Il giallo / L’aggiornamento

Caso Pedri, l’ufficio disciplinare già in azione. Nuovi messaggi di Sara: “Non ne posso più”

Iniziati i colloqui in Azienda. Sono una dozzina le persone sentire in questa sorta di secondo giro. La vicenda continua a tenere banco a livello nazionale

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TRENTO. Il 10 luglio scorso l'Azienda sanitaria, nell'annunciare lo spostamento di Saverio Tateo e Liliana Mereu, spiegava che quanto raccolto dalla commissione interna grazie a 110 colloqui sarebbe stato inviato all'Ufficio procedimenti disciplinari per l'attivazione del relativo iter. L'iter è iniziato praticamente subito con la lettura e l'analisi degli atti, ma da mercoledì si è andati oltre: l'ufficio disciplinare, infatti, ha iniziato una nuova serie di colloqui nella sede di via Degasperi allo scopo di approfondire e acquisire altro materiale. Sono già una dozzina le persone sentite in questa sorta di "secondo giro". Nel frattempo la questione della scomparsa di Sara Pedri e, usando le parole della stessa Apss, di una situazione critica in reparto continua a tenere banco.

La sorella Emanuela Pedri ha voluto ringraziare di nuovo tutte le persone, tra carabinieri, vigili del fuoco, soccorso alpino, unità cinofile che «si sono attivati immediatamente lo scorso marzo con le ricerche perlustrando tutto il territorio delle Valli del Noce. Ringraziamo di cuore tutti questi valorosi uomini che insieme ai tanti volontari, hanno dedicato mesi di ricerca senza mai fermarsi e ancora oggi continuano a perlustrare il lago Santa Giustina, dove i cani molecolari ad aprile avevano fiutato qualcosa per ben12 volte! Per la scarsa visibilità del lago, è stato impossibile vedere qualcosa».

La famiglia nei giorni scorsi ha anche reso pubblici, pubblicandoli sul settimanale Giallo, alcuni messaggi ricevuti da Sara: «Non ne posso più» e «Ho paura di tutto ultimamente». Serena D'Agostino, amica e collega di Sara Pedri, intervistata dal Resto del Carlino, ha invece rivelato che «Era rimasta mortificata dal fatto che l'avessero esonerata dalle guardie natalizie perché non considerata "idonea" e questo non faceva che accrescere le crepe nel suo senso di adeguatezza professionale». I

Infine dal reparto di ginecologia del Santa Chiara emerge quanto la situazione sia ancora difficile. In corsia continuano a essere garantiti gli elevati standard di qualità ma va tenuta alta l'attenzione per far emergere con chiarezza tutto quanto accaduto negli ultimi anni.

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