Pandemia / Il caso

Personale sanitario sospeso, in Trentino duecento lavoratori presentano un maxi ricorso al Tar

Sono assistiti dal costituzionalista Daniele Granara, che segue cause simili anche in altre città: chiedono l'annullamento della norma che nell'aprile scorso ha introdotto la vaccinazione obbligatoria per chi lavora in ambito sanitario

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TRENTO. La battaglia contro l'obbligo vaccinale passa sempre più attraverso le aule di giustizia.

Circa 200 sanitari trentini - medici, infermieri, dentisti ma anche inservienti delle pulizie - hanno promosso un unico corposo ricorso al Tar per chiedere l'annullamento della norma che nell'aprile scorso ha introdotto la vaccinazione obbligatoria per chi lavora in ambito sanitario.

I ricorso è stato curato dal professor Daniele Granara, docente di diritto costituzionale all'Università di Genova e autore di altri ricorsi analoghi pendenti davanti ai Tar in Liguria, Lombardia, Piemonte.

A Trento i ricorrenti non hanno chiesto la sospensione cautelare del provvedimento impugnato e dunque si va direttamente all'udienza di merito che si terrà a marzo 2022. «Ma non è una battaglia no vax - precisava al Giornale di Brescia il professore universitario - ma una battaglia democratica. Qui si obbliga una persona a correre un rischio e se non lo corre gli viene impedito di svolgere la professione» spiega l'avvocato.

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