Giovani / La proposta

Servizi estivi, i sindacati: “Per quest’anno tutti i ragazzi tra 3 e 14 anni possano accedere a 50 euro”

Cgil, Cisl e Uil chiedono che si vada incontro alle famiglie e ai ragazzi: “La Provincia garantisca libertà di scelta sui servizi estivi e abbatta per tutti il costo“

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TRENTO. Servono misure straordinarie per dare risposte alle richieste di conciliazione delle famiglie e al bisogno di socializzazione di bambini e ragazzi in un anno particolarmente difficile a causa dell’emergenza sanitaria. Misure che vadano realmente incontro alle necessità di genitori e figli, ne tutelino la libertà di scelta e abbattano i costi dei servizi estivi.

È per questo che Cgil Cisl Uil del Trentino chiedono alla Giunta provinciale che oggi presenta in Consiglio la manovra finanziaria che tutti i servizi di conciliazione estivi per la fascia 3-14 siano accessibili ad un costo massimo di 50 euro al mese. Lo stesso importo che verrebbe chiesto alle famiglie se dovranno portare i propri figli alla scuola dell’infanzia estiva.

“Se l’Esecutivo ha realmente a cuore i bisogni delle famiglie deve costruire delle soluzioni che vadano oltre gli spot, stanziando risorse adeguate e tutelando la libertà di scelta per tutti – sostengono i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Ci sono tredici milioni di euro disponibili sul capitolo famiglie e assegno unico che da maggio scorso giacciono non spesi, si possono utilizzare anche questi. Basta inserire il provvedimento nel disegno di legge della Giunta così come è stato fatto per l’apertura a luglio delle scuole dell’infanzia, nonostante la giusta contestazione dalle lavoratrici e dai lavoratori per le modalità con cui viene effettuata. Se si può fare questo, purtroppo senza alcun reale coinvolgimento degli insegnanti, si può pure fare una norma che sostenga tutte le famiglie”.
Il tema secondo il sindacato è investire realmente sui bambini e sulle loro famiglie.

“Il problema infatti non riguarda solo i bambini fino a 6 anni ed i loro genitori che paradossalmente sarebbero i più penalizzati proprio a causa dell’apertura straordinaria a luglio della scuola dell’infanzia visto che solo loro perdono il diritto ai buoni di servizio per accedere ai percorsi educativi e ricreativi offerti loro dall’associazionismo. E’ inaccettabile che alcuni genitori di fatto non siano messi nelle condizioni di poter liberamente scegliere la soluzione migliore per il proprio bambino”.
Cgil Cisl Uil giudicano insufficiente anche l’emendamento presentato dall’assessora Segnana con cui si stanziano 400 mila euro per compensare il costo dei servizi estivi non coperto dai buoni di servizio. “Un piccolo passo avanti, decisamente poco coraggioso. Non tutti i servizi di conciliazione sono accessibili con i buoni di servizio e soprattutto non tutte le famiglie hanno diritto ai buoni. Così si rischia di non intercettare proprio quelle che hanno maggiori bisogni. In un anno straordinario servono misure straordinarie, che non si limitino al mero calcolo ragionieristico”.
Le tre confederazioni restano comunque convinte che la questione della conciliazione vada affrontata anche in modo più strutturale con un coinvolgimento ampio del mondo dell’istruzione e del terzo settore. “Su quest’estate la Giunta ha scelto una via semplificatoria senza sbocchi. Da subito bisognerebbe invece aprire un tavolo serio di confronto con insegnanti, educatori, famiglie e sindacati per costruire insieme soluzioni condivise che guardino al futuro, favoriscano la conciliazione e sostengano davvero l’occupazione femminile”, concludono i tre segretari.

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