Lavoro / L’analisi

I danni del Covid in Trentino: a febbraio altre mille assunzioni in meno

A soffrire maggiormente è ancora il settore terziario, in particolare il comparto ricettivo. Tra gennaio e febbraio i pubblici esercizi, in conseguenza del mancato avvio della stagione invernale e della zona rossa nel periodo festivo, hanno perso 2.489 assunzioni, a cui si aggiungono -371 assunzioni nel commercio

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TRENTO. Non si arresta il calo delle assunzioni in Trentino. Anche febbraio ha fatto registrare il segno meno: mancano oltre mille attivazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il 13,8 per cento. Un dato che si somma al meno 3mila registrato a gennaio di quest’anno, con un taglio del 57 per cento. I dati sono riportati nella nota mensile elaborata da Agenzia del Lavoro.

A soffrire maggiormente è ancora il settore terziario, in particolare il comparto ricettivo. Tra gennaio e febbraio i pubblici esercizi, in conseguenza del mancato avvio della stagione invernale e della zona rossa nel periodo festivo, hanno perso 2.489 assunzioni, a cui si aggiungono -371 assunzioni nel commercio.

Sostanzialmente stabile il dato dell’industria (-1,7%).

Un piccolo segnale d’ottimismo confermato anche dal basso ricorso alla cassa integrazione. Entrambi i dati lasciano immaginare che molte realtà del secondario stanno superando il periodo più difficile imposto dalla pandemia e qualcosa comincia a muoversi. Resta comunque la preoccupazione per l’effetto che genererà anche nel secondario lo sblocco dei licenziamenti. Ad eccezione di questo timido segnale le dinamiche del mercato del lavoro locale destano allarme nei sindacati.

“Il pesante e continuo ridimensionamento delle assunzioni nel comparto turistico è la dimostrazione della profonda crisi che ha investito i lavoratori del comparto – ammettono i tre segretari provinciali di Cgil Cisl Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Una situazione che assume tutta la sua gravità se si considera che tra marzo e aprile di quest’anno sono venute meno anche le assunzioni legate alla ripartenza della stagione turistica primaverile, in particolare sul Garda, che nel 2019 erano state 16mila sul totale delle 21mila assunzioni registrate in quel periodo in tutti i settori.

Questo vuol dire che ci sono già oggi moltissime lavoratrici e lavoratori a casa da mesi, che hanno finito i sostegni al reddito e che possono sperare solo nell’insufficiente bonus del Governo. Perché si muova qualcosa anche in Provincia di Trento bisognerà attendere, infatti, la nuova manovra finanziaria. Intervento come noto su cui non ci sono ancora certezze né in termini di stanziamento né di tipologia di intervento messo in campo né dei tempi di attuazione. Siamo già molto in ritardo. Bene che vada dalla Provincia riceveranno qualcosa solo a luglio, mentre se si fosse scommesso sul Fondo di solidarietà già oggi avremmo potuto garantire i primi pagamenti”.

I sindacati chiedono dunque alla Giunta di varare misure realmente efficaci di sostegno al reddito per questi addetti. “Oltre agli aiuti economici servono interventi di politiche attive del lavoro per formare e riqualificare questo personale. La scommessa su cui puntare, a vantaggio anche delle imprese, è che nel momento in cui il turismo ripartirà ci siano lavoratori qualificati pronti ad essere assunti”.

La nuova stagione turistica partirà in ritardo e con non poche incertezze. Per questa ragione è indispensabile non perdere tempo prezioso.

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