Covid / Il problema

Le vaccinazioni rallentano, 62 mila fiale «parcheggiate» per i richiami

Pochi dosi. Astra Zeneca e Johnson in frigorifero per le seconde dosi e il trend va calando: si attende una nuova fornitura a giorni, servirebbe per il lancio della campagna per i quarantenni

di Matteo Lunelli

TRENTO. Sono più di 62 mila le dosi di vaccini ferme nei frigoriferi dell'Azienda sanitaria. Ma non è una questione di disorganizzazione o scarsa capacità di somministrazione: oltre la metà di quelle dosi, infatti, sono "scorte" per le seconde dosi, tenute da parte proprio per questi giorni nei quali gran parte della "potenza di fuoco" dei vari centri sul territorio verrà utilizzata per proteggere totalmente i trentini.

Insomma, una decisione lungimirante, per evitare scenari in cui non ci sono vaccini a sufficienza per tutti. L'altra metà - e qui invece viene a crearsi un problema - è di fatto "inutilizzabile", destinata a rimanere pressoché ferma anche in futuro, a meno di una svolta nelle indicazioni da Roma: stiamo parlando, infatti, delle dosi di AstraZeneca e Johnson & Johnson, che sono riservate alle persone over 60. E il problema è che di over 60 "vaccinabili" in Trentino ce ne sono ben pochi.

Non è una questione di rifiuto di quel vaccino, ma è tutto legato al fatto che nelle fasce sopra i 70 e sopra gli 80 abbiamo sostanzialmente "chiuso il cerchio", mentre tra i 60 e i 69 siamo a buon punto. A tutto questo si lega il tema dei ritmi di somministrazione. I numeri dicono chiaramente che la scorsa settimana c'è stato un calo, con il 30% in meno di somministrazioni rispetto alla settimana precedente. La crescita, costante da mesi, si è quindi arrestata.

Dopo il record dal 3 al 9 maggio, con una media quotidiana di 4.669 dosi e un totale di 32.685 somministrazioni, siamo passati a una settimana con 22.849 "punture", per una media di 3.264 al giorno, ben al di sotto degli obiettivi fissati dal commissario Figliuolo per maggio (4.500 al giorno) e ancor più lontana da quelli per il futuro (8.000 al giorno). Ma anche in questo caso il problema sono le fiale a disposizione, visto che la gran parte sono già prenotate per le seconde somministrazioni. Considerato che siamo circa a metà mese, in proiezione potremmo concludere maggio con poco meno di 125 mila somministrazioni totali, al di sotto dell'obiettivo fissato dal cronoprogramma provinciale di due mesi fa, che quantificava lo sforzo in 150 mila.

Come accennato il passaggio da 4.669 dosi a 3.264 quotidiane in media non è imputabile a una questione organizzativa: il Trentino ha dimostrato di poter reggere certi ritmi e di arrivare anche a più di seimila iniezioni in ventiquattro ore, ma la carenza di scorte adesso di fa sentire. Il rinvio a 42 giorni, inoltre, ci ha permesso di accelerare parecchio per alcune settimane, ma ora ci impone di rallentare, con la gran parte di prenotazioni di questa e della prossima settimana dedicate appunto alla protezione totale dopo i rinvii avvenuti a inizio aprile. Certo, se solamente ci fossero più arrivi si potrebbe pensare a nuovi appuntamenti, in particolare ai quarantenni.

Tra oggi e domani sono previsti altri arrivi che, forse, potrebbero sbloccare la situazione. Senza dimenticare che per il drive through di Mattarello i lavori sono a buon punto e questo permetterà un aumento del potenziale giornaliero. Anzi, il presidente Maurizio Fugatti conferma che «stiamo procedendo con l'allestimento a San Vincenzo ed entro il fine settimana il Centro sarà operativo». Tornando ai numeri, abbiamo analizzato la situazione di arrivi e somministrazioni, basandoci sui dati ufficiali del ministero, ma con una variazione: il ministero, infatti, negli arrivi totali non considera la "settima dose" per Pfizer e la "undicesima dose" per AstraZeneca, che il Trentino riesce a estrarre da ogni flacone grazie alle siringhe di precisione.

Questo spiega sia il fatto che in alcune tabelle nazionali risultino percentuali superiori al cento per cento di somministrazioni rispetto alle consegne, sia che il numero di "avanzi" sia diverso da quello che vi proponiamo. Considerato, infatti, che abbiamo da parte oltre 22 mila Pfizer, oltre 3.500 Johnson & Johnson, oltre 6 mila Moderna e oltre 30 mila AstraZeneca, arriviamo a un totale poco superiore a 62 mila dosi ferme nei frigoriferi.

Come accennato da queste vanno sottratte le 33.800 tra AstraZeneca e J&J - che sono somministrabili solamente agli over 60 anni, che tuttavia sono molto pochi, e sono in parte riservate a seconde dosi - e quindi restiamo con 28.500 dosi effettivamente di scorta ferme nei frigoriferi. Come ricorderete gli sms di rinvio a 42 giorni inviati ad aprile dall'Azienda sanitaria furono circa 30 mila: e il cerchio si chiude. Infine la stretta attualità con i totali di ieri.

Il Trentino è arrivato a quota 241.442 somministrazioni (di cui 51.382 seconde dosi). A cittadini con più di ottanta anni sono state date 59.595 dosi, ai cittadini tra i 70-79 anni 47.670 e a quelli tra i 60-69 anni 50.326 dosi. A conferma di quanto scritto poco sopra, negli ultimi giorni è tornato a muoversi il dato sulle seconde punture: dopo essere stati praticamente fermi per un mese intorno alle 46 mila, negli ultimi tre giorni ne sono state date più di tremila.Si tratta, quindi, di tremila trentini in più che hanno completato il ciclo vaccinale e possono ritenersi (quasi) completamente protetti dal virus.

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