Trasporti / Il rinnovo

Concessione per l'A22, ora la finanza di progetto è legge: ecco come funzionerà l'autostrada

A Salorno Fugatti e Kompatscher brindano al risultato arrivato a Roma con il via libera, al Senato, al decreto infrastrutture: si conferma così la soluzione di attivare un Ppp, partenariato pubblico privato

di Domenico Sartori

TRENTO. La finanza di progetto per A22 è legge, con il via libera, ieri pomeriggio al Senato, in sede di conversione del decreto infrastrutture: 224 votanti, 190 a favore, 34 contrari, nessun astenuto.

Un passaggio storico, per l'arteria voluta oltre 60 anni fa dagli enti pubblici territoriali, nonostante lo Stato remasse contro, perché i 314 km strategici di asfalto che oggi uniscono l'Italia all'Europa e dove passa il grosso delle merci, non interessavano.

È "storico" perché, se tutto andrà bene, si profilano all'orizzonte investimenti per oltre 6 miliardi di euro, con effetto moltiplicatore sul territorio.

Concessione A22 ora più vicina: Fugatti e Kompatscher spiegano perché

L'approvazione definitiva del Decreto infrastrutture al Senato, con la votazione nel primo pomeriggio, apre la strada a una nuova possibilità relativamente al rinnovo della concessione autostradale A22, scaduta nell'aprile del 2014 e oggi in regime di proroga. Spiegano tutto i presidenti delle due province, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher, e l’ad di Autobrennero, Diego Cattoni.

La soluzione individuata, la possibilità di attivare un Ppp (partenariato pubblico privato) attraverso la finanza di progetto, arriva dopo i ripetuti tentativi di arrivare ad una inhouse a totale partecipazione pubblica. Una via, concepita con il protocollo d'intesa del gennaio 2016, che si è rivelata oggettivamente impercorribile, stante la impossibilità di liquidare, tanto più dopo l'intervento della Corte dei conti, i quattro soci privati di Autobrennero (14,1575% del capitale) ad un valore condiviso.

La notizia del voto al Senato è arrivata mentre i due presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher, comunicavano con entusiasmo, nella sala del consiglio comunale di Salorno, l'esito positivo per lo sblocco della concessione.

A Salorno, luogo simbolo di confine, cuore di una regione in affanno. Perché questa è la realtà: Trento e Bolzano non collaborano su più fronti, energia, salute, facoltà di medicina, fondo per la non autosufficienza ancora al palo...

E pure su A22, la diversità di visione ha segnato gli ultimi anni. Va però dato atto che negli ultimi mesi, attorno alla finanza di progetto, hanno lavorato in stretta sinergia, condividendo il percorso anche con i soci del sud, da Verona a Modena.

Tant'è che, ieri, dopo Salorno, i due presidenti, accompagnati dal sindaco di Trento, Franco Ianeselli, e dal vertice di Autostrada del Brennero spa (il presidente Hartmann Reichhalter, l'ad Diego Cattoni, il direttore tecnico generale Carlo Costa) si sono fiondati a Mantova, per rendere pubblica la svolta anche ai territorio del sud.

«In un'ottica regionale, quando Trento e Bolzano lavorano assieme ottengono risultati nell'interesse dei loro territori. Abbiamo lavorato in silenzio, pancia a terra, fra alti e bassi, sapendo» dice Fugatti «di avere di fronte un governo bipartisan, con sensibilità diverse».

Fugatti cita la riunione a Roma del 6 agosto, con il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofali.

«Ci disse: "oggi si decide". E così è stato». Per il presidente trentino, la finanza di progetto garantisce la continuità aziendale ai soci pubblici e privati e la governance attuale: «Tema delicato, perché con le altre ipotesi (la inhouse, ndr) lo Stato avrebbe potuto influenzare le decisioni della spa». E a chi polemizza sulla soluzione, Fugatti ricorda che la finanza di progetto «è una gara con diritto di prelazione, nel rispetto della legge sulla concorrenza».

L'unica deroga, norma speciale per A22, è al codice degli appalti che non prevede la finanza di progetto per le concessioni autostradali scadute. Kompatscher mette in evidenza la logica del "Corridoio verde".

«La norma» dice è un punto di partenza. Come soci pubblici dovremo ora incaricare il cda di predisporre la proposta di finanza di progetto. Ed il piano investimenti dovrà prevedere, oltre alla cose note (viadotti, manutenzioni e altre opere), anche gli interventi per ridurre l'inquinamento, aumentare la digitalizzazione per gestire meglio A22 e ridurre gli incidenti. La norma ci permette di fare bene: ora, tocca a noi». Al senato è intervenuta Donatella Conzatti (Italia Viva).

«L'approvazione dell'emendamento per A22» commenta «è un successo. Ad A22 viene concessa una nuova via, quella del partenariato pubblico privato. Una via che supera sia precedenti e inidonei interventi legislativi, sia l'impasse creata da una stagione - ora finalmente conclusa - di diverse visione strategiche dei territori attraversati. Ora la mano passa ai territori. Auspico che non si butti il lavoro prezioso fatto a Roma».

L'ex ministro Danilo Toninelli (5 Stelle) che era per la "totalizzazione pubblica", è intervenuto sul project financing: «La storia - di memoria berlusconiana - della legge obiettivo ha dimostrato essere un totale fallimento».

In commissione lavori pubblici, prima del voto in aula, aveva espresso perplessità sulla nuova norma pro A22 anche il senatore veronsese del Pd, Vincenzo D'Arienzo. Mentre Gabriella Di Girolamo (5 Stelle) è arrivata a prefigurare che la nuova società prevista dal decreto infrastrutture e controllata dal Mef per gestire le autostrade oggi di Anas, «potrebbe forse fornire la soluzione anche per la A22».

Ma con la finanza di progetto si va in tutt'altra direzione. A margine dell'incontro di Salorno, il sindaco Ianeselli commenta: «La norma per A22 è un punto di inizio, una condizione abilitante per i territori che potranno decidere il loro destino, in una logica di sostenibilità e transizione ecologica. Sì, è una soluzione molto buona».

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