Politica / Il caso

Ugo Rossi: "Se cede ai corteggiamenti leghisti, il Patt finirà assorbito"

L'ex presidente provinciale, ora esponente di Azione, invita il suo ex partito a fare una scelta chiara, "senza confondere l'idea di specialità della nostra autonomia con quella leghista"

TRENTO. Nel febbraio scorso il consigliere provinciale ed ex governatore Ugo Rossi (nelle foto) ha lasciato il Patt per aderire ad Azione, il partito dell'ex ministro Carlo Calenda, con l'intento di contribuire a costruire in vista delle elezioni del 2023 un'alternativa al governo provinciale a trazione leghista.

Le preoccupazioni espresse ieri dal consigliere provinciale autonomista Michele Dallapiccola, secondo il quale il governatore Maurizio Fugatti e la Lega starebbero corteggiando il Patt con l'intento di rimpiazzare in coalizione Fratelli d'Italia con gli autonomisti, rafforza nel consigliere provinciale solandro le ragioni del suo addio alle Stelle alpine.

Secondo Rossi infatti «serve una chiara scelta di campo per il futuro del Trentino e questa scelta va fatta adesso con chiarezza e lungimiranza. Siamo a un bivio per la nostra autonomia».

«Purtroppo il Patt - sostiene l'ex presidente della Provincia - ora non è disponibile a farla e senza nessuna polemica credo sia giusto che faccia allora le sue riflessioni al riguardo e con i tempi che riterrà. Io penso invece che il tempo sia questo e del resto non faccio che confermare quanto sempre detto e scritto in campagna elettorale: alternativi alla Lega. Il Patt non sembra ora volerlo essere fino in fondo».

Rossi aggiunge di aver scelto dunque di aderire ad Azione perché «si tratta di un partito che va oltre gli schemi e gli steccati e che vuole unire diverse sensibilità lavorando sui contenuti e costruendo proposte serie. Lo fa in Trentino e lo fa a livello nazionale».

«Sono impegnato con Trentino in Azione - dice Rossi - per dare una mano a costruire un campo di sensibilità politiche che partendo dai contenuti e sulla base di valori condivisi deve preparare un progetto credibile per il Trentino dei prossimi anni, con uno sguardo al futuro delle nuove generazioni.

Come Trentino in Azione ci rivolgiamo a tutte le sensibilità politiche e civiche del nostro territorio e che rifuggono populismo e sovranismo. Vogliamo dare voce a tante persone che ci chiedono, sulla base di questo, di essere pero' anche pragmatici e concreti».

Riguardo alle opzioni degli autonomisti Rossi dice: «Io mi auguro che anche il Patt possa fare le sue scelte e che non ci sia un avvicinamento alla Lega, perché significherebbe confondere l'idea di specialità della nostra autonomia con quella leghista e quindi per il Patt, in definitiva, rischiare di esserne fatalmente assorbito».

Il consigliere autonomista Michele Dallapiccola si è detto convinto, visti anche gli ammiccamenti anomali registrati da parte del presidente Fugatti e degli assessori in consiglio provinciale in fase di discussione dell'assestamento di bilancio, che ci sia in atto un tentativo da parte della Lega di carpire il sostegno del Patt lasciando da parte Fratelli d'Italia e sognando per il 2023 quella che Dallapiccola chiama «una coalizione meticcia che taglia fuori destra e sinistra.

La ricerca di una intesa con il Patt con il quale, per altro la Lega è già al governo insieme a livello regionale, nasce dall'esigenza di depotenziare - ora e in futuro - l nuovo gruppo di Fratelli d'Italia che, con i suoi tre consiglieri, in più di una occasione ha fatto mancare i suoi voti o ha messo in discussioni le scelte della giunta - in cui per altro non è presente - pur facendo parte della maggioranza.

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