Sanità / Il progetto

Nuovo ospedale, De Col: «Si va avanti con Guerrato I contratti vanno rispettati»

Il commissario per la realizzazione dell'opera provinciale replica alle critiche e ricorda tuttavia che nel bando si prevede che l'impresa è tenuta ad apporre modifiche successive, in seguito all'analisi delle esigenze interne

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di Barbara Goio

TRENTO. La strada è irta di ostacoli, ma si va avanti. Questa in estrema sintesi la vicenda del Not, il Nuovo Ospedale di Trento la cui costruzione, tra alti e bassi è in ballo dal 2011.

E le esternazioni dell'ingegner Paolo Marini, che sulla vicenda ha costruito un corposo dossier ricco di riferimenti, dati, annotazioni e critiche, non va a intaccare, almeno formalmente, l'iter in corso.

La Guerrato di Rovigo è ora la ditta che si è regolarmente aggiudicata la gara e quindi, a meno che non si verifichino ulteriori colpi di scena, sarà quella che si porta a casa il mega appalto da 1,7 miliardi di euro tra costruzione e servizi.

«Le regole sono regole e vanno rispettate» rimarca il responsabile per le grandi opere in Trentino e ora commissario per la realizzazione del Not Raffaele De Col.

E precisa: «Noi abbiamo un contratto e seguiamo le linee contenute in quel contratto».

Le difformità sollevate da Paolo Marini sul progetto Guerrato non sono marginali.

«Si tratta di una situazione aberrante - aveva precisato l'ingegnere sulle pagine del nostro giornale - in cui viene avidenziata una differenza di superficie, circa 25mila metri quadrati in meno, nonché una serie di carenze tecniche, distributive e documentali».

Va subito detto che l'interesse di Marini è in qualche modo legato alla storia del Not: era infatti lui l'uomo di riferimento per la ditta Impregilo, vincitrice del primo appalto per la realizzazione dell'ospedale di Trento, bando annullato ancora nel 2014 al termine di uno dei tanti contenziosi che hanno caratterizzato questa telenovela giudiziaria.

Un altro problema sollevato da Marini riguarda la mancanza di spazi per la ricerca e le biotecnologie nonché per gli istituti afferenti alla nuova facoltà di medicina dell'Università di Trento.

E anche su questo punto la riposta di De Col è lapidaria: «Gli spazi per Medicina esulano dal bando di contratto. Certo, abbiamo chiara l'esigenza e ne teniamo conto con l'Azienda sanitaria, e questo sarà oggetto di verifica e azione perché stiamo analizzando le esigenze strada facendo, ma non è possibile inserire questa problematica nel discorso in atto. É come se comperassi un'automobile e poi, dopo averla ordinata, mi ritrovo con quattro gemelli, ed a quel punto, più che di un'auto avessi bisogno di un camper».

«Questo - precisa De Col - ovviamente non vuol dire che non si può cambiare nulla: i progetti preliminari hanno necessità di integrazione e nel bando è precisato che l'impresa è tenuta ad apporre modifiche in seguito all'analisi delle esigenze interne: le modifiche e le integrazioni se ragionevolmente presentate verranno prese in carico dall'impresa».

Da parte della Provincia c'è dunque la volontà di andare avanti.

«Si firma un contratto - ribadisce De Col - e si fanno le modifiche da fare secondo il disciplinare di gara. E se in gara ci sono due progetti, se il primo non funziona, si passa al secondo». Che poi è quello che è sostanzialmente avvenuto in questa seconda fase dell'appalto, ovvero dal 2018 in avanti, da quando, archiviato il primo disciplinare, si è in pratica ripartiti da zero. Questa seconda parte, dal 2018 ad ora, ha in sostanza visto continui colpi di scena tra le due imprese rimaste in lizza: la Guerrato di Rovigo, ora incaricata, e la Pizzarotti di Parma, colosso delle costruzioni da 3.000 addetti e 1,3 miliardi di euro di ricavi, che ancora non demorde.

Il primo round se l'era infatti aggiudicato la Guerrato che il 20 dicembre 2019 aveva vinto la gara per la gestione del Nuovo ospedale di Trento, da realizzare in via al Desert a Trento sud. Ma il 30 ottobre 2020 il Tar di Trento aveva accolto il ricorso di Pizzarotti, annullando l'affidamento alla Guerrato e affidando i lavori alla società concorrente.

Il tutto in attesa di un terzo ribaltamento, il 30 marzo di quest'anno, con il Consiglio di Stato che ha ridato ragione alla Guerrato, attualmente l'azienda di riferimento. Naturalmente la Pizzarotti non ha preso per niente bene la cosa e a luglio, è partito un altro ricorso, questa volta alla Cassazione, che è ancora pendente e che potenzialmente potrebbe ribaltare la classifica.

Facendo lo slalom tra i ricorsi, si va dunque avanti.

Entro novembre dovrebbe essere fissata la conferenza dei servizi, per arrivare al progetto preliminare con contenuto condiviso dall'amministrazione.

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