Sicurezza / Il piano

Convenzione con la polizia locale: più controlli nella case Itea

L'istituto per le case popolari ha siglato intese con i Comuni di Trento e di Rovereto, l'anno scorso un progetto pilota in Alto Garda. Ora gli agenti possono intervenire più agilmente negli spazi di proprietà della società e occuparsi anche delle verifiche sul diritto o meno degli inquilini di occupare alloggi a canone agevolato

di Giorgio Lacchin

TRENTO. La gente protesta: un giorno perché la città è sporca, il giorno dopo perché si sente minacciata.

Non sono tempi facili, lo abbiamo capito, ma il Comune ci prova: per la pulizia delle strade mette in campo più uomini e mezzi, per l'ordine e la sicurezza stipula, tra le altre cose, un accordo con l'Itea. Obiettivo sicurezza urbana.

È di ieri la firma di una convenzione affinché la Polizia locale possa intervenire più agilmente negli spazi di proprietà dell'Istituto trentino per l'edilizia abitativa.

L'accordo «si sposa con l'obiettivo del mantenimento della sicurezza in città», dice il vicecomandante dei Vigili urbani di Trento Luca Sattin (comandante dal prossimo 1° agosto, nella foto con il presidente Itea, Salvatore Ghirardini), «e parlo anche a nome del sindaco Ianeselli».Non è bello e neppure politicamente corretto ma al momento della firma si è capito chiaramente quale sia il punto cruciale. Sentite Salvatore Ghirardini, presidente dell'Itea: «Negli ultimi anni i nuclei che abitano i nostri edifici sono cambiati», ha affermato, adesso al fianco dei trentini ci sono gli stranieri «che portano il loro contributo alla nostra società ma hanno modi e sistemi diversi».Attenzione ai veicoli rubati.

Ancora più chiaro è stato Sattin quando ha spiegato gli ambiti in cui si esplicherà l'attività della Polizia locale per l'Itea: «Il primo è quello ambientale: parlo soprattutto della verifica dei veicoli in stato di abbandono» presenti nei grandi parcheggi degli edifici dell'Itea. Possono essere «veicoli rubati, frutto di ricettazione, deposito di stupefacenti. Possono trasformarsi anche in abitazioni».

Il secondo ambito è «lo scambio d'informazioni, per noi fondamentale, che ora viene istituzionalizzato. L'Itea può chiedere un controllo su un nucleo, di verificare se i presenti hanno i requisiti per abitare in quell'appartamento o non stiano abusando del titolo di assegnatario; se il regolamento sia rispettato». Può chiedere di «verificare che l'ospite non sia un cittadino clandestino, oppure che una persona non abbia sostanze stupefacenti».

La Polizia locale agirà sia di propria iniziativa che su richiesta dell'Itea stessa, oppure di un inquilino o una qualsiasi persona si accorga di qualcosa di strano. «Ovviamente non ci occuperemo della convivenza nei condomini: non siamo gli amministratori», sorride il vicecomandante Sattin.Dalla parte degli inquilini.L'obiettivo è «ripristinare la legalità in quegli spazi, e siccome parliamo di spazi privati non è così scontato». Quanto sia importante lo dimostra il fatto che le azioni illegali, anche le più gravi, «avvengono negli spazi privati più che in quelli pubblici».

Gli inquilini Itea «chiedono maggior sicurezza nelle nostre case», riprende il presidente dell'istituto Salvatore Ghirardini che a fine settimana lascerà l'incarico (dopo due mandati). La firma della convenzione va nella direzione dell'esperimento effettuato l'anno scorso nell'Alto Garda «che ha dato risultati positivi».

E ieri l'Itea ha firmato l'accordo sia a Trento che a Rovereto, con i rispettivi corpi dei Vigili urbani.

«Sicurezza e vivibilità sono strategiche, nell'interesse dell'intera comunità trentina», ha ribadito il vicepresidente della Giunta provinciale Mario Tonina. «La convenzione rappresenta quel qualcosa in più che le istituzioni devono poter garantire in un territorio a forte vocazione autonomista come il nostro».

Controlli più strutturati.Itea, il più grande proprietario di immobili ad uso abitativo del Trentino, «dà così accesso permanente ai corpi di Polizia locale per le attività di accertamento e vigilanza», dice il direttore generale dell'istituto Stefano Robol. «Una collaborazione mirata a favorire un clima di maggiore sicurezza e controlli più strutturati».

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