Coronavirus / La devastazione

I danni del Covid all’economia trentina: in 15 mesi persi 3,5 miliardi di euro

Lo studio è stato condotto dalla Camera di Commercio. Il presidente Gianni Bort: “Questa crisi sta producendo danni strutturali”. Ma tra gli imprenditori c’è fiducia

di Chiara Zomer

TRENTO. A dare un'occhiata al grafico sul fatturato, distinto per settori, si capisce bene cosa intendono, al centro studi della Camera di Commercio, quando parlano di crisi asimmetrica. Da una parte la linea di bar, ristoranti, ricettivo, attività sportive e servizi alla persona. Dall'altra manifatturiero, costruzioni, commercio all'ingrosso, servizi alle imprese e trasporti. Le due linee fino a fine 2020 procedono quasi parallele. Da fine anno, iniziano a divergere. E mentre una si è già arrampicata ampiamente sopra lo zero, l'altra è sprofondata giù a - 61%.
Significa che il Covid ha lasciato strascichi ovunque, ma non dappertutto con la stessa intensità e per la medesima durata: alcuni settori (su tutti manifatturiero e costruzioni) sono già in netta ripresa, a velocità persino inattese. Sono ricettivo e turistico che aspettano di agganciare una ripartenza solida. Questo emerge dalla trimestrale presentata ieri da Camera di Commercio. Che qualche buona notizia la regala. Anche se, come evidenzia il presidente Giovanni Bort, tocca ricordare che in 15 mesi (da gennaio 2020) si è perso tra i 3,5 e i 4 miliardi di euro. Che dà il senso di quanto profonda sia stata la discesa nel sottosuolo, di un'economia che ora comincia la risalita.
 

I dati generali: resta il segno meno.


Se si guarda dall'alto, senza distinzioni tra i comparti, la trimestrale mostra ancora un segno meno: siamo a - 9% di fatturato, ma era a - 14% negli ultimi tre mesi del 2020, quindi i segnali di una ripartenza ci sono. Analogo l'andamento sull'occupazione, benché gli effetti Covid su questo capitolo siano mitigati dal divieto di licenziamento, che è ancora in vigore. Di fatto hanno pagato i dipendenti stagionali e in generale quelli a termine. Quanto? Anche su questo capitolo, il segno resta in negativo: - 6,2%. Resta il fatto che si tratta ancora di dati fortemente influenzati dalle chiusure: il primo trimestre 2020 ha vissuto (dal 9 marzo) il lockdown, il primo trimestre 2021 è stato segnato da restrizioni e chiusure, soprattutto per il settore ricettivo.


Ma c'è chi corre


Alcuni settori sono già in piena ripresa. Quello che più corre è il manifatturiero, che fa segnare un + 9,2% sul fronte del fatturato, merito, ha evidenziato Matteo Degasperi, del Centro Studi della Camera di Commercio, un po' del fatto che venendo meno i servizi, i consumatori si sono spostati sull'acquisto di beni, per cui in alcuni comparti la richiesta è molto rilevante. Altri settori della manifattura trentina beneficiano della generale ripartenza mondiale». È un rimbalzo effimero? Pare di no: crescono anche gli ordinativi (+ 20,5%), segno di un trend destinato a durare. La manifattura è il settore con la miglior performance, ma male non va nemmeno su altri comparti: i servizi alle imprese (+ 6,4%) che beneficiano dell'impennata dell'industria, ma anche le costruzioni (+5%), il commercio all'ingrosso (+3,2%), mentre tengono i trasporti (+ 0,4%), ad esclusione degli impianti a fune. Queste percentuali iniziano a riflettersi sull'occupazione: + 1,5% nel manifatturiero, 3% nelle costruzioni, 3,2% nel servizio imprese. Devono ancora tradursi in posti di lavoro, invece, i dati sul fatturato in crescita di alcuni settori: i trasporti sono a -4,4%, il commercio all'ingrosso a -0,1%.


E c'è chi ancora arranca.


Sono i settori più colpiti dalle chiusure. Facile intuirli, perché la trimestre ripete le dinamiche di fine 2020. Gli impianti a fune registrano - 98,9%, il ricettivo -78,6%, ristoranti e bar -57,1%, attività sportive e di intrattenimento -52,9%, servizi alla persona -14,1%, commercio al dettaglio -6,3%. Mitigato dalle misure anticrisi, ma comunque proporzionale l'impatto sull'occupazione: - 69,2% per gli impianti a fune, -55,6% ricettivo, -26,8% nei ristoranti e bar, 13% nelle attività sportive, mentre hanno tenuto i servizi alla persona (-0,4%).


La percezione nelle aziende


Il clima resta pesante, ma si inizia a respirare un po' di ottimismo. Nelle aziende contattate (3.261, di cui 1.577 rispondenti) immaginando la propria situazione tra tre mesi, il 14,9% ritiene che la propria azienda vedrà aumentare l'occupazione (solo l'8,3% teme che peggiori), mentre per quel che riguarda la redditività, la maggior parte delle imprese ritiene che migliorerà nei prossimi 12 mesi.


Bort: «Danni strutturali»


«Questa crisi - spiega Giovanni Bort, presidente della Camera di Commercio di Trento - sta producendo ulteriori danni, contingenti e strutturali». Evidenzia la carenza di personale nel settore ricettivo e l'impennata dei costi delle materie prime nell'edilizia. Chiarisce che «abbiamo perso da inizio 2020 da 3,5 a 4 miliardi di euro di valore». Ed esorta l'ente pubblico. Perché l'asimmetria della crisi «potrà essere sanata solo a fronte di un sensibile supporto garantito soprattutto dalle amministrazioni pubbliche e dal mondo del credito».
 

Economia diversificata: un valore


L'assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli, alla luce dei numeri della trimestrale, evidenzia come la ricchezza del tessuto economico trentino sia la diversificazione: «Non abbiamo eccessivi sbilanciamenti, questo ha garantito la tenuta. E questo ci dice che è utile sostenere tutti i settori». Ora serve invertire la rotta, nei comparti più in difficoltà: «La Provincia, con la legge 7, ha garantito sostegno ai settori più colpiti. Speriamo sia l'ultima manovra per sostenere. Ora lavoreremo su rilancio e investimenti».

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