Politica / Evento

Folla per Salvini a Pinzolo: profughi, vaccini e Durigon, un’ora di intervista sul palco

Il “Capitano” ribadisce che i vaccini sono una soluzione «ma non deve esserci alcun obbligo», e torna ad attaccare Lamorgese: «profughi afghani sì, ma il mio problema sono tutti gli altri»

di Lorena Stablum

PINZOLO. Abbassare le tasse, rivedere pesantemente il reddito di cittadinanza, riconfermare Quota 100 e ritornare a scuola in presenza. È l'agenda politica per l'autunno dettata ieri a Pinzolo da Matteo Salvini nel consueto appuntamento di fine agosto organizzato nel Comune della Val Rendena.

Sul palco si Pinzolo l’attacco frontale di Salvini alla ministra Lamorgese

Abbassare le tasse, rivedere pesantemente il reddito di cittadinanza, riconfermare Quota 100 e ritornare a scuola in presenza; ma soprattutto fuoco ad alzo zero contro la ministra dell’Interno Lamorgese: show di Matteo Salvini sul palco di Pinzolo.

In piazza Carera, il leader della Lega ci arriva, sorridente, in bicicletta. Una stretta di mano di qua, un selfie di là, con il suo popolo che gli si fa attorno, forse un po' troppo dimentico del virus e del distanziamento anti pandemico, ed è pronto a salire sul palco subito dopo l'intervento in tandem del ministro del Turismo Massimo Garavaglia e del presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti.

Incalzato dal giornalista di Mediaset Mario Giordano sulle «nubi nere che attendono l'Italia al rientro dalle vacanze», parte subito all'attacco su Afghanistan («Con certa gente - dice - non è possibile dialogare e bisogna usare le maniere che si usano con i delinquenti») e immigrazione, che riconferma di ritenere un problema, scagliandosi contro la ministra degli Interni Luciana Lamorgese, colpevole secondo Salvini di avere una linea troppo morbida nel suo agire, e ventilando anche, senza peraltro mai pronunciare la parola, le dimissioni. «Il ministro si svegli. O cambia e fa il suo lavoro o lo fa qualcun altro - ha esordito -. Io a settembre sarò davanti a un giudice per aver difeso, da ministro degli Interni, il mio Paese. Il problema non sono i profughi afgani che fuggono dalla guerra. Sono gli altri 40.000 sbarcati in questi giorni. Il mio problema è permettere l'integrazione a quelli che lo meritano».

Dimissioni eventuali, quelle della ministra, che sono state messe in relazione da Salvini con quelle presentate dal sottosegretario leghista Claudio Durigon dopo la lunga polemica nata a seguito della sua proposta di intitolare un parco di Latina al fratello di Mussolini. «Una persona responsabile - lo ha definito Salvini - che va ringraziata per la sua coscienza e dignità. È stato attaccato, non perché torneranno il fascismo e il comunismo, ma perché è della Lega ed è il padre di Quota 100».

Misura questa che, Salvini ribadisce con forza, vista la scadenza ravvicinata, va riconfermata. «Fisco e pensioni sono le nostre priorità - ha continuato -. Bisogna creare un paese amico delle imprese. Per farlo, bisogna abbassare le tasse e rivedere il reddito di cittadinanza, che è stato un fallimento assoluto, un errore che va cancellato. Con i soldi risparmiati, evitiamo che a settembre ripartano le cartelle esattoriali e si riconferma Quota 100».

In un'ora di intervista, i temi affrontati sono quelli cari al partito. Si parla di ddl Zan che, afferma Salvini, «va a incidere sulla libertà dei genitori di educare come vogliono i propri figli», e di giustizia, per la quale si vuole limitare quello che definisce «l'abuso della misura di custodia cautelare nei confronti di sindaci e imprenditori, non certo per spacciatori e stupratori» e per fare in modo che «i magistrati paghino i propri errori come chiunque altro».

Un passaggio ha riguardato inevitabilmente anche la situazione sanitaria, con un invito forte a vaccinarsi, anche se, ha aggiunto, non deve essere un obbligo. «L'ultima cosa che deve fare il Governo è costringere la gente a fare il vaccino» ha chiosato Salvini, che si è quindi sbilanciato a favore dei test salivari rapidi e gratuiti da mettere a disposizione di tutti, trovando anche il modo di complimentarsi con il governatore trentino per la gestione dell'emergenza Covid: «Qui i ragazzi sono andati a scuola di più che nel resto d'Italia. Se l'Autonomia in Trentino funziona, credo che potrebbe andare bene per tutta Italia». A essere messi sotto la lente d'ingrandimento sono stati anche il rapporto tra la Lega e il Governo e gli stessi rapporti all'interno del centro destra. Se nel primo caso, Salvini ha ribadito che la partecipazione del suo partito al Governo Draghi è funzionale a far sì che certe leggi «volute dalla sinistra» non vengano approvate (si legga, ddl Zan, patrimoniale, ius soli), dall'altro ha confermato la volontà di «lavorare per una squadra unita». «Più uniti siamo, più siamo forti e sono convinto che nelle amministrative potremo fare bene» ha concluso.

A margine del comizio, il tempo di salutare Fugatti, elogiato per come sta gestendo la provincia: qui, ha detto Salvini, i bambini e i ragazzi sono andati a scuola in presenza più che nelle altre regioni. E Fugatti ringrazia pubblicando su Facebook una foto con il “Capitano”. L’investitura per le elezioni provinciali del 2023 è lanciata.

comments powered by Disqus