Provincia / Il caso

L'esperto Mustoni: «Liberare l'orso M57 potrebbe essere pericoloso. In cattività si abituano all'uomo poi lo vanno a cercare»

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato parla il responsabile dell'Unità di ricerca scientifica del Parco Adamello Brenta

LA SENTENZA «La Provincia liberi M57», il Consiglio di Stato dà ragione a Enpa

TRENTO. Fa scalpore la decisione del Consiglio di Stato che accoglie il ricorso presentato dalle associazioni animaliste Oipa ed Enpa per la riforma della sentenza del Tar di Trento su M57. Ad aprile il Tar aveva ritenuto legittimo l'ordine di cattura impartito dal presidente della Provincia, Fugatti, nei confronti dell'orso che il 22 agosto 2020 aggredì un uomo ad Andalo.

Quella stessa notte M57 venne preso e rinchiuso nel recinto del Casteller.

L'annullamento del provvedimento di primo grado può portare alla liberazione di M57, anche se lo stesso Consiglio di Stato si premura di scrivere che la Provincia nell'esecuzione della sentenza «dovrà valutare se le condizioni attuali dell'esemplare M57 abbiano inasprito l'aggressività dello stesso al punto da suggerire l'adozione di misure diverse dalla sua liberazione».

Se la "prigionia" possa inasprire l'aggressività di un orso lo abbiamo chiesto a un esperto, Andrea Mustoni, responsabile dell'Unità di ricerca scientifica del Parco Adamello Brenta.

Mustoni, un orso catturato e tenuto più di un anno in un recinto può essere liberato senza rischi per l'uomo?

«Premetto che non so in quali condizioni venga tenuto e che tipo di contatto abbia avuto con l'uomo. Non ho mai visitato il recinto del Casteller».

Parliamo in generale.

«Okay, parliamo degli orsi bruni in generale».

Allora?

«L'orso è una specie particolare per ciò che riguarda il rapporto con l'uomo».

In che senso?

«Una volta tenuto in cattività si abitua alla presenza dell'uomo e questa abitudine gli fa perdere una parte della propria selvaticità. Quindi la maggior parte degli orsi tenuti in un recinto, soprattutto nel caso in cui abbiano avuto contatti con l'uomo, una volta liberati perdono la selvaticità di prima e possono maturare una maggiore confidenza nella presenza dell'uomo, e addirittura andarlo a cercare».

Addirittura!

«Siamo a conoscenza di almeno due tentativi di liberazione di orsi».

Quando avvennero?

«Negli anni Cinquanta e Sessanta».

E come andarono?

«Fallirono, proprio perché gli orsi andavano a cercare attivamente l'uomo. Ripeto: l'orso bruno ha caratteristiche diverse dagli altri animali. Stambecchi e camosci, per fare un esempio, restano selvatici anche dopo un periodo trascorso in recinto».

Insomma, Mustoni, liberare M57 potrebbe essere pericoloso.

«Se usiamo il condizionale, sì. Di sicuro. Potrebbe essere pericoloso. Anche se, come dicevo, non conosco le condizioni in cui sia stato tenuto. Nel caso in cui non abbia avuto contatti con l'uomo è difficile che abbia maturato l'abitudine alla sua presenza».

Ovviamente.

«Oltre a tutto questo vanno considerate le caratteristiche del singolo».

Gli orsi sono diversi l'uno dall'altro?

«Esatto. Ogni esemplare ha caratteristiche marcate. Gli orsi non sono... pecoroni. Dipende dunque dalle caratteristiche del singolo. Usando il condizionale, questo potrebbe essere un elemento che aggiunge rischio al rischio, quindi l'operazione che s'intende intraprendere dev'essere valutata con attenzione».

Il Consiglio di Stato suggerisce di valutare se sia praticabile la liberazione con radiocollare come per l'esemplare DJ3.

«Nel caso si decida di liberarlo, lo si fa con radiocollare. Mi pare abbastanza ovvio. Immagino sia semplicemente un'indicazione legata al tentativo di monitorare il comportamento del singolo orso».

In conclusione, Mustoni, se l'aspettava una sentenza di questo tipo riguardo a un orso che ha aggredito un uomo?

«Sinceramente non mi ero fatto un'idea. Non ho seguito la cosa e non entro nel merito. Non so quali elementi abbiano portato a una sentenza di questo tipo. Conoscendo gli orsi, però, penso ci debba essere attenzione».

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