Pandemia / Le regole

In Trentino lavoratori "no green pass" sotto il 5%. Le imprese: va meglio del previsto

Confindustria, Confcommercio e Artigiani concordi: fortunatamente il primo giorno con obbligo di certificazione al lavoro ha causato disagi inferiori alle attese

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di Giorgio Lacchin

TRENTO. La montagna ha partorito un topolino. Si temeva potesse succedere chissà che, invece ieri sera, al termine della prima giornata dell'Età del Green Pass Obbligatorio per Lavorare, è stato un coro di "tutto tranquillo", "nessun problema".

A partire dal mondo delle imprese, per arrivare a negozi e servizi.«Nel 50% dei casi le aziende contattate telefonicamente - e ne abbiamo sentite un buon numero - riferiscono che i lavoratori assenti perché non in possesso del green pass ammontano al 3% del totale, anche meno», racconta Roberto Busato, direttore generale di Confindustria Trento.

«Pochissime quelle in cui si arriva al 10%. Possiamo dire, dunque, che sia andata meglio del previsto. Non solo: nelle prossime settimane prevediamo che questa percentuale cali ulteriormente. In molti hanno prenotato la vaccinazione o i tamponi».

Green pass senza criticità nei luoghi della Cooperazione trentina: parla il direttore Alessandro Ceschi

"Dobbia registrare con soddisfazione che il settore della Cooperazione ha trovato risposte favorevoli, con grande responsabilità da parte di tutti. In situazioni particolari, come per gli stagionali in val di Non, abbiamo anche organizzato punti per i test covid": così il direttore generale Alessandro Ceschi descrive l'esordio, ieri, dell'obbligo di green pass nel variegato mondo delle coop

- VIDEOINTERVISTA A CURA DI DANIELE PANATO

Alcune aziende paventavano problemi seri alla vigilia, «ma in realtà i dipendenti si sono presentati al lavoro, alcuni anche vaccinati. Noi, del resto, abbiamo portato avanti un'azione convinta di comunicazione che speriamo invogli la gente a vaccinarsi. Perché la vaccinazione - lo si vede chiaramente - evita molte complicazioni che il virus porta con sé».

Suoniamo al campanello dell'altra "parrocchia", quella di Confcommercio, ma la musica non cambia.

«Se doveva essere una mattinata difficile, con la nostra segreteria occupata a rispondere agli associati in difficoltà, ebbene, non è stato così», dice tutto d'un fiato il vicepresidente provinciale Marco Fontanari.

«Ma l'avevamo previsto e non temevamo alcun blocco per le nostre attività. Tre giorni fa sapevamo che la percentuale di quelli senza green pass era sotto il 10%. Ora è scesa ulteriormente: siamo sicuramente sotto il 5%. In molti fanno il tampone. Si conferma, in questo modo, il senso di responsabilità della stragrande maggioranza delle persone, che tiene all'impresa e naturalmente al proprio lavoro». In pochi hanno avuto problemi, «e più che altro - questa la sensazione - perché i dipendenti non sono riusciti a fare il tampone in tempo. Dopodiché», conclude Fontanari, «il chiarimento arrivato dal Governo ci dà una bella mano (l'importante è che il green pass sia valido all'ingresso in azienda, anche se poi scade prima della fine del turno, ndr)».

Ultima tappa, gli Artigiani. Ecco la voce del presidente dell'associazione, Marco Segatta: «I dati li avremo solo a fine mese, minimo tra una settimana, ma non sono state segnalate criticità particolari. Neppure problemi in fase di controllo del green pass.

Non si può negare, peraltro», ammette Segatta, «che la norma sul certificato verde abbia avuto un certo impatto dal punto di vista degli adempimenti burocratici richiesti: la preparazione della documentazione, i controlli, gli avvisi ai dipendenti. Il supporto dell'Associazione alle aziende è risultato dunque prezioso. Sulle ripercussioni della norma, comunque, è ancora presto per trarre delle conclusioni: lo capiremo tra qualche tempo. Di certo anche noi abbiamo notato un notevole aumento dei tamponi».

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