Welfare / La protesta

Assegno di natalità, sindacati contro la giunta Fugatti: “Tagliate fuori 140 famiglie”

I sindacati chiedono all’esecutivo di rimuovere il criterio dei dieci anni di residenza per accedere all’aiuto trentino: “È un vincolo basato esclusivamente sulla discriminazione tra italiani e stranieri”

TRENTO. Il criterio dei dieci anni di residenza per accedere all’assegno di natalità trentino è un vincolo basato esclusivamente sulla discriminazione tra italiani e stranieri. La prova arriva dai dati forniti martedì in Consiglio provinciale a seguito di una domanda d’attualità del consigliere Alessandro Olivi.

Stando ai dati forniti dagli uffici provinciali su 3.200 bambini e bambine che avrebbero diritto alla misura di sostegno, 140 restano tagliati fuori perché nati da un papà e una mamma residenti da meno di dieci anni in Trentino. Vale a dire appena il 4,4% del totale.

“Sulla base di questi numeri è evidente che il vincolo voluto dalla Giunta Fugatti non porta nessun vantaggio in termini di risparmio di spesa, è solo una misura che discrimina tra bambini nati in Trentino da genitori italiani o stranieri. Riteniamo che questo sia inaccettabile e ci auguriamo che il Consiglio provinciale discuta quanto prima le proposte di legge di modifica di questo assurda regola che rende i bambini diversi fin dalla culla”, commentano Cgil, Cisl, Uil e Acli del Trentino.

Sindacati e Acli ricordano che la posizione trentina è opposta a quanto deciso dal Parlamento italiano sull’assegno universale per le famiglie, ma anche nelle vicine regioni di Veneto e Friuli Venezia Giulia dove il requisito per le misure di sostegno ai nuclei familiari non superano i due anni.

“Crediamo sia importante sanare anche in Trentino un provvedimento che è solo ideologico. Una decisione assunta dalla Giunta solo a scopo propagandistico, ma che purtroppo discrimina i più piccoli. E’ sempre più chiaro il fatto che interi settori produttivi - dalle costruzioni ai servizi alla persona passando dal turismo - hanno bisogno di manodopera e spesso questa è di origine straniera. Per questo non è solo giusto ma anche utile integrare i cittadini e le famiglie che vengono da fuori Trentino. Per questo crediamo che il Trentino debba continuare ad essere una terra che riconosce a tutti uguali diritti e uguali doveri. E’ importante per la tenuta della nostra società e per il futuro stesso della nostra comunità: discriminando invece che integrando si creano solo fratture che paghiamo tutti”.

Come noto le quattro realtà hanno lanciato nelle scorse settimane una petizione per invitare Giunta e Consiglio provinciale a cambiare le regole oggi previste per l’accesso all’assegno di natalità. L’appello è stato sottoscritto da rappresentanti delle istituzioni, del mondo culturale, sociale e professionale. Proprio in risposta a questa iniziativa, in Consiglio provinciale è stato depositato un disegno di legge a firma del consigliere Olivi che elimina il vincolo dei 10 anni e semplifica l’assegno di natalità.

“Ci pare una proposta di buon senso - ribadiscono Grosselli, Bezzi, Alotti e Oliver -. Confidiamo che l’aula consigliare la discuta e approvi quanto prima”

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