Pandemia / L'intervista

Battiston: «Ecco perché il Trentino è più protetto dell'Alto Adige: la differenza principale data da quel 7% di vaccinati in più»

Parla il professore di fisica sperimentale all'Università di Trento e coordinatore dell'Osservatorio dei dati epidemiologici: «Nelle prossime settimane potremmo vedere gli effetti concreti dell'accresciuto rigore grazie al super green pass»

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TRENTO. Il Trentino ha il 7% in più di vaccinati dell'Alto Adige. Ha alzato una difesa più robusta contro il rischio di limitazioni e zone rosse.

Ma ora occorre uno sforzo ulteriore contro una variante Delta estremamente contagiosa: la terza dose è decisiva, è importante introdurre il super green pass e, una volta autorizzati, immunizzare anche i bambini sotto i 12 anni.

Lo sostiene Roberto Battiston, professore di Fisica sperimentale all'Università di Trento e coordinatore dell'Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.Battiston, in questa pandemia c'è un dato ricorrente: il Trentino insegue l'Alto Adige con 3 settimane di ritardo. Anche adesso: il numero dei contagiati è praticamente uguale a quello dell'Alto Adige di 20 giorni fa. E ieri in provincia di Bolzano sono tornate le zone rosse.

«Ho visto».

Professore, lei pensa che il Trentino rischi le stesse chiusure, proprio alla vigilia delle feste di Natale?

«Bella domanda...».

Non avremmo mai voluto farla.

«...ma non credo sia questa la chiave di interpretazione di quanto sta accadendo nelle due province».

Qual è, allora?

«Le dinamiche nelle due province sono diverse. Certamente nelle ultime settimane l'indice Rt del Trentino si è posizionato tra 1,2 e 1,3 e gli infetti attivi hanno cominciato a crescere in maniera significativa. Oggi siamo a 137 per 100mila abitanti, alla settimana. L'Alto Adige, nel frattempo, è arrivato a 450 per 100mila».

Tre volte tanto. Anzi, di più.

«Valori molto diversi anche se la tendenza alla crescita è evidente pure in Trentino».

Purtroppo.

«Attenzione: l'Italia nel suo complesso ha un valore di 114 per 100mila abitanti...».

… e il Trentino fino a due settimane fa era sotto la media, mentre Bolzano era più di tre volte sopra.

«In molti, naturalmente, si sono posti la domanda: come mai due province così simili per numero di abitanti, attaccate l'una all'altra e non separate da barriere naturali, mostrano una differenza così grande riguardo all'incidenza del virus?».

Glielo chiediamo anche noi, Battiston: come mai?

«Un fattore c'è: in Trentino la percentuale dei vaccinati è superiore di 7 punti, 85% contro 78%».

Nella "classifica" italiana Trento è nel gruppo di testa e Bolzano è penultima.

«La differenza di 7 punti può sembrare piccola, ma piccola non è».

Chiaro.

«Detto questo, i contagi stanno crescendo in tutta Italia, anche in Trentino e forse in un modo più rapido di prima, ma non c'è nessuna evidenza che si arrivi ai numeri altoatesini. Sarebbe una stima troppo approssimativa. Proprio ora, tra l'altro, il Governo sta varando misure specifiche a livello nazionale per contrastare questa recrudescenza, come il green pass anche per i trasporti. E sta studiando se sia il caso di aprire alla vaccinazione dei bambini sotto i 12 anni. Nelle prossime settimane potremmo vedere gli effetti concreti dell'accresciuto rigore».

Le nuove misure possono incidere sulla crescita e l'intensità del virus.

«È così. La terza dose è già operativa. Il Governo ha ben chiara in testa la direzione da seguire per cercare di contenere la pandemia, ma fino a quando tutte le misure non saranno applicate non sapremo come andrà a finire».

L'Italia è tra i Paesi messi meglio in Europa. O meno peggio, diciamo così.

«Ma se non aumentiamo ulteriormente le difese rischiamo che nel prossimo mese, mese e mezzo, il peso sugli ospedali diventi fortissimo. E le difese più importanti - terza dose, e, in futuro, la vaccinazione degli under 12 - hanno una forza formidabile quando raggiungono una grande frazione della popolazione interessata: 45 milioni di italiani per la terza dose - ora siamo al 10% - e 6,6 milioni di ragazzi sotto i 12 anni, categoria in cui ora siamo a zero vaccinazioni».Le terze dosi non sono molte, finora.«Siamo a 4 milioni e 700mila, più del 10% della platea vaccinata. Una percentuale che comincia a essere importante».

La terza dose sembra proprio decisiva, visto che a 6 mesi dalla seconda il vaccino perde gran parte della propria potenza.

«Con la terza dose l'insensibilità al contagio supera il 95%, rispetto all'attuale 80%».

Speriamo sia vero. E un'altra cosa, professor Battiston: siamo alla vigilia del super green pass, ma quale beneficio può portare alla comunità una misura che esclude dalla vita sociale - non dal lavoro - solo il 15% della popolazione?

«Il meccanismo del green pass serve a isolare i non vaccinati dal pericolo del contagio. Ci sono intere famiglie non vaccinate: rafforzare il green pass significa proteggerle. Significa limitare gli incroci tra vaccinati e contagiosi non vaccinati. Separare questi due mondi dovrebbe portare a un beneficio».

Lei dice?

«La direzione è quella giusta. Dopo 15 giorni di green pass rafforzato se ne potrebbero misurare gli effetti. Anche per il green pass "normale" è stato così: in estate siamo passati in pochissime settimane dalla crescita del numero degli infetti alla discesa, iniziata nella seconda metà di agosto».

Il Governo porta la validità del green pass da 12 a 9 mesi. Ma la doppia vaccinazione è debole già dopo 6…

«Quando si stabilì una validità di 12 mesi non avevamo l'esperienza che abbiamo oggi. Il green pass è un certificato, un pezzo di carta: non dobbiamo affidarci a un pezzo di carta ma seguire le indicazioni della medicina».

...che pian piano migliora, grazie proprio all'esperienza accumulata "sul campo".

«E non dimentichiamolo: abbiamo vari esempi di malattie che richiedono uno o più richiami. È abbastanza normale. In più, la variante Delta del virus è estremamente aggressiva. Uno dei virus più aggressivi che conosciamo».

Lo abbiamo capito.

«Il fatto che con due dosi di vaccino il rischio di malattia grave sia stato praticamente azzerato dev'essere considerato un risultato straordinario della ricerca scientifica. La "correzione" con una terza dose rientra nella normalità delle cose. Va colta come un'opportunità».

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