Viadotto dei Crozi, via ai lavori, sarà un anno di passione
Parlano i progettisti: «Abbiamo delle soluzioni tecniche per garantire comunque il transito in doppia corsia verso Pergine, usando la vecchia statale». E nel 2022 sarà pronta anche la ciclabile
FOTO La zona del cantiere
TRENTO. Avviso ai "naviganti": la parziale chiusura per lavori del viadotto dei Crozi, sulla SS 47 della Valsugana, è ormai imminente. «Sarà dopo Pasqua, anche se ancora dobbiamo fissare la data precisa che sarà comunque comunicata con congruo anticipo dalla Provincia» afferma l'ingegner Mario Monaco, dirigente del Servizio opere stradali e ferroviarie della Pat.
I lavori preparatori sono già iniziati, mentre l'intervento vero e proprio, che consisterà nell'adeguamento sismico e in lavori di manutenzione straordinaria dell'infrastruttura stradale (appalto aggiudicato all'Ati fra Impresa Costruzioni Carraro e C. e Padana Interventi srl per un importo di 2.609.376 euro con un ribasso del 24,27%), si protrarranno per circa un anno.
Certo, la prova del nove rispetto alla sostenibilità della delicata progettazione declinata forzosamente attorno all'imprescindibile necessità di mantenere aperto il collegamento viario da Trento, a Pergine e quindi all'intera Valsugana, si avrà solo quando le lavorazioni "aggrediranno" in concreto il viadotto. I tecnici provinciali e la Ati aggiudicatasi i lavori, guardano comunque al fatidico giorno con prudente ottimismo. «Abbiamo creato delle valide alternative al mantenimento del transito su doppia corsia in direzione Pergine, garantito attualmente dal viadotto - prosegue Monaco -. Alternative che permetteranno l'esecuzione delle lavorazioni assicurando comunque sulla tratta il mantenimento di due corsie per il traffico veicolare in direzione Pergine». Ovviamente questo risultato non sarà possibile per intero sul viadotto stesso, del quale verrà lasciata aperta una sola corsia, consentendo alle squadre degli operai di lavorare prima su una metà del manufatto e poi sull'altra. Su questo tratto che rimarrà uguale al percorso attuale, verrà fatto transitare obbligatoriamente, come su una sorta di corsia preferenziale, Tutto il traffico pesante, anche se non in via esclusiva, poiché anche le vetture vi potranno accedere.
Le alternative a cui faceva riferimento l'ingegner Monaco, interessano invece il traffico leggero. «Per questo si è pensato di sfruttare il sedime della vecchia “strada dei Crozi”, dall'inizio del viadotto fino all'imbocco della galleria che poi sbuca verso la Cava Corona - dettaglia il tecnico -. Un'operazione che si è intrecciata fruttuosamente con la realizzazione della ciclabile. La messa in sicurezza e l’adeguamento della “strada dei Crozi” (lavori eseguiti in meno di 6 mesi all’Impresa Morelli di Pergine, ndr) per avere il by-pass viabilistico, consente di fatto di avere pronta per il 2022 un’altra importante tratta di ciclabile».
All'ingresso della galleria è stata poi prevista la doppia possibilità di immettere il traffico leggero nel tunnel (è stata realizzata una bretellina in discesa ad hoc) oppure di farlo proseguire "in quota" restando sulla “strada dei Crozi” aggirando il contrafforte roccioso fino all'uscita della galleria con la reimmissione attraverso apposita corsia (nuova) sulla SS47. «Utilizzare l'una o l'altra opzione dipenderà dallo stato di avanzamento e dalle fasi delle lavorazioni» puntualizza Monaco.
Venendo al dettaglio delle "cure" di cui sarà fatto oggetto il viadotto, occorre riferirsi al progetto redatto dall'ingegner Roberto Boller. Esso prevede: l'adeguamento sismico con rinforzi strutturali del viadotto e messa in continuità delle solette con soli giunti di dilatazione e antisismici in corrispondenza delle spalle; la sostituzione degli apparecchi di appoggio e realizzazione dei giunti di dilatazione e antisismici in corrispondenza delle spalle; la manutenzione straordinaria dell’impalcato, con consolidamento della soletta e suo allargamento e con interventi localizzati sulle travi e sui pulvini; il rifacimento dei cordoli, dell'impermeabilizzazione e della pavimentazione con adeguamento delle pendenze; la disposizione di ritegni antisismici longitudinali del tipo shock transmitter e trasversali del tipo in neoprene sulle spalle; la sostituzione dei sicurvia e il rifacimento degli scarichi delle acque meteoriche. Se le lavorazioni si susseguiranno senza particolari intoppi, il cronoprogramma dell'intervento prevede la riapertura del viadotto tirato a lucido nella primavera del 2022.