Il progetto / Civici

Il centrosinistra guarda al 2023: 107 firme a sostegno dell’ “Appello per un nuovo progetto di sviluppo del Trentino”

L'obiettivo è la nascita di un'associazione, da chiamare Campobase, che vada sui territori e organizzi incontri per costruire dal basso un programma di sviluppo del Trentino dei prossimi anni

TRENTO. Parte dall' "Appello per un nuovo progetto di sviluppo del Trentino" l'iniziativa di un gruppo di persone per riportare la politica tra la gente della nostra provincia, nelle valli, sugli altopiani, nelle città. «Non è un programma elettorale», dicono gli estensori dell'appello. È dunque prematuro parlare di candidature in vista delle elezioni provinciali del 2023.

«Nelle prossime settimane il laboratorio diventerà Associazione per chi vorrà far parte del progetto di rilancio. Sarà aperta a tutte le persone che si richiamano ai valori popolari, autonomisti, riformisti, ecologisti e liberal-democratici». Il nuovo progetto si pone dunque nell'area di centrosinistra e vuole realizzare «ciò che a livello nazionale non si è riusciti a fare», dove tutti, in quell'area, vanno avanti «ognuno per proprio conto».

Tra i firmatari (107 le firme) molti amministratori locali, persone che lavorano nelle professioni, politici conosciuti, intellettuali. Ci sono, tra gli altri, Lino Benassi (presidente della Finanziaria Trentina), il politologo Gianni Bonvicini, Marcello Carli (consigliere comunale di Rinascimento Trento), l'ex senatore Vittorio Fravezzi, l'ex consigliere provinciale Guido Ghirardini della Margherita, l'assessora comunale di Trento Chiara Maule (Azione-Unione), il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer, quello di Rovereto Francesco Valduga (nella foto) l'ex presidente della Cooperazione Diego Schelfi, il professore di Economia dell'Università del capoluogo Sandro Trento, lo storico Armando Vadagnini e il sindaco di Rovereto Francesco Valduga.

L'obiettivo è la nascita di un'associazione, da chiamare Campobase, che vada sui territori e organizzi incontri per costruire dal basso un programma di sviluppo del Trentino dei prossimi anni. Le critiche alla destra che governa la Provincia da tre anni, ovviamente, non mancano. «Vorremmo contribuire alla nascita di un nuovo soggetto politico radicato sul territorio, che non sia l'importazione di un modello nazionale, perché vogliamo produrre politica, non consumarla soltanto».

«Non è il soggetto politico di Dellai e Paolo Piccoli», si tiene a precisare, «anche se Dellai e Piccoli hanno dato una mano. Non è la riedizione di vecchie esperienze: si parte dal basso e si mettono assieme le esperienze diffuse del territorio». In un momento storico, sta scritto, «dove l'indifferenza per il bene comune sembra soppiantata dal populismo, questo appello vuole riportare al centro delle piazze la responsabilità di ciascuno di noi, verso il futuro del nostro "Sistema Trentino"». Si punta a sfruttare «le potenzialità dell'Autonomia Speciale per fare del nostro territorio un grande laboratorio di costruzione del Nuovo Trentino che valorizzi le sue eccellenze imprenditoriali, rinvigorisca esperienze sociali e solidali positive, promuova una vera parità di genere, punti sulla scuola e la formazione continua».

Siamo nel mezzo di una stagione straordinaria per rischi e per opportunità, prosegue il documento. Un'occasione quasi irripetibile «anche per il Trentino: il rilancio dei risultati raggiunti nell'era pre-pandemia non è più sufficiente. Dobbiamo osare, avere una visione, ripensare il progetto politico, sociale ed economico del nostro territorio. Di più, dobbiamo definirne uno del tutto nuovo». Serve, si dice, «un aggancio più forte e convinto con Bruxelles» e anche «una rete di alleanze con altri territori», in primo luogo la Provincia autonoma di Bolzano, «territorio a cui guardiamo troppo spesso con distinguo e diffidenza».

Occorre anche «un Trentino più unito. Oggi il governo provinciale pare spesso lavorare per dividere e contrapporre gli uni agli altri. Non si lavora per comporre la trama comunitaria tra trentini di origine e "nuovi trentini"». Ancora, «dobbiamo accelerare la transizione verso un sistema più sostenibile in termini ambientali e cogliere tutte le occasioni offerte dalla rivoluzione tecnologica digitale».

E poi «basta con i sostegni generalizzati a pioggia: servono scelte coraggiose e progetti che portino ritorni concreti sulla collettività. Essenziale, in una fase come questa, stimolare lo spirito di impresa». È essenziale che la politica progetti nuovi interventi sulla scuola ma anche sulla formazione permanente.«Lo stato della politica oggi ci preoccupa», scrivono i firmatari. «Negli ultimi anni, anche in Trentino, la classe politica ha perso credibilità, capacità di guida, efficacia nell'azione».

E «anche in Trentino ampie parti della comunità sperimentano una paura crescente del futuro e di ciò che è "altro". A questi timori, le forze politiche della destra rispondono proponendo chiusura e soluzioni temporanee. Sono risposte del tutto inadeguate, ma che alimentano disinformazione e populismo. Non è questa la strada se vogliamo far crescere la coesione sociale e dare un futuro più sereno e sicuro alle nostre comunità».

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