Green pass / Le regole

Quel codice che riapre le porte: controlli puntuali nei ristoranti, meno nei bar

Sufficiente un’autocertificazione per tornare ad assistere e visitare i malati in ospedale e gli anziani in casa di riposo

CONTROLLI Green pass: gli esercenti non possono chiedere i documenti d'identità
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TRENTO. Come cambiano le nostre vite con l'entrata in vigore del green pass? Nulla di rivoluzionario in realtà. Perché in realtà i passi avanti nella vita sociale e di relazione si stanno facendo a prescindere dal certificato verde, che per gli irriducibili anti vaccino può in caso di necessità essere sostituito da un tampone.

Diciamo che il green pass è solo un sistema, una tecnologia che in certi ambiti garantisce la gente che ci circonda che siamo vaccinati, che non siamo immuni ma possiamo garantire un basso rischio di diffusione del virus. E di questi tempi è un bel passo avanti che permette di prendersi libertà impossibili fino a qualche mese fa.

Frattanto, dopo i dubbi sulla verifica dei documenti di identità nei bar e ristoranti, da Roma arriva la precisazione del ministro dell'interno, Luciana Lamorgese: "I titolari delle attività sono tenuti a verificare che chi entra sia in possesso del certificato, ma non possono controllare i documenti di identità. Anche la polizia eseguirà controlli".

Per parte loro, in proposito, gli esercenti ribadiscono che se un avventore utilizza un green pass valido ma appartenente a un'altra persona, non si potranno ritenere responsabili e sanzionare anche i commercianti.

Ospedali e Rsa.

La novità più impattante e significativa è la possibilità, finalmente, dopo quasi un anno e mezzo, di poter assistere in ospedale i propri cari ricoverati.

A parte qualche deroga particolare, ad esempio nel reparto maternità, la pandemia aveva rivoluzionato l'assistenza sanitaria e ospedaliera escludendo la possibilità di fare una visita per assistere o dare conforto. Così come nelle case di riposo, luogo in cui il Covid ha mietuto vittime, anch'esse rimaste off limits per lunghi mesi. Situazioni che aggiungevano sofferenza alla sofferenza.

Ora finalmente si cambia. Ogni degente in ospedale può ricevere visite da due persone, previa comunicazione e appuntamento col coordinatore infermieristico del reparto.

La circolare inviata dall'Azienda sanitaria con le istruzioni dice esplicitamente che il visitatore deve produrre un'autodichiarazione in cui afferma dfi essere in possesso di green pass. Non è chiaro se possa andare bene anche un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti, come in tutti gli altri contesti in cui è richiesta la certificazione vaccinale.

Ieri mattina all'ingresso dell'ospedale S. Chiara in realtà l'unica addetta all'ingresso invitava chi voleva salire per una visita a compilare il modulo di autocertificazione classico, sull'assenza di sintomi da Covid 19 e di contatti stretti con persone infette; poi chiedeva a parte al visitatore se era in possesso di green pass, come se la cosa non fosse indispensabile e nel caso invitava a fare la relativa autodichiarazione. In realtà però la circolare è chiara: serve il certificato verde, altrimenti poi in reparto non ti fanno entrare. Green pass o tampone sono indispensabili anche per fare visita ad un'anziano in casa di riposo. Non solo all'interno delle camere ma anche in giardino o comunque all'esterno. Una precauzione in più vista la fragilità degli ospiti, ormai quasi tutti vaccinati ma comunque potenzialmente esposti all'infezione.

Ristoranti e bar.

Il salto di qualità più evidente nella vita sociale di chi si è vaccinato è la possibilità di accedere liberamente ai tavolini interni di ristoranti, bar e locali pubblici. Una possibilità che per il momento viene sfruttata relativamente, visto il clima estivo e l'uso quasi esclusivo dei plateatici, ma che potrà essere sfruttata appieno tra qualche settimana, quando il clima spingerà gli avventori all'interno. Anche in questo caso il green pass è solo uno strumento che aiuta i gestori dei locali a far rispettare le regole di cautela, ma si è arrivati a questo passo in avanti grazie al rallentamento della pandemia e al miglioramento della situazione complessiva, aiutato dall'ampia copertura vaccinale.

