risponditore automatico risponde fa sapere al malcapitato che risulta il numero 118. «Essendo un risponditore automatico - fa la faccia truce il chiamante - non puoi nemmeno prendertela con qualcuno, chiedere spiegazioni, brontolare, piangere, raccomandarsi».

Al nostro non resta che lasciare acceso sul tavolo il cordless con il vivavoce attaccato.Passano i minuti. Alle 10.17 la voce maschile avverte: «Attualmente lei è il chiamante numero 104 in attesa di parlare con un operatore».

La musica (bisogna dire decisamente solenne e pure un po' triste) sparge le sue note nella cucina, ma risultati zero. Alle 10.19 viene interrotta da una voce femminile che scandisce: «Se desidera essere contattata da un operatore quanto prima, digiti 9».Quando l'orologio si avvicina alle 11 c'è uno scatto di ottimismo: infatti la voce informa: «Attualmente lei è il chiamante numero 72 in attesa di parlare con un operatore. Grazie per la sua pazienza».

Che sta scendendo velocemente come la sabbia nella clessidra.Passa mezzogiorno e la voce acclama: «Attualmente è il chiamante numero 14...». Il tempo passa e la sabbia della pazienza scende nella clessidra. Fino alle 12.30, quando la batteria del cordless rischia di fare la fine della pazienza dell'imprenditore e della moglie. Ma ecco il colpo di reni: è fatta.

Ottenuta la linea e prenotata la visita. Però, quasi tre ore sono tante da sopportare, sia pure per la salute della bambina. Resta un pizzico di amarezza nelle parole di Povinelli, da dottore di ricerca in genetica animale: «Non sarà un'impresa tanto difficile per il Coronavirus, al contrario di noi capacissimo e desiderosissimo di dare continuità alla sua specie, impadronirsi del condominio mondo se questa è l'efficienza e la competitività dell'esercito che gli si contrappone».

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