Politica / Istituzioni

Le Comunità di valle? Non saranno cancellate. E non cambieranno nome (perché costerebbe 4 milioni di euro)

L’assessore Gottardi ne parla davanti ai sindaci trentini, gli enti intanto sono commissariati da anni ma la giunta adesso promette che la riforma sarà presentata nella primavera del prossimo anno

TRENTO. Le Comunità di Valle non cambieranno nome, non foss'altro perché un simile restyling di pura forma costerebbe dai 3 ai 4 milioni di euro di burocrazia. E non saranno cancellate. Resteranno enti intermedi in cui però avranno un ruolo preponderante i sindaci. Queste le poche anticipazioni che l'assessore provinciale agli enti locali Mattia Gottardi ha concesso, domenica mattina, davanti alla platea dei sindaci emeriti riuniti in assemblea, che chiedevano di avere lumi sul futuro della riforma istituzionale. Con una assicurazione: entro primavera il disegno di legge approderà in aula, quindi già entro fine gennaio potrebbe arrivare sul tavolo in cui è previsto si compia la vera mediazione: il Consiglio delle Autonomie.

La cui voce, per altro, ieri è arrivata da Stefano Bisoffi (giunta del Cal), che è pure commissario di comunità (la Vallagarina). E che ha invitato, pur nella necessità di analizzare un nuovo assetto istituzionale, a non perdere il necessario pragmatismo: «Le comunità ad oggi gestiscono soprattutto servizi. Vorrei che ci ricordassimo di questo, quando parliamo del futuro delle Comunità di valle».

Il titolo dell'incontro promosso a margine dell'assemblea - "Il ruolo delle Comunità di Valle: prospettive future" - unito alla presenza dell'assessore Gottardi, prometteva anticipazioni. All'assessore premeva innanzi tutto evidenziare quanto fatto per i Comuni sul fronte dello sblocco delle assunzioni e sul tema risorse: «Sul perequativo abbiamo messo 4 milioni in più».

Quanto alle Comunità, è partito dalle critiche: «Dovevano essere un luogo di programmazione territoriale e sociale. Ma la verità è che dove c'erano temi controversi non si è deciso niente. Penso alle aree sciabili in Giudicarie, all'alta val di Non, dove di urbanistica non si è nemmeno dibattuto. Perché si dovrà pur tener conto, dopo 10 anni, che se non c'è politica, non c'è coesione territoriale. Da qui è partita la nostra riflessione, per dire che serve un cambiamento».

In quale direzione lo fa solo intendere: «Dalle norme d'attuazione non possiamo prescindere da una commissione urbanistica che rappresenti i consigli comunali. Per il resto, le assemblee con deleghe di secondo livello poi non rispondono a nessuno, la giunta alla fine risponde alla conferenza dei sindaci. Il nostro intendimento, per quanto riguarda la governance, è quella di darla ai sindaci. Deve tornare centrale il ruolo dei Comuni. Solo così c'è speranza che acquisisca centralità ovunque la programmazione del territorio».

La replica è arrivata dal commissario della Comunità della Vallagarina Stefano Bisoffi: «Va bene discutere del ruolo politico dell'ente, ma nel dibattito non dimentichiamoci che eroga servizi ai cittadini. Tanti: dall'edilizia privata al sociale, dal diritto allo studio all'urbanistica, mi sembra difficile ridarli in capo ai Comuni o alla Provincia. Il Ptc (piano territoriale di comunità) oggi è strumento di pianificazione, la comunità della Vallagarina ha dato parere su 13 Prg. Se c'è volontà, i territori possono rispondere. Non guardiamo solo agli esempi che non hanno funzionato».

E sui servizi la rassicurazione è arrivata da Gottardi: «Non toglieremo né competenze né servizi. Dove possibile, possiamo anche implementare. Ma non c'è una soluzione che va bene per tutti». Altro non dice. La bozza di riforma sarà spiegata prima al Cal. Ma quando? «La legge andrà in aula entro primavera - assicura Gottardi - quindi forse già a fine gennaio».

Il fatto è che l’abolizione delle Comunità di Valle (e del Comun General de Fascia) è stato un cavallo di battaglia della Lega Nord per anni. Nel 2011 il Carroccio fece i banchetti nelle piazze per raccogliere le 8 mila firme necessarie ad un referendum popolare per chiudere le Comunità. Le firme furono consegnate solennemente al Consiglio Provinciale nel 2012 dall’onorevole Maurizio Fugatti e dal senatore Sergio Divina al termine di una aspra campagna mediatica, nella quale si distinse l’allora leghista Franca Penasa, che fu protagonista – sul tema – di un memorabile scontro con Lorenzo Dellai. 

Il referendum si tenne il 29 aprile 2012, ma ebbe soli 67 mila votanti.

L’abolizione delle Comunità di Valle è anche nel programma elettorale delle ultime provinciali della Lega Salvini Trentino: a pagina 9, dove c'è scritto ''abolizione delle Comunità di Valle con la nascita dei Distretti che saranno gestiti dalla “conferenza dei sindaci''». 

 

Amarcord: Era il 2012 e la Lega Nord iniziava la sua battaglia per eliminare le Comunità di Valle

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