Trasporti / Il caso

Scuole aperte, autobus e treni strapieni, e nessuno che controlla l’assembramento

Nelle ore di punta dei pendolari, si viaggia come le sardine: dalle linee urbane «calde» come la 5 e la 8 ai convogli della Valsugana e della Trento-Malé con gente in piedi anche nelle piattaforme fra i vagoni

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TRENTO. È ormai trascorso qualche giorno dall'inizio della scuola, ma il sistema trasporti sembra reggere abbastanza bene. Il problema, se così possiamo definirlo, sono però le tratte che passano dal centro di Trento e che si dirigono verso le periferie. Le corriere e gli autobus, ma anche i treni.

La capienza sui mezzi, in alcuni casi, non può veramente essere rispettata. I numeri di studenti sono effettivamente troppo importanti: nella tratta verso Gardolo e Roncafort, ad esempio, alla fermata di via San Francesco (dall'altro lato del cinema Modena) l'autobus ha registrato in questi giorni un vero e proprio "tutto esaurito", con qualcuno che si è aggrappato alla struttura interna per non perdere la corsa mentre altri, abbandonata l'idea di tornare a casa in orario, hanno aspettato l'arrivo successivo. 

E situazioni di sovraffollamento si registrano sulla linea 5 da e per Mesiano e Povo, ogni giorno, tanto che la Provincia ha dovuto alzare bandiera bianca e invitare a usare il treno della Valsugana.

Ma non è così per tutti le destinazioni. Qualche istante dopo infatti ecco sopraggiungere il bus numero 9, con destinazione collina est (San Donà e Cognola), sul quale la situazione è invece tutto sommato normale. Nessun assembramento importante, spazio tra gli studenti (ed anche qualche utente extra-scolastico) presenti sull'automezzo e dunque nessuna reale preoccupazione.

È poi il turno dell'autobus diretto verso il rione di Cristo Re e la situazione si ripete: tante persone, al limite dei 75 posti previsti come indicato dai cartelli appesi sui finestrini, forse qualcosa in più. E viceversa, quando arriva il bus numero 10, con destinazione Martignano, nessuna folla e spazi gestiti in modo ottimale.

Sulle corriere invece meno problemi, complice anche la necessità di restare seduti. Ma i treni (soprattutto la Valsugana, ma anche la Trento Malé) sono invece zeppi, con tanti studenti che viaggiano in piedi o nello spazio fra un vagone e l’altro. Insomma, un trasporto pubblico tra luci e ombre.

«C'è davvero tanta gente, aspetto la prossima corsa», commenta una signora anziana, discutendo con una ragazza in attesa del proprio autobus. Ma ad influire sulle corse sono ovviamente anche gli orari: se dalle 12:45 alle 13 circa sono numericamente contenute le presenze alle fermate, nella mezz'ora successiva sono invece parecchi gli studenti che escono dai diversi istituti della zona. Si pensi ad esempio ai 1.700 studenti dell'ITT Buonarroti-Pozzo, così come ai tanti ragazzi del Tambosi ed anche a quelli del liceo classico Giovanni Prati che, usciti dal centro storico, si dirigono poi proprio in piazza Venezia prima di tornare a casa.

Dopo le 13.30 la zona tende lentamente a svuotarsi, salvo qualche ritardatario che, con una corsa da centometrista, cerca di non perdere l'ultimo autobus per rientrare. Tuttavia, sembra esserci un altro elemento interessante rispetto alla conclusione della giornata scolastica: sono infatti più numerose degli scorsi anni le automobili dei genitori che, usciti dal lavoro o in pausa pranzo, aspettano i ragazzi posizionandosi in vari "parcheggi improvvisati" della grande piazza.

Dinamica questa che ovviamente porta ad un incremento del traffico, il classico "imbottigliamento" nella zona del tribunale. I controlli in effetti, almeno nelle zone più "calde", non si sono visti nella giornata di ieri, dunque sarà necessario trovare un qualche tipo di soluzione per arginare le problematiche che, soprattutto nelle corse più frequentate, potranno ripresentarsi anche nel prossimo futuro.

Il problema principale: nessun controllo. Come ci segnalano molti lettori inviandoci anche fotografie, su treni e autobus nessuno controlla il numero delle persone a bordo. E nelle ore di punta dei pendolari non si vedono forze dell’ordine.

 

 

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