E se pensiamo che per mesi lo scorso inverno la chiusura è stata totale si può dire ad alta voce che le cose vanno meglio.In questi primi giorni di applicazione si è visto che nei ristoranti i controlli sono generalmente puntuali e in qualche caso anche meticolosi, con tanto di richiesta di carta d'identità per essere sicuri che qualcuno non usa un QR Code altrui. Nei bar, dove anche ai tavolini interni i tempi di sosta sono più veloci, si tende a "tirar via" senza convenevoli. Personalmente in quattro soste caffè solo una volta mi è stata chiesta la carta verde. Ma l'impressione è che sia una questione di rodaggio: quando i controlli si faranno più serrati e la gente affollerà gli interni l'esibizione del green pass dovrà diventare un automatismo.

Palestre e piscine.

Hanno riaperto per buone ultime, essendo luoghi considerati ad alto rischio di contagio. Il green pass per frequentarle è il minimo indispensabile, anche se per le piscine è richiesto solo per le vasche coperte. Per quanto riguarda le palestre, non tanto quelle dove si fa ginnastica individualmente ma quelle dove si fanno sport di squadra, è ancora tutto da scrivere il capitolo della ripresa delle attività giovanili, dilettantistiche e amatoriali, che hanno subito l'inverno scorso una brusca frenata.Sembra scontata la necessità di essere vaccinati per fare sport di gruppo ma regole più specifiche sono attese dalle varie federazioni sportive.

Biblioteche.

Desta un po' di sorpresa il fatto che la biblioteca universitaria delle Albere non chieda il green pass agli utenti, che si devono prenotare ma non occore che dimostrino di essere vaccinati. Tanto più vista l'indicazione del governo che è intenzionato, alla riapertura, a rendere obbligatoria la certificazione per partecipare alle lezioni in presenza sia per i professori che per gli studenti. Sperando che il sistema regga, perché l'università a distanza non è vera università e la pandemia si è già portata via due anni di esperienze preziose per gli studenti. Quanto alle biblioteche comunali, anche qui il green pass permetterà di rianimarle. E da venerdì scorso, con la certificazione, si possono perfino tornare a leggere i quotidiani.

Musei e mostre.

Giovedì al Museo diocesano di Palazzo Pretorio c'era stato un boom di visite, grazie al tempo incerto, ai tanti turisti scesi in città e al giorno di mercato. Venerdì mattina, primo giorno di entrata in vigore del green pass, alle 11 non aveva ancora messo piede all'interno nessuno. Colpa del green pass obbligatorio? Forse. Ma visto che contemporaneamente le sale del Muse e del castello del Buonconsiglio erano piene di gente con regolare certificazione è probabilmente un caso. Ed è comunque anche qui un passo avanti e una consolazione pensare che i luoghi di cultura possano finalmente rimanere aperti alla maggior parte della popolazione.

Sale giochi, scommesse e sale bingo.

Il settore dei giochi, dove l'attività si svolge quasi sempre al chiuso, ha ripreso l'attività da pochissimo. Il green pass e indispensabile per l'accesso e i controlli, stando al piccolo campione sperimentato, sono puntuali e attenti.

Spettacoli e concerti.

Mentre Fugatti scommette sulla sconfitta del virus lanciando per il maggio prossimo il mega concerto di Vasco, i locali della città affrontano i problemi più immediati legati al ritorno della musica dal vivo. Uno dei primi concertini con obbligo di green pass si è tenuto venerdì sera alla Bookique ed è andato bene. «Il gruppo ha suonato nel parco della Predara, noi abbiamo messo all'ingresso un addetto per controllare i certificati che quasi tutti avevano. Solo un gruppetto di persone si è allontanato, senza protestare» racconta Serena Tomasi, gestrice del locale. Nessun problema particolare dunque e possibilità di portare avanti quel po' di eventi programmati dopo un lungo silenzio obbligato. Diversa la situazione al bar Funivia, dove il titolare dopo i concertini tenuti a luglio ha gettato la spugna: troppo complicato gestire l'accesso al plateatico solo ai possessori di green pass, come richiesto in occasione degli spettacoli live. Avanti con prenotazione e green pass obbligatori invece per gli spettacoli e il cinema all'aperto allestiti dal Comune in piazza Battisti e nei rioni cittadini.

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