Coronavirus / La scelta

Dedagroup, post Covid all’insegna della flessibilità: per i dipendenti la scelta tra lavoro a casa o in presenza

La responsabile delle risorse umane Valentina Gilli: “Noi avevamo in atto una politica di lavoro agile, ma era minoritaria. Il lockdown ha stravolto tutto e abbiamo deciso di anticipare gli eventi”

TRENTO. Governare il mondo che cambia, per non esserne governati. Questo, in sintesi, l'approccio che ha avuto Dedagroup con il tema del lavoro agile, che resterà pilastro dell'organizzazione aziendale anche dopo l'emergenza Covid. Il risultato sembra andare incontro alle esigenze di tutti: dallo corso gennaio ogni lavoratore può decidere come e dove lavorare, a seconda delle proprie esigenze, con una flessibilità quasi totale. E nel frattempo, cambiano gli spazi a loro disposizione: le sedi della società sono già state ristrutturate.

Per Trento, che è la sede legale, si immagina un restyling decisamente più radicale nei prossimi mesi. Perché servono meno uffici e più spazi di coworking, o aree di formazione. Perché anche dopo il Covid, non si tornerà indietro almeno non nella società informatica che ad oggi conta 26 sedi e 1.900 dipendenti, tra Italia e estero.

A spiegare che non si torna indietro è Valentina Gilli, responsabile delle risorse umane (nella foto, ndr): «Noi già avevamo in atto una policy di lavoro agile, ma era minoritaria. Il lockdown ha stravolto tutto. E abbiamo deciso di anticipare gli eventi, pensando a come organizzarci anche nel post Covid. A giugno dell'anno scorso abbiamo avviato un'operazione ascolto nella popolazione aziendale, per capire le aspettative, ci siamo resi conto che serviva un equilibrio tra lavoro in presenza e da remoto».

Il punto è che l'equilibrio è diverso per ogni lavoratore. Da qui la nuova organizzazione aziendale. Intanto, chi vuol lavorare in presenza, continua a farlo, e mantiene la sua scrivania. Gli altri possono scegliere se lavorare in ufficio uno, due, tre giorni o quattro a settimana. In entrambi i casi, decide il singolo. Noi già avevamo in atto una policy di lavoro agile, ma era minoritaria. Il lockdown ha stravolto tutto.

E abbiamo deciso di anticipare gli eventi, pensando a come organizzarci anche nel post Covid. E pensare cosa far fare a un dipendente quando rientra al lavoro: si deve prenotare il posto, in un'applicazione studiata ad hoc, perché non ha più la sua scrivania. Si prenota tavolo e armadietto. A quel punto, lo può fare in ogni sede del gruppo: «Io sto parlando da Milano, perché oggi ero qui. Ma solitamente lavoro a Trento», osserva Gilli.

Il lavoro da casa ha però delle regole: non ci sono vincoli spaziali, fermo restando l'obbligo ovviamente di decoro e garanzia di data privacy, ma ci sono vincoli temporali: si fanno le otto ore, dalle 8.30 alle 19, con obbligo di staccare per la pausa pranzo: «Già durante il lockdown ci siamo resi conto che lavoravano troppo, erano sempre connessi. Per questo abbiamo inserito il vincolo orario. Per quanto riguarda la libertà di lavorare dove vogliono, è evidente che serve un preciso approccio con il singolo dipendente: c'è un rapporto di fiducia, di leadership diffusa».

Questo modello ormai è la regola, e piace: il 98% dei lavoratori che possono accedervi - sono esclusi i dipendenti junior e chi è nel periodo di prova - hanno scelto il lavoro agile. Che in Dedagroup garantisce anche i buoni pasto, altrove tema di ampio dibattito.Ora si apre la fase due, che tocca la formazione e gli spazi e i tempi sono decisamente ristretti: «Da settembre inizieremo un progetto formativo in e-learning, per la gestione delle priorità. E un focus particolare sarà riservato ai manager. Perché serve accompagnare questo processo di crescita. Mentre gli spazi andranno ripensati. Noi non abbiamo chiuso sedi, solo Milano si è ridotta da tre a due piani. Ma stiamo riorganizzando le aree di lavoro. Abbiamo usato i risparmi del 2020 per innovarci. Devono essere più accoglienti, devono invogliare a venire da noi. Devono prevedere spazi di coworking e aree dedicate alla formazione. Roma e Torino le abbiamo già ristrutturate. A Trento abbiamo cambiato solo la reception, perché lì, che è la sede centrale, vogliamo fare un progetto più strutturale nei prossimi mesi».

No, in Dedagroup non si torna indietro su un progetto prezioso per conciliare famiglia e lavoro.

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