Covid / L’allarme

Il Trentino in «zona arancione»? Per Fugatti non da venerdì: fuori soglia per due parametri su tre, ma «siamo una provincia piccola»

Il presidente ha spiegato le cifre della valutazione: siamo i peggiori d’Italia per le terapie intensive e fuori quota per l’incidenza del contagio. Ma per le ospedalizzazioni, basta togliere il numero delle rianimazioni e siamo ancora in linea. E il presidente se la prende con chi critica

DATI Oggi due decessi e oltre 3 mila nuovi contagi in Trentino
28 DICEMBRE Per Failoni eravamo "più vicini al bianco"

TRENTO. Con un deciso balzo dei contagi e un ulteriore aumento delle ospedalizzazioni, il Trentino ce la farà a non diventare «zona arancione»?

Il presidente Fugatti, nella conferenza stampa di oggi alla quale non ha partecipato l’assessore alla salute Segnana, è ottimista. Anche se due parametri su tre sono fuori scala e la nostra provincia ha il più alto tasso di occupazione delle terapie intensive d’Italia.

«La nuova classificazione nazionale si fa il venerdì, su dati di mercoledì e giovedì. Se la situazione non dovesse precipitare improvvisamente nelle prossime ore, io credo che non diventeremo arancioni» ha detto il presidente.

Il suo calcolo parte dal fatto che due parametri sono completamente fuori scala in Trentino: «La determinazione della zona arancio – ha detto – si basa su tre fattori. Per quanto riguarda le terapie intensive lo abbiamo ampiamente superato, e siamo in vetta alla classifica nazionale. Per quanto riguarda l’incidenza del contagio, visto gli oltre 3 mila positivi di oggi, anche. Ma per le ospedalizzazioni  siamo ancora sotto la soglia».

Come è possibile? Fugatti illustra: «Abbiamo ad oggi 150 persone ricoverate, ma se a questo numero togliamo le 28 in terapia intensiva, abbiamo 122 pazienti ospedalizzati nei normali reparti. La soglia arancione scatterebbe a 155, ma noi detratte le rianimazioni, siamo a 122» dice Fugatti.

Secondo il presidente della Provincia «Anche per le terapie intensive siamo su numeri alti, ma teniamo presente che siamo un provincia piccola, e quindi anche poche unità in più o in meno, fanno cambiare sensibilmente la percentuale, perché anche pochi ricoveri incidono molto».

Pochi si lamentano, ma la maggioranza silenziosa...

Fugatti durante la conferenza stampa si è lasciato andare a un duro sfogo contro "quei pochi che si lamentano", contrapposti alla "maggioranza silenziosa" dei trentini che invece apprezzano il lavoro delle strutture sanitarie.

"I pochi che si lamentano sulle chat e nei socil non rappresentano la grande maggioranza dei trentini, che invece apprezzano il lavoro che i professionisti della sanità stanno facendo" ha esordito.

Per Fugatti "Ci sono tanti trentini silenziosi, che ci sostengono. Con 3 mila nuovi contagi al giorno, non possiamo pensare che tutto sia come prima. Il personale sanitario è uguale a due anni fa, e deve fare oltre a quello che già faceva, tutta l'emergenza. Contiamo inoltre che dal personale sanitario diciamo normale vanno tolti i no-vax, e quelli contagiati o in isolamento per contatto. Quindi stiamo facendo in queste condizioni l'ordinario, ed anche lo straordinario, compresi i tamponi, i vaccini che ogni giorno vedete fare nelle strutture di tutto il Trentino".

Per Fugatti "Servirebbe più personale, e noi vorremmo assumere 100 infermieri in più, ma non si trovano, e non li trova nessuno in Italia, non ci sono".

Per il presidente "Il trentino che si lamenta lo troveremo sempre, fa parte del dialogo democratico e della libera espressione, ma la maggior parte dei trentini non è così".

comments powered by Disqus