Covid / Il punto

Figliuolo: “C'è l’ipotesi terza dose”. Campagna vaccinale a rilento in Trentino

Con l’autunno servirà una nuova strategia: in campo Protezione civile e sanità regionale. Sempre più coinvolti i medici di base

I DATI La situazione Covid in Trentino
IL CAOS
Assalto all'hub vaccinale
FOTO La lunga colonna di auto ferme
VIDEO L'hub vaccinale preso d'assalto dalle auto

ROMA. L'obiettivo è "vaccinare l'80% popolazione entro settembre di quest'anno, compresi i 12-15enni, in totale 54,3 milioni di italiani". Lo ha detto ieri, lunedì 7 giugno, il commissario per l'Emergenza Francesco Figliuolo in audizione alla Camera sottolineando che il compito della struttura è quello di "tutelare la salute e la vita dei nostri concittadini, ristabilendo le condizioni per favorire la ripartenza del paese". Per farlo, ha aggiunto, "non dobbiamo sprecare niente in termini di risorse, uomini, tempo e mezzi. L'Italia ha tutto, bisogna solo saperlo mettere insieme e in maniera coordinata".

Considerati gli attuali scenari della pandemia, "potrebbe essere prevista la necessità di almeno un'ulteriore dose". Figliuolo ha sottolineato la necessità che si passi, "gradualmente nei prossimi mesi", dalla gestione commissariale dell'emergenza ad una gestione ordinaria "delle attività sanitarie da parte delle amministrazioni centrali e locali competenti". A questo punto della campagna vaccinale serve "un graduale ma necessario passaggio da vaccinazioni effettuate in maniera centralizzata presso gli hub ad un sistema di "vaccinazioni delocalizzate”, molto più capillare e prossimo ai cittadini". È l'indicazione che arriva dal commissario per l'emergenza, con l'obiettivo di completare l'immunizzazione delle categorie più fragili e degli over 80. Figliulo ha poi definito il "punto di svolta" della campagna vaccinale proprio l'aver accelerato sulle dosi a queste categorie: è "ciò che ha permesso il repentino calo di ricoveri e morti".

L'assalto all'hub vaccinale di Trento Sud

Code e disagi al nuovo «hub vaccinale» in località San Vincenzo a Trento: la campagna vaccinale ha avuto successo, ma l’organizzazione logistica è saltata e centinaia di trentini in auto sono rimasti in coda, tanto da bloccare completamente la statale in direzione sud, fin dalla rotatoria del McDonalds

Vaccini, l’Italia corre. Il Trentino no

Lo scorso fine settimana i titoli dei quotidiani nazionali sono stati tutti dello stesso tenore: "Record di vaccinazioni", "L'Italia corre", "Boom di adesioni e somministrazioni". D'altra parte i numeri dicevano chiaramente che abbiamo raggiunto i livelli di dosi più alti di sempre, dando una grande accelerata alla campagna. Sempre i numeri, tuttavia, dicono che il contributo del Trentino in questo exploit non è stato particolarmente significativo: sabato 3.800 vaccinazioni e domenica 3.200, con una media di 3.500. Molto meglio era andata venerdì scorso, con 5.200 somministrazioni (era dal 20 maggio, però, che non superavamo quota cinquemila).

La scorsa settimana, da lunedì a domenica, abbiamo protetto 26.834 trentini (per alcuni prima, per altri seconda dose) a una media di 3.833 al giorno, in crescita rispetto alla settimana precedente (24.982 totali, 3.568 al giorno), ma lontani dal record trentino registrato la seconda settimana di maggio, quando arrivammo con 4.669 somministrazioni di media al giorno a ben 32.685 dosi settimanali.

La spiegazione - anche riguardo alla mancata apertura ai giovani - da parte di Provincia e Azienda sanitaria è sempre stata legata a due motivi: da una parte lo scarso numero di dosi arrivate (a proposito, domenica consegnate 3.100 Moderna) e dall'altra la strategia di concentrare gli sforzi sulle fasce di popolazione più a rischio, ovvero anziani e fragili.

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