Caso Pedri e dimissioni di Benetollo, Degasperi: "Mancate verifiche, l'assessora Segnana si dimetta"
Alta tensione nel mondo politico dopo l'addio del numero uno dell'Azienda sanitaria, nel mirino per aver rinnovato "all'insaputa della giunta" l'incarico al direttore di ginecologia. Il reparto del Santa Chiara è oggetto di un'inchiesta sullo sfondo della vicenda della dottoressa scomparsa e di vari racconti sul clima nell'ambiente di lavoro. La Cisl: "Benetollo stava facendo un ottimo lavoro per la sanità trentina, meglio dei predecessori"
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TRENTO. Alta tensione nel mondo politico trentino dopo l'annuncio, dato ieri dal rpesidente della Provincia, Maurizio Fugatti, delle dimissioni annunciate dal numero uno dell'Azienda sanitaria, Pier Paolo Benetollo, in seguito alla vicenda del rinnovo dell'incarico a una serie di direttori, compreso quello del reparto di ginecologia e ostetrica del Santa Chiara.
Quest'ultima unità ospedaliera al centro di indagini sull'ambiente di lavoro, dopo le denunce dei genitori di Sara Pedri, la giovane ginecologa di cui non si hanno più notizie da inizo marzo, e di altri operatori del reparto.
A sconcertare molti è stata la sottolineatura, fatta ieri dallo stesso Fugatti, sull'assenza di comunicazioni al dipartimento e alla giunta provinciale sull'avvenuta conferma dei vertici del reparto.
Stupisce, infatti, che in un momento particolarmente delicato l'Apss e l'ente che la controlla, la Provincia autonoma, non abbiano né preso decisioni di concerto né condiviso informazioni su scelte così importanti.
Dura la reazione del consigliere provinciale Filippo Degasperi (Onda civica), che chiede le dimissioni dell'assessora alla Salute, Stefania Segnana.
«Singolare - osserva Degasperi - che a rimettere il mandato sia chi con la vicenda di ginecologia del Santa Chiara c'entra proprio poco mentre chi dovrebbe governare la Sanità, oltre ad aver fatto finta di nulla per due anni e mezzo continui a farlo con un imbarazzante scaricabarile e una vergognosa indifferenza trincerata tra "non sapevo" e inutili commissioni.
L'assessora Segnana - insiste Degasperi - avrebbe potuto effettuare tutte le verifiche che le competono fin dal gennaio 2019, quando ha ricevuto una dettagliata interrogazione a cui sarebbe stato suo dovere rispondere. Ha scelto di nasconderla nel cassetto e di voltarsi dall'altra parte. È l'ennesimo segnale che il ruolo dell'assessora non è tagliato sulla sua misura. Prima ne prende atto e meglio sarà per tutti noi».
"Ieri, primo luglio, il dottor Benetollo ci ha comunicato che il 7 giugno scorso una delibera dell'Azienda sanitaria ha rinnovato fra gli altri l'incarico del direttore dell'Unità di ginecologia e ostetricia", aveva spiegato ieri Fugatti.
Fugatti ieri ha avuto parole di apprezzamento per il lavoro svolto dal direttore generale nella gestione della pandemia e ha commentato anche la scelta ora di rassegnare il mandato: «Quello del direttore Benetollo è un atto di grande correttezza e serietà che apprezziamo, perché testimonia da una parte lealtà e responsabilità rispetto al suo ruolo istituzionale e dall'altro l'impegno personale a garantire quel clima di assoluta trasparenza necessario a chiarire in via definitiva la vicenda».
Il presidente ha anche spiegato che la giunta ha accolto "con favore" l'attivazione di una commissione d'indagine da parte del ministero, sul caso del reparto di ginecologia: "Attraverso il dipartimento alla salute assicureremo la massima collaborazione».
Frattanto, sul fronte sindacale, la Cisl medici si dice "basita in riferimento alle annunciate dimissioni, inattese, del dottor Benetollo, pervenuteci a mezzo stampa stamane, mentre ci accingevamo a confermare in Azienda le sue linee guida riguardanti la riorganizzazione della medicina generale trentina".
Infatti, scrive ancora il segretario della Cisl medici del Trentino, Nicola Paoli, grazie anche alle sue intuizioni, stavano per essere trovate le soluzioni sia per quanto riguarda l'aumento delle guardie mediche nei Comuni valligiani che le reti di professionisti, infermieri, medici, personale amministrativo, che potessero interagire con strumenti all'avanguardia, lasciando i cittadini che necessitano di visite mediche nelle loro case. E tutto ciò, avendoci presentato nell'ultimo mese, contorni precisi, con riferimenti a dati, numeri, risorse, che non corrispondono a quello che si dichiara oggi alla stampa da parte di altre organizzazioni sindacali".
Paoli ricorda che sarà eventualmente "La magistratura, più che la Commissione ministeriale che potrà fare luce su quanto realmente accaduto alla dottoressa Pedri.
Mentre i comportamenti fuorvianti tenuti in ospedale, vanno non circoscritti, ma allargati a tutti gli ospedali, da molto prima che arrivasse Benetollo in Trentino.
Per quanto ci riguarda, ricordiamo che la medicina generale ha firmato e lavorato, nei sette mesi di Benetollo, più di quanto abbia fatto con Bordon e Flor, Rossi e Zeni messi insieme nei precedenti dieci anni", conclude Paoli.