Giustizia / Persone

Il professor Giovanni Pascuzzi nominato al Consiglio di Stato

Importante riconoscimento per l’avvocato e giurista trentino, che lascerà l’Università per il massimo organo di giustizia amministrativa a Roma

TRENTO. Per dieci anni è stato avvocato, per trenta professore all'Università di Trento dove insegna diritto privato comparato (e molto altro), ora il giurista Giovanni Pascuzzi a 62 anni cambia di nuovo vita. Dà l'addio al mondo dell'università per ricoprire l'incarico (prestigioso) di giudice del Consiglio di Stato, il massimo organo della giustizia amministrativa.

La nomina, che riguarda in totale sette nuovi magistrati, è stata deliberata dal Consiglio dei ministri. Pascuzzi entrerà nelle funzioni martedì prossimo, dopo il giuramento.

Come si diventa consiglieri di Stato di nomina governativa? Per Pascuzzi nel modo più semplice: «Qualche settimana fa - racconta - ho ricevuto una telefonata dalla Presidenza del Consiglio in cui mi si chiedeva se ero interessato. Ho accettato anche perché completo la mia vita professionale di giurista: prima avvocato, poi docente universitario, infine magistrato».

Il curriculum professionale di Pascuzzi è molto ricco, sia sul fronte della didattica, sia su quello della ricerca. Pascuzzi ha firmato anche numerose pubblicazioni(«ricordiamo solo l'ultimo libro sulla cittadinanza digitale - minimizza - è dedicato ai miei nipotini: si parla di diritto e tecnologie, binomio di cui mi sono occupato spesso, e di come cambia la nozione di cittadino in un mondo dominato dall'intelligenza artificiale, dalle reti, dagli algoritmi»).

Sul suo sito (www.giovannipascuzzi.eu) il docente descrive il suo impegno di giurista così: «Tratto di preferenza temi a confine tra saperi diversi. In particolare mi occupo di diritto e tecnologia. E sono convinto che il diritto stesso sia una tecnologia. Mi dedico con passione alla didattica. Insegno: Diritto civile; Diritto civile e scienze cognitive; Diritto dell'era digitale; Legal skills. Svolgo anche una intensa attività come editorialista. Penso che la felicità sia sapere chi si è e riuscire ad esserlo».

Pascuzzi all'interno dell'Università di Trento ha ricoperto anche importanti ruoli istituzionali: componente eletto del Senato accademico e, prima, direttore del Dipartimento e rettore vicario all'epoca di Davide Bassi, un incarico importante che Pascuzzi lasciò nel 2010 in contrasto con la provincializzazione dell'Università prevista dall'Accordo di Milano. Critiche, anche aspre, che Pascuzzi ha sempre manifestato con massimo rispetto per l'istituzione.

Ad oltre 10 anni dalla provincializzazione e dallo "strappo" di Pascuzzi, chi aveva ragione? «Io - replica - rimango convinto delle mie argomentazioni, ma prendo atto che ha vinto un altro modello di università». Tutto questo ora appartiene al passato: da martedì prossimo Pascuzzi indosserà la toga del consigliere di Stato: «Cosa mi mancherà? Il rapporto con gli studenti ma anche con i colleghi. Spero di essere ricordato come un buon professore e un valido studioso. Non so in che termini ma mi auguro che un collegamento con l'università di Trento riuscirò a mantenerlo. Vedremo».

Ai giovani che pensano di iscriversi a Giurisprudenza Pascuzzi consiglia di non tirarsi indietro: «Quello del giurista, declinato in tutte le sue forme, è un lavoro bellissimo».

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