Appalti / Il buco

Mega-svincolo di Trento Nord, il cantiere è fermo e la ditta chiede il concordato preventivo: l’opera così è a rischio

Emaprice va dal giudice fallimentare, una tegola per la Provincia che vede i tempi allungarsi. E la stessa ditta doveva iniziare la circonvallazione di Cles e il polo fieristico di Riva

di Domenico Sartori

TRENTO. Già scontava ritardi. Ritardi di mesi, per ragioni oggettive, imponderabili in fase di progettazione e al momento della consegna del cantiere. Fatto è che il grande cantiere dello svincolo per l'interporto è fermo. Ruspe e mezzi sono abbandonati allo sguardo di chi transita sulla tangenziale est di Trento. La ragione della sospensione? Emaprice spa ha fatto ricorso di un concordato preventivo con riserva alla sezione fallimentare del tribunale di Treviso.

Insomma, l'azienda che dal 2015 ha sede legale a Bolzano in piazza Walther Von Vogelweide ma sede principale ed effettiva a Possagno (e questo spiega il ricorso al tribunale di Treviso) è in serie difficoltà.

Ai piani alti della Provincia, dove si monitorano le opere pubbliche, è palpabile la preoccupazione. Perché mica è chiaro quale scenario possa prospettarsi. Tutto dipenderà dalla decisione del tribunale.

La scelta del ricorso alla procedura concorsuale è stata deliberata all'unanimità dal consiglio di amministrazione, lo scorso 9 dicembre, e depositata nei giorni successivi in tribunale, con allegati relazione patrimoniale, elenco dei creditori, valore dei beni, da cui emerge che Emaprice «si trova in stato di crisi e non è in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni», e proposta di piano di ristrutturazione dei debiti.

Un fulmine a ciel sereno. Certo, una percezione di difficoltà c'era nei rapporti con fornitori e subappaltatori. Ma in Provincia non si aspettavano tali sviluppi. Il bilancio di esercizio 2020, approvato dall'assemblea di soci lo scorso luglio, registra un utile di 962.605 euro (800 mila l'anno prima e 556 mila nel 2018), con ricavi di aumento, da 61 a 67,9 milioni ed una posizione finanziaria netta negativa, ma in miglioramento: da -21,34 a -8,24 milioni.

La sospensione dei cantieri causa Covid, nel 2020, ha peggiorato le cose. Ad esempio, è slittata l'apertura del centro commerciale di Pederobba, ed il ritardo dell'incasso, che però ha salvato il bilancio, ha aggravato lo stato della liquidità. Tuttavia, pur nell'incertezza data dalla pandemia, dai prezzi delle materie prime e dalla loro reperibilità, la spa della famiglia Daniele (presidente è Christian Daniele, 230 addetti in organico) ancora in luglio pensava di riuscire a scavallare il 2021 con risultati positivi grazie al portafoglio lavori acquisito.

Quello dello svincolo sulla tangenziale è un cantiere che ha vissuto più di un problema. È un progetto da 30,5 milioni di euro, co-finanziato da Autostrada del Brennero spa. Concepito nel 2007, con bando pubblicato nel 2011, fu poi sospeso e fatto ripartire nel 2015. Ci fu un vincitore, nel 2016: la cordata formata da CCC di Modena, Collini Lavori, Consorzio Lavoro Ambiente ed Ediltione. Che però, sorprendentemente, rinunciò al business, con una giustificazione: «Abbiamo verificato i limiti del progetto».

Alla fine, il 4 aprile 2019, i lavori finirono ad Emaprice che si era presentata con il progettista Konrad Bergmaister. Altro inciampo: un'indagine della procura per il possibile conflitto di interessi, perché Bergmeister era direttore di Autobrenennero a metà anni Duemila, quando la società autostradale deliberò il co-finanziamento (12 milioni) dell'opera. In corso di esecuzione, nella realizzazione dello svincolo, altra sorpresa: la Provincia cambia, nel luglio 2020, l'impostazione progettuale, riconoscendo che il flusso di traffico est-sud (cioè dalla statale 47 della Valsugana) è prevalente rispetto a quello nord-sud, da e verso l'interporto lungo la provinciale 235. Da qui la necessità di riconsiderare, con una modifica al progetto, l'asse prioritario. Che era poi l'obiezione di Collini Lavori e soci.

I ritardi si accumulano però per la falda: più acqua del previsto, ed il sistema di pompaggio non è in grado di rispettare i tempi. I lavori, sulla carta, sarebbero dovuti finire il prossimo aprile. «La richiesta di una maggiore capacità di pompaggio ha fatto perdere mesi» dice l'ingegner Luciano Martorano, dirigente del Dipartimento infrastrutture della Provincia. Quanto al concordato, Martorano aggiunge: «C'è preoccupazione, avevamo qualche sentore, ma non ci aspettavamo questa evoluzione. Ci sono due ipotesi: se il piano viene accettato, in aprile si può ipotizzare la ripresa del cantiere. Ma c'è da capire se il cantiere rientra o no nel piano. In teoria, potrebbe subentrare chi seguiva in graduatoria (Codelfa di Tortona, ndr), alle condizioni contrattuali di anni fa». Nel frattempo, sono però aumentati i prezzi.

Un bel guaio, insomma. Tanto più che Emaprice, con Technik Bau e Collini Lavori, si è vista assegnare nel 2018 dalla Provincia i lavori della circonvallazione di Cles (43 milioni) e, quest'anno, da Patrimonio del Trentino (immobiliare della Provincia), la commessa relativa all'ampliamento del centro fieristico di Riva del Garda (8,4 milioni). 

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