Pandemia / Il caso

"Fugatti sempre in giro a farsi i selfie ai centri vaccinali": l'accusa dei sindacati della sanità e la tournée del presidente

In pochi giorni quattro conferenze stampa, 13 comunicati, circa 40 fotografie e una decina di video confezionati dall’ufficio stampa della giunta. Ma a fin di bene: c’era da convincere tutti a farsi fare la dose

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di Gigi Zoppello

TRENTO. La Maratona vaccinale di quattro giorni era molto importante. Uno sforzo decisivo per frenare il contagio, e un argine al possibile arrivo di nuove restrizioni. Ma è stato affrontato dalla giunta provinciale anche con un grandissimo sforzo mediatico, con gli assessori inviati in ogni angolo del territorio (ovviamente per competenza elettorale: Failoni a Tione, Segnana a Borgo, e via dicendo) e un protagonista indiscusso: il presidente Maurizio Fugatti.

Sempre in prima fila, fin dalla prima conferenza stampa in cui stabiliva che l’obiettivo era 100 mila somministrazioni, fino al comunicato stampa finale (le dosi sono 70 mila), con una curiosa involontaria analogia fra i numeri dei vaccini e quelli degli spettatori di Vasco (anche lì, 100 mila annunciati, e 70 mila biglietti venduti).

Per Fugatti, un vero record. 13 comunicati stampa, circa 40 fotografie e una decina di video confezionati dall’Ufficio Stampa della giunta. Uno sforzo di uomini e di mezzi, che ha avuto come risultato una presenza mediatica senza pari, che ci riporta all’inizio della pandemia quando una diretta Facebook al giorno portava Fugatti nelle case dei trentini quotidianamente. Insomma, un capolavoro (dal punto di vista dell’audience).

Una sovraesposizione che non è piaciuta a tutti. Ad esempio non è piaciuta ai sindacati, tutte le sigle del comparto Sanità, che hanno iniziato il loro comunicato stampa di martedì con la frase «mentre Fugatti è in giro a farsi i selfie nei centri vaccinali, chiudono il reparto di pneumologia al Santa Chiara». 

Oggi l’ultima comunicazione: in attesa di una conferenza stampa serale, il testo: Dobbiamo dire 70 mila grazie a tutti i cittadini trentini che in questi 5 giorni di maratona hanno deciso di procedere alla vaccinazione e dare fiducia al percorso dei vaccini. Una scelta di responsabilità collettiva e di generosità che ha permesso di raggiungere questo grande risultato». Con queste parole il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha commentato il successo della maratona vaccinale, che dal 4 all’8 dicembre ha coinvolto 13 hub vaccinali su tutto il territorio provinciale aprendo le proprie porte dalle ore 6 alle ore 24 per permettere a tutti i cittadini trentini, anche senza prenotazione, di procedere con la vaccinazione. «70 mila vaccinazioni – ha sottolineato Fugatti – che saranno utili per mettere in sicurezza il sistema sanitario trentino e per aiutare il sistema economico a provare a reggere una situazione che, come sappiamo, è delicata».

Un’iniziativa di successo, che non è però riuscita a coinvolgere tutti gli indecisi che hanno scelto di non farsi proteggere dal vaccino. «Ciò che è mancato – ha ribadito Fugatti - sono le cosiddette prime dosi. I numeri, seppur non definitivi, parlano 4 mila prime dosi su un parterre di 75 mila persone. Fanno riflettere soprattutto coloro che fra i 30 e i 60 anni decidono ancora di non vaccinarsi. Dobbiamo prenderne atto».

Un ringraziamento speciale il Presidente della provincia autonoma di Trento – che in questi giorni ha visitato diversi punti vaccinali sul territorio, tra cui stamattina Cavalese e Sen Jan - lo ha rivolto alla macchina organizzativa e ai tanti professionisti e volontari che «sono ancora lì a lavorare e che hanno garantito un’organizzazione perfetta».

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