Trento / Sicurezza

Fugatti: «Sulla droga leggi più rigide, si arresti anche chi ha una sola dose»

Il presidente della Provincia rilancia nel dibattito sulla vivibilità urbana e sul degrado: la norma sulla modica quantità limita l'operato di polizia e carabinieri

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di Luisa Maria Patruno

TRENTO. Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, punta il dito contro la legge che ha depenalizzato il possesso di droga in modica quantità per uso personale, che esclude il reato di spaccio e l'arresto, ma prevede solo una sanzione amministrativa.

Secondo Fugatti, infatti, è una norma troppo morbida e tarpa le ali alle forze dell'ordine impegnate nel contrastare lo spaccio di stupefacenti e il degrado di alcuni quartieri delle città, in particolare a Trento e Rovereto, diventati invivibili per la presenza di spacciatori e consumatori abituali di droga.Il governatore ha sollevato la questione con un post su Facebook, dopo la riunione del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, che si è svolto al Commissariato del governo.

«È stato un vertice molto importante - ha commentato Fugatti - perché ha permesso alle categorie economiche di portare le proprie istanze all'attenzione di tutte le istituzioni competenti in Trentino. Un confronto molto utile per capire le problematiche che vivono in questo momento gli operatori e per sottolineare il grande sforzo che stanno facendo le forze dell'ordine. Un lavoro incessante, - ha concluso Fugatti - reso più complesso in alcuni casi da leggi non così rigide al punto da permettere adeguati risultati: mi riferisco ad esempio alle norme sull'utilizzo modico di stupefacenti».

Interpellato, il presidente Fugatti spiega meglio il suo pensiero: «La legge sulla modica quantità fa sì che polizia e carabinieri se fermano uno spacciatore con addosso della droga entro i limiti di legge non lo possono arrestare. La Lega a livello nazionale ha presentato un disegno di legge, ma il centrosinistra e i 5 Stelle hanno una posizione diversa».

Togliere la depenalizzazione vorrebbe dire riempire le carceri già affollate di tossicodipendenti. È la soluzione ? «Certo questa è una questione su cui c'è dibattito. Ma allora - conclude Fugatti - poi non ci possiamo lamentare se piazza Dante o altri quartieri della città sono pieni di spacciatori. Naturalmente è un tema nazionale, ma prendo posizione perché ritengo che sia una norma da cambiare perché se non ci sono pene più severe questo problema non lo risolviamo e anche per una ragione culturale, come messaggio per i nostri giovani».

Insomma, chi fa uso di droghe secondo il governatore leghista deve sapere che può essere arrestato.

Intanto, la Lega di Trento città ha organizzato una conferenza stampa in via Torre d'Augusto sul tema della sicurezza e dello spaccio di droga in particolare in alcuni quartieri come San Martino alla presenza dei consiglieri corcoscrizionali Carla Valzolgher, Cristian Rodler, Luca Tapparelli e Sandra Matuella e del coordinatore cittadino Devid Moranduzzo, con il segretario organizzativo Gianni Festini Brosa. L'iniziativa è nata a seguito del ripetersi di gravi episodi di degrado nella città e alle denunce degli esercenti, in particolare del titolare dell'HI Hotel, La Lega sostiene il diritto a lavorare di chi aggiunge valore alla città e all'offerta turistica.

Moranduzzo ha presentato due richieste precise rivolte al sindaco di Trento, Franco Ianeselli: «Un aumento delle ronde della polizia locali e nuove videocamere su tutto il territorio comunale. «Non c'è solo il problema di Santa Maria Maddalena - sottolinea Moranduzzo - il quartiere di San Martino da anni ha il problema della vendita di stupefacenti, così come in altri quartieri da nord a sud di Trento e ci si deve preoccupare di tutti».«Il presidente Fugatti - rimarca Moranduzzo, che è anche consigliere provinciale, - ha partecipato al Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico e contiamo che possa incidere anche nei confronti del sindaco Franco Ianeselli».

I leghisti si sono presentati a San Martino con gli slogan «Più vita e meno droga», «più lavoro, meno degrado, uguale turismo».

Sul problema dello spaccio in città interviene anche il consigliere comunale del Pd, Michele Brugnara, da sempre attento alla questione, per evidenziare anche lui il fatto che: «Ci sono varie zone della città che soffrono il problema dello spaccio, come piazza Leonardo Da Vinci, Santa Maria Maggiore e naturalmente San Martino. Ci vuole una presenza maggiore delle forze dell'ordine e della polizia locale, ma in modo attivo e non solo con la pattuglia ferma in un'auto, ma devono essere itineranti e monitorare i punti a rischio, come abbiamo concordato in un documento trasversale approvato dalle forze politiche. Se si fanno i controlli stando fermi in macchina non serve a nulla».

Altro intervento che potrebbe migliorare il presidio dei quartieri a rischio è la presenza di più cani antidroga.

«Attendiamo - dice Brugnara - i cani antidroga, una misura che avevamo messo nel nostro programma: non basta infatti una singola misura ma serve un insieme di interventi». Il consigliere comunale del Pd si dice convinto anche dell'importanza delle videocamere di controllo nei quartieri più a rischio spaccio.

«Il Comune è già molto impegnato su questo fronte - ricorda Brugnara - nell'assestamento di bilancio che abbiamo appena approvato in consiglio comunale sono state stanziate ulteriori significative risorse per la videosorveglianza e per migliorare la qualità delle immagini».Infine, per allontanare gli spacciatori ben vengano le iniziative culturali e sociali che rianimano i quartieri. «Vivere le piazze con iniziative - conclude Brugnara - è un tassello fondamentale di presidio del territorio».

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