Covid / Il caso

Fugatti annuncia: «In Trentino le scuole riaprono il 7 gennaio, ci spiace che il governo chieda la DAD per gli studenti non vaccinati»

Molti presidenti di Regione chiedevano un prolungamento delle vacanze, in presenza di una forte ondata di contagi, ma il presidente trentino è soddisfatto: «Accolte molte nostre richieste, scuola in presenza il più possibile»

TRENTO. Il presidente Fugatti ha annunciato poco fa che la ripresa delle lezioni – in Trentino – sarà da venerdì 7 gennaio (per un solo giorno, poi si chiude per il weekend).

Afferma il comunicato: «Le scuole trentine che hanno previsto nel proprio calendario scolastico la ripresa delle lezioni questo venerdì riapriranno. E le altre lo faranno dal 10 gennaio».

Fugatti ha sciolto la riserva dopo la conclusione della Conferenza Stato-Regioni tenutasi oggi pomeriggio prima del Consiglio dei ministri, nella quale molti presidenti di Regione chiedevano uno slittamento, a causa della diffusione del contagio.

Fugatti invece è soddisfatto: «E' importante che le scuole possano proseguire in presenza - sottolinea il presidente - Come richiesto dalle Regioni, solo se si verificheranno contagi nelle scuole si attiverà la Dad».

Per il presidente «L'amministrazione provinciale intende quindi dare un messaggio alle famiglie e agli studenti trentini in modo tale che si possano organizzare».

«Le scuole in Trentino venerdì riaprono, secondo le modalità consuete - sottolinea il presidente Fugatti - Questo è il messaggio che vogliamo mandare alle famiglie e agli studenti trentini".

A riaprire saranno tutte le scuole dell'infanzia, nonché le primarie di primo grado e le secondarie di primo e secondo grado che hanno deciso di riprendere l'iter scolastico da venerdì 7 gennaio. Le altre riapriranno la prossima settimana».

Rispetto alla Conferenza Stato-Regioni, la Provincia autonoma esprime invece contrarietà per la decisione prospettata dal Governo nazionale di prevedere alle scuole superiori la Dad per i non vaccinati una volta raggiunta una certa quota di contagi. «Non siamo d'accordo non perché siamo contro il vaccino, ma il tema è che riuscire a organizzare le lezioni per una parte in Dad e una parte in presenza è difficile e rischia di discriminare dal punto di vista scolastico. Abbiamo chiesto quindi al Governo di andare in Dad per tutti o per nessuno dopo una quota di contagi all'inerno della classe».

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