LARDARO. Era un personaggio Giacomino Bella da Lardaro (foto).

Da Lardaro e da Trento.

Ma si potrebbe andare oltre per dire che era cittadino del mondo, anche se con i piedi ben piantati là dove era nato nel 1948.

A diciotto anni era partito dal paesino del Chiese per fare il marinaio. Però poi era tornato fra le montagne per sposarsi: con Amelia, di Praso, il paese che con Lardaro condivide la linea dei forti della Grande Guerra. Con Amelia ha avuto due figli, Ivan e Barbara.

E Trento? Giacomino era molto conosciuto nei palazzi che contano perché per anni aveva gestito il bar del consiglio provinciale, nel palazzo della Regione.

Era uno che sapeva «farsi dentro» con la sua simpatia spontanea.

Abbandonato il consiglio provinciale, non era andato lontano, avendo preso in gestione un bar in via Petrarca, «Al tempo perso», nel quale ha lavorato fino all'ultimo giorno.

Viveva a Trento, ma era spesso a Lardaro, non solo nel periodo della caccia, grande passione.

Aveva un'altra passione Giacomino: quella per i problemi della sua comunità d'origine.

Quando aveva poco più di trent'anni, nel 1990, entrò in consiglio comunale, e ci rimase anche nelle consiliature con il sindaco Raffaele Armani, fra il 1995 ed il 2005. In quegli anni fu inviato dal Comune a rappresentare Lardaro nel Consorzio Bim del Chiese.

Fu in quel periodo che strinse una solida amicizia con l'ex assessore provinciale Armando Paris, mandato per sei mesi a fare il commissario a Lardaro in attesa delle elezioni.Legato al paese fino alla morte, si potrebbe dire.

Il sabato e la domenica veniva sempre in valle.

E proprio sabato si è sentito male. Trasportato subito a Trento, all'ospedale Santa Chiara, con l'elicottero, non si è più ripreso.

Il funerale sarà oggi pomeriggio, martedì 5 ottobre, alle 16, ma la salma sarà in chiesa fin dalle 15.15. G. B.