Coronavirus / Scuola

Vaccini al personale scolastico: 4.300 operatori su 13mila non si sono ancora protetti

Nelle scuole dell'infanzia e negli asili nido i dati sono ancora troppo bassi. Per quanto riguarda gli studenti, si valuta l'opportunità di rilasciare l'abbonamento ai mezzi pubblici solo a chi è vaccinato

L'ASSESSORE Bisesti: previsti quattro scenari
PROMOSSA L'eccellenza della scuola trentina
NUMERI Così il Trentino supera tutti
ITALIA Disastrosa Dad: 1 su 2 non è preparato

di Matteo Lunelli

TRENTO. Ci vuole un'accelerata nella vaccinazione del personale scolastico: i numeri totali sono discreti (67,5% su circa 13 mila persone), ma soprattutto nelle scuole dell'infanzia e negli asili nido i dati sono ancora troppo bassi. E, per quanto riguarda gli studenti, si valuta l'opportunità di rilasciare l'abbonamento ai mezzi pubblici solo a chi è vaccinato: è infatti questa una delle tre alternative sul piatto, ma le altre due (aumento della flotta o doppi turni in classe, chi la mattina e chi il pomeriggio) appaiono impraticabili e vennero già scartati l'anno scorso).

Mancano meno di due mesi all'inizio delle scuole: esattamente 57 giorni per i "grandi" (dalle elementari alle superiori via il 13 settembre), 49 per i "piccoli" (scuole materne, 6 settembre) e 44 per i piccolissimi (i nidi aprono l'1 settembre).
Ed è già tempo di organizzare l'anno scolastico che, in ogni caso, sarà ancora all'insegna del Covid, con più o meno rigide restrizioni. In Trentino la parola d'ordine è e rimarrà "scuola in presenza a tutti i costi", su due questioni possiamo già fare il punto della situazione: vaccinazioni del personale e trasporti. Su distanziamenti e mascherine deciderà, più avanti, il governo a seconda della diffusione del virus. Campagna vaccinale.


A fare il punto è la dottoressa Maria Grazia Zuccali.

«La percentuale complessiva di persone vaccinate all'interno del personale scolastico è ad oggi del 67,5% su un totale di circa 13 mila persone tra insegnanti, dirigenti e personale». Tradotto in numeri i vaccinati sono 8.700 e i non vaccinati 4.300. Zuccali entra poi nel dettaglio, spiegando che la situazione è diversa a seconda della tipologie di scuole.
«Le adesioni maggiori le rileviamo tra le scuole statali, con i docenti oltre il 70%. Poi la copertura cala mano a mano che si scende: nelle materne, sia equiparate sia provinciali, siamo al 65% tra il personale e 68% tra gli insegnanti, mentre peggio vanno gli asili nido, dove siamo al 55% tra educatori e pedagogisti e al 60% tra il personale ausiliario. È strano perché si tratta delle persone più esposte, visto che i bambini sotto i 6 anni non usano le mascherine in classe e considerato che sono stati i primi ad essere coinvolti nella campagna. La scorsa primavera, infatti, subito dopo personale sanitario e anziani abbiamo aperto alle prenotazioni a chi lavorava in asili e materne. Allora il numero di dosi era modesto, ma circa la metà aderì immediatamente. Poi un rallentamento. In questo momento non c'è carenza di dosi e gli appuntamenti per la prima dose si hanno nel giro di pochissimi giorni: non ci sono scusanti, l'invito è a vaccinarsi».
 

Nodo trasporti.


Dalla massima esperta di vaccini al massimo esperto di trasporti. Roberto Andreatta è al lavoro per dare risposte concrete ed efficaci. «Se si parte con obiettivo di tutela della scuola in presenza al 100%, sia per il ciclo primario che secondario (nel nostro caso per le superiori significa garantire a tutti i 25.000 studenti condizioni di trasporto adeguate, profilo cui la giunta tiene particolarmente, come da indicazioni anche recenti del presidente Fugatti e dell'assessore Bisesti) gli scenari da esaminare devono fare i conti con un possibile ripristino della capacità di carico dei mezzi limitata al 50%, se malauguratamente il virus riprendesse forza. Con quel limite di carico la conseguenza nell'anno appena trascorso è stata la frequenza in presenza al 50%».

A fronte di questo, se non si vuole ripetere la Dad, ci sono tre alternative: «La prima è un raddoppio delle flotte per poter rispettare le regole. La seconda è creare dei turni per gli studenti, con doppi orari, ad esempio mattina 8-13 e pomeriggio 14-19. Ma sappiamo che sarebbe una soluzione molto impegnativa per tutti, dalle famiglie ai docenti. Infine la terza possibilità: prevedere che l'abbonamento al trasporto (da settembre in Trentino a 20 euro a figlio) sia rilasciato solo previa dimostrazione di vaccinazione effettuata.
In questo caso il segmento degli studenti superiori, che talvolta ha faticato a mantenere il distanziamento, viaggerebbe in condizioni per cui il distanziamento non sarebbe più necessario e quindi la capacità dei mezzi potrebbe essere quantomeno all'80% e la frequenza in presenza regolare per tutti. Il nodo è la valutazione sulla forte opportunità di avere lezioni in presenza per tutti».

comments powered by Disqus