Sanità / La scheda

Tateo e Mereu, ecco chi sono i due medici più discussi del momento in Trentino

Esperienze e curricula eccellenti, ma per la commissione d’indagine "colpevoli" di aver creato nel reparto di ginecologia dell'ospedale Santa Chiara una situazione critica. E per questo sono stati allontanati

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TRENTO. «Ho trovato un'equipe medica molto preparata, un reparto con una grande capacità di dialogo e un alto livello di condivisione delle cose da fare. Quindi c'è una capacità di accettare cambiamenti, cosa non facile se l'ambiente è rigido». Così parlava Saverio Tateo nell’estate 2011, esattamente dieci anni fa, nove mesi dopo il suo arrivo all’ospedale S.Chiara, chiamato a dirigere il reparto di Ostetricia e Ginecologia. Incarico da cui è stato rimosso dopo il caso Pedri. E' stato trasferito da lunedì al ruolo di coordinatore territoriale del percorso nascita di Pergine Valsugana, ma per adesso ha deciso di prendersi ferie.

Tateo, 59 anni, originario di Bari e milanese d'adozione, arrivava a Trento da Sondrio. Laureato in Medicina e Chirurgia con Diploma di Specializzazione con pieni voti e lode nel 1987 a Pavia, con indirizzo/specializzazione in Ginecologia e Ostetricia, prima di lavorare a Trento è stato dirigente medico presso Azienda Ospedaliera della Valtellina e della Valchiavenna - con attività di Direttore di Struttura Complessa di Ginecologia e Ostetricia dell'Ospedale di Sondrio, e prima ancora alla Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico con attività di Responsabile del Reparto di Ginecologiae e del Servizio di Ginecologia Oncologica. Il suo curriculum elenca una lista lunghissima di pubblicazioni scientifica e partecipazioni a convegni, attività di formazione.

 

La dottoressa Liliana Mereu la sua attività e le sue esperienze professionali le elenca in un sito personale, curato e ricco di fotografie. Si è laureata e specializzata presso l’Università degli Studi di Pavia. Dopo aver lavorato per 3 anni presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Sacro Cuore di Negrar, si è trasferita e Firenze dove per 4 anni è stata responsabile dell’Unita di Ginecologia presso il Centro Oncologico Fiorentino. Negli anni a Trento ha focalizzato la sua attività sulla chirurgia mininvasiva (laparoscopia, singolo accesso, robotica, isteroscopia).

Ha eseguito più di 2000 interventi in chirurgia laparotomica, vaginale, laparoscopica e robotica. «L’alto livello raggiunto - si legge nel sito - è testimoniato dalle numerose presenze della dottoressa a congressi nazionali ed internazionali dove è stata invitata a eseguire moderni interventi di chirurgia mininvasiva. Ha partecipato a numerosi studi multicentrici in ambito oncologico, dell’endometriosi e della chirurgia mininvasiva. Nel 2015 è diventata Dottore di Ricerca in Biotecnologie in Ostetricia e Ginecologia presso l’Università degli studi di Siena. Ha ottenuto nel 2014 l'abilitazione scientifica nazionale per l'accesso alla seconda fascia e nel 2018 alla prima fascia per professori universitari.

È autrice di più di 100 pubblicazioni (capitoli di libri, articoli,video, case report, review, abstracts) su riviste indicizzate. E’ stata personalmente invitata come relatrice a più di 150 congressi nazionali ed internazionali.

Per la commissione indagine di Apss, che indaga sul caso Pedri, i due professionisti hanno creato nel reparto di ginecologia del Santa Chiara una situazione critica. E per questo sono stati allontanati.

